Messina e Torino insieme per rivoluzionare il sistema di trasporto pubblico, non solo a livello locale. E’ questo lo scopo della collaborazione fra Comune di Messina e Gtt (Gruppo Torinese Trasporti), sancita ufficialmente da una delibera firmata nelle ultime ore dalla Giunta comunale di Torino. Proprio Gtt, Atm e Comune di Messina hanno presentato questa mattina, a palazzo Zanca, i risultati di questi primi mesi di collaborazione, mostrando anche gli obiettivi futuri, alla presenza del sindaco Renato Accorinti, degli assessori alla mobilità e viabilità, di Messina, Gaetano Cacciola, e di Torino, Claudio Lubatti, del direttore generale dell’Atm, Giovanni Foti, che coordina anche le linee di azione con la Gtt, del dirigente del dipartimento mobilità urbana, Mario Pizzino, del comandante del Corpo della Polizia municipale, Calogero Ferlisi, e del commissario speciale dell’Atm, Domenico Manna.
SALTO DI QUALITA’. Il sindaco Accorinti si è detto molto soddisfatto dei risultati di questi primi messi di collaborazione con Gtt: “E’ un gemellaggio tra due città che non può non fare piacere. Ci permette di imparare da Torino che è all’avanguardia nel settore dei trasporti. Quando siamo arrivati la situazione era disastrosa, con soli 12 autobus presenti per le strade cittadine. Quello dei trasporti è uno dei settori in cui i cittadini hanno notato il salto di qualità”. Pochi mesi dopo l’elezione di Accorinti, la Giunta riuscì a mettere in strada una ventina di autobus. Dall’arrivo di Foti, invece, i mezzi sono praticamente raddoppiatti: gli autobus disponibli sono 41, oltre ai 9 tram (di cui sei attivi, mentre i restanti tre dovrebbero entrare in funzione a novembre). Nel 2015 si spera di poter mettere in funzione anche altre quattro vetture tranviarie, utilizzandone così 13 sulle 15 disponibili.
CINQUE OBIETTIVI. L’assessore Cacciola ha dichiarato che in questi primi mesi di collaborazione con l’azienda torinese, sono stati già raggiunti cinque importanti obiettivi: l’acquisto immediato di 15 autobus; l’acquisto di pezzi di ricambio per autobus per un prezzo pari al 25% rispetto a quello di mercato, risparmiando sia tempo che denaro; l’acquisto di pezzi di ricambio per tram; attività di consulenza; attività di formazione per i dipendenti. Inoltre Cacciola comunica che alcuni pezzi guasti sono stati inviati a Torino per farli riparare, visto che sul mercato non sono presenti, e se sono presenti, costano troppo.
NEL 2015 SI RADDOPPIA. Lo stesso assessore alla mobilità messinese ha comunicato di aver ricevuto l’ok dalla Regione per l’utilizzo di fondi Pac per l’acquisto, nel 2015, di ulteriori 40 autobus Euro6 (8 milioni dal Ministero dell’Ambiente, 1 milione e 200mila euro da parte della Regione più altri fondi residui). “Inizialmente avevamo pensato a dei mezzi a metano – spiega Cacciola – ma avremmo avuto problemi per eventuali operazioni da officina. Gli Euro6 hanno lo stesso impatto ambientale, dunque abbiamo preferito questi”.
RIVOLUZIONE CULTURALE. L’altro assessore alla mobilità, quello piemontese, Claudio Lubatti, afferma che Messina e Torino non si devono fermare ai termini di questo accordo, ma devono puntare a qualcosa di più ambizioso: “E’ in atto una rivoluzione culturale nel mondo dei trasporti – spiega Lubatti – e le città si devono adeguare. La domanda del servizio sta aumentando in tutto il territorio nazionale. A Torino negli ultimi anni è salita del 18%. Messina, insieme con Torino ed altre importanti città d’Italia, parteciperà ad un tavolo tecnico di confronto presso il Ministero dei trasporti, per far sì che vengano analizzate le esigenze delle città prima di fare nuove norme”. Cosa sta imparando Torino da questa collaborazione? “Il coraggio dell’innovazione – continua Lubatti – che sta dimostrando questa amministrazione. Messina, al contrario di ciò che pensano i suoi abitanti, ha molto da insegnare. Anche a Torino stiamo lavorando su aree pedonali e piste ciclabili e le polemiche sono simili a quelle presenti qui in Sicilia”. Per Lubatti Messina deve essere co-protagonista, insieme con Torino, per rivoluzionare l’idea di trasporto pubblico locale e il codice della strada.
