Il parere negativo della Ragioneria di Stato all’emendamento che prevedeva il finanziamento triennale di Metromare non è una sorpresa per gli addetti ai lavori. Soprattutto per il segretario regionale dell’Or.Sa, Mariano Massaro, e per il segretario provinciale di Or.Sa. Trasporti, Michele Barresi. “Denunciamo da mesi – affermano – l’apatia tattica del Governo Renzi nei confronti dell’emergenza trasporti nello Stretto di Messina. Il diritto universale alla mobilità dei cittadini continua ad essere oltraggiato. La sommaria e frettolosa ordinanza anti-tir del Sindaco di Messina, seguita dal rifiuto statale di finanziamento per l’attraversamento veloce, hanno di fatto consegnato in mano private il monopolio del traghettamento ed aperto la strada per ulteriori tagli all’occupazione”.
“L’illusoria garanzia di continuità territoriale, limitata a poco più di una nave ferroviaria delegata al traghettamento dei pochi treni a lunga percorrenza sopravvissuti ai tagli nel servizio essenziale, non è più sufficiente – ricordano – neanche come alibi per mettere in pace le coscienze delle istituzioni che con le loro azioni sconnesse hanno di fatto isolato la Sicilia”.
La continuità territoriale – fa presente l’Or.Sa. – non può essere limitata al treno, deve essere estesa al diritto dei pendolari di usufruire di un servizio di traghettamento pubblico e dignitoso: “Non è più tollerabile che il collegamento via mare fra le due sponde sia demandato unicamente alla disponibilità di un privato che nella posizione di monopolista detta costi e condizioni. Dopo il rifiuto della Ragioneria di Stato il collegamento veloce è veramente giunto al capolinea. La terza proroga all’attuale gestore non sarebbe legale e se non interviene in tempo utile un emendamento alla legge di stabilità verrà meno anche l’ultimo simbolo di traghettamento pubblico rappresentato da Metromare”.
“Il livello da terzo mondo è ormai alle porte della Sicilia – concludono – e non si registra alcun intervento degno di nota delle istituzioni locali nei confronti di un Governo che si pone in perfetta continuità con le dinamiche colpevoli di aver creato le due Italie dei trasporti: la lussuosa alta velocità da Roma in su e nel migliore dei casi l’improvvisazione con mezzi obsoleti in Sicilia e Calabria. Durante lo sciopero generale del 24 ottobre, dove è inserita la protesta dei marittimi Bluferries, chiederemo di essere ricevuti dal prefetto e dal sindaco di Messina per esporre una piattaforma rivendicativa che tali istituzioni hanno il dovere di presentare al Governo a tutela della popolazione meridionale che non può più essere considerata la seconda scelta degli italiani”.