La Ragioneria di Stato dà parere negativo all’emendamento che prevedeva il finanziamento triennale di Metromare. Una decisione che scatena la reazione di Vincenzo Garofalo: “Il parere negativo della Ragioneria di Stato mi ha deluso e mi obbliga a richiamare il Governo di fronte alle sue responsabilità nei confronti della nostra terra. Basta con le promesse e le buone intenzioni. Il Governo deve dire, una volta per tutte, quali sono i progetti per il Meridione d’Italia e deve dimostrare nei fatti e non solo per slogan di credere in un progetto di sviluppo del Sud”.
Il punto, secondo il deputato messinese del Nuovo centrodestra, partito che sostiene il Governo di Matteo Renzi, “non è Metromare, rispetto al quale il finanziamento verrà trovato in calcio d’angolo, come al solito, attraverso un emendamento alla Legge di Stabilità (su questo punto ho parlato ieri con il ministro Lupi) ma, come ho più volte denunciato, la situazione generale di arretratezza del sistema dei trasporti”.
“Venerdì scorso – fa sapere il parlamentare del Ncd – ho presentato un’interrogazione per chiedere al ministro di fare luce sulle inefficienze del servizio di traghettamento treni perché è inaccettabile che chi, a bordo di un treno, viaggia dalla Sicilia verso altre destinazioni nazionali si trovi costretto ad attendere 30, 40 e, a volte, 50 minuti in stazione prima che arrivi la nave Fs che garantisce il collegamento: lo stesso tempo nel quale in aereo da Catania si arriva a Roma! Con la conseguenza che chi ha un biglietto fino a Villa e deve poi cambiare treno per raggiungere un’altra destinazione rischia, a causa dei continui ritardi e rallentamenti a Messina, di perdere la coincidenza”.
Garofalo ricorda che in passato, per evitare queste attese, i passeggeri scendevano dal treno a Messina e salivano a bordo della nave passeggeri di Bluferries, opzione non più praticabile dopo la decisione della società di sopprimere il collegamento passeggeri. L’alternativa – l’unica praticabile nel fine settimana quando il collegamento Metromare non funziona – è quella di raggiungere gli imbarcaderi privati che attraccano ad un chilometro circa dalla stazione di Villa San Giovanni, con la conseguenza che, “non esistendo servizi che colleghino l’approdo alla stazione, i passeggeri, di qualunque età, in qualunque condizione fisica compresi anziani, invalidi, donne incinte, famiglie con bambini e con bagagli al seguito, sono costretti a percorrere a piedi la strada che dall’approdo porta alla stazione”.
In un epoca nella quale si investe sui territori anche sulla base della facilità che si ha nel raggiungerli, consentire a Fs di proseguire questo atteggiamento di disattenzione e disinteresse nei confronti della Sicilia equivale a “condannare i cittadini del Sud ad essere tagliati fuori da qualsiasi ipotesi di sviluppo e crescita. Il punto – ricorda il membro della Camera – non è solo il servizio di collegamento rapido Metromare. Anche i trasferimenti aerei dalla Sicilia costano sempre di più e offrono sempre meno tratte. E come se non bastasse dobbiamo sopportare gli insulti della Lega che vede il Meridione come un peso. E come potrebbero svilupparsi industria, commercio, turismo se per percorrere i tre chilometri che separano Messina da Villa San Giovanni in treno si impiega lo stesso tempo che ci vuole da Catania per arrivare a Milano in aereo?”.
“La verità – prosegue – è che, come ho più volte ribadito, si è affidato per anni il miglioramento del trasporto nello Stretto al progetto del Ponte e sospesa la realizzazione di quello non si è pensato ad offrire un’alternativa che potesse rispondere all’esigenza degli abitanti siciliani in modo definitivo ignorando il fatto che ponte serviva a connettere due aree metropolitane del Mezzogiorno, razionalizzare l’offerta dei servizi metropolitani ferroviari, aumentare la coesione economica e rendere stabile l’accessibilità interna con risvolti positivi in tutto il Meridione d’Italia. Ponte o non ponte a queste istanza si deve comunque rispondere”.
“E’ questo che pretendiamo. Non basta Metromare. I cittadini – conclude – vogliono risposte e la politica deve darle perché altrimenti oltre al danno della mancanza di realizzazione di un progetto alternativo al Ponte avremo la beffa di sentirci anche dire che da noi è stato speso un miliardo di euro. Peccato che quel miliardo sarà servito solo per pagare una penale”.