INVERSIONE DI TREND. I DATI. Il direttore generale dell’Atm, Giovanni Foti, ha poi mostrato i dati relativi ai suoi primi mesi di lavoro in riva allo Stretto: “Si può notare una netta inversione di trend – spiega Foti – anche se non siamo arrivato ancora alla meta, la quale resta ancora lontana”. Da giugno a questa parte sono state “riesumate” numerose linee scomparse da tempo (alcuni esempi: linee 17, 33, 41, 43 ecc.) e con i sei mezzi arrivati recentemente da Milano, ma per vari motivi non ancora utilizzabili, si conta di aumentare a breve l’organico Atm da 41 a 47 mezzi, coprendo così le ultime linee che non hanno a disposizione, al momento, nessun mezzo. In più all’Istituto Basile di Conca d’Oro è stata restituita la navetta per gli studenti ed ha avuto successo il servizio notturno per le linee 2 e 79. “Infatti tra agosto e settembre – comunica Foti – ben 13.042 utenti hanno utilizzato il servizio notturno, con l’utilizzo di 6.232 biglietti (gli altri utenti hanno utilizzato l’abbonamento)”. Altri dati: da giugno a settembre la vendita di gratta e sosta è aumentate del 5,5%; la vendita dei biglietti per bus e tram del 2,35%; gli abbonamenti del 13,76%; i verbali per chi non viaggia senza biglietto addirittura del 148%. Da quasi un mese è possibile acquistare i biglietti direttamente sugli autobus, quando essi sono fermi al capolinea. Foti ha reso noto che i biglietti venduti sui mezzi subiranno un aumento di prezzo, poiché si tratta di titoli di viaggio “salva multa” che permettono l’acquisto a chi non li ha presi altrove. Aumenterà dunque la percentuale di vendita che va al dipendente Atm che vende il biglietto a bordo (attualmente pari al 5%).
BUS DI TORINO VECCHI? FUNZIONANO MEGLIO DEI NUOVI. A chi nei mesi precedenti aveva criticato l’acquisto da Torino di autobus vecchi di circa 20 anni, Foti ha risposto che questi mezzi si sono mostrati molto più affidabili di quelli più recenti: “I nostri vecchi autobus stanno riscontrando pochi problemi – spiega Foti – mentre sono spesso fermi ai box i nuovi Breda Menarini, i quali sono nati male e sono anche difficili da riparare”.
CAMBIO DI MENTALITA’. Per quanto riguarda l’aspetto aziendale, Foti ha affermato che ci vuole tempo prima che anche i dipendenti si abituino ad un cambio di mentalità: “L’Atm ha bisogno di rinnovamento – conclude Foti – e in questi mesi ci sono dipendenti che sono rimasti contenti ed altri che invece si sono detti delusi, com’è giusto che sia. Anche con i sindacati cerchiamo collaborazione. E’ noto a tutti che nella condizione in cui si trovava prima del nostro arrivo, l’Atm non avrebbe resistito a lungo”. Proprio su questo tema, Cacciola ha ricordato che la priorità era quella di far ripartire il servizio, mentre i problemi aziendali e societari saranno risolti successivamente. In conclusione l’assessore alla mobilità ha annunciato che, prendendo spunto dall’esperienza torinese, il Comune sta lavorando per l’istituzione di un servizio di bike sharing ed il collegamento coordinato di tutti i mezzi di trasporto, compresa la metroferrovia. @SimoneIntelisano