“Nessun mancato rispetto della legge”. Guido Signorino, in una nota indirizzata a Emilia Barrile, torna sulla votazione del Consiglio comunale sulla delibera dei debiti fuori bilancio dell’Ato3, e sulla successiva polemica. convenendo sul fatto che la condotta dell’aula non ha mai nemmeno lontanamente intaccato la legittimità delle procedure o dei provvedimenti assunti.
Il vicesindaco, semmai, conferma di essersi soffermato sull'”opportunità tattica”. Ovvero, imputa a qualcuno di avere votato “opportunisticamente”. “Falcoltà – conferma – che rientra nella prassi”. Aggiunge che questa importante votazione, “il cui esito ha dirette conseguenze dannose per l’economia cittadina e per i messinesi, segue altre votazioni su provvedimenti impegnativi che hanno visto il ripetersi di uno schema peculiare”.
Per corroborare la sua tesi, manifestando preoccupazione per le sedute consiliari future, cita quanto messo a verbale in quella dello scorso 17 settembre: “Alcuni personaggi ritengono di poter sfruttare il sentore di un voto favorevole, a fronte della scelta individuale su un possibile guadagno ottenibile da un voto contrario poi pubblicizzabile”. Oppure: “Non ricordo che in precedenti Consigli vi fossero consiglieri che sfruttassero il voto di altri consiglieri”. O ancora: “Molti continuano a fare i furbi in ques’aula”.
Un messaggio, quello dell’assessore al Bilancio, che, invece di incontrare la disponibilità al dialogo del presidente del Consiglio del Comune di Messina, ne scatena la reazione opposta.
Barrile gira la nota a tutti i consiglieri e insiste sulla tempistica “da ultima spiaggia” con cui l’amministrazione continua a proporre le delibere in aula, senza dare il tempo necessario per i “dovuti ragionevoli approfondimenti”, “facendo forse sorgere il sospetto che possano sottacersi verità non utili al disegno della politica stessa. Diversamente – prosegue – si potrebbe concludere che si è di fronte ad amministratori incapaci. Da quest’ultimo pensiero – si corregge subito – non sono stata accompagnata”.
Barrile, pertanto, sciorinando come sempre per iscritto un gergo persino fin troppo forbito, che pare non appartenerle quando parla, taccia la Giunta di palazzo Zanca di perseguire fini ulteriori e interpreta la missiva di Signorino “un tentativo di giustificazione a futura memoria, di chi con la inerzia ha pregiudicato la efficacia e, soprattutto, la funzionalità dell’azione amministrativa”.
Analizzando dall’esterno la situazione, non si può negare di come realmente questo esecutivo abbia l’inclinazione a presentare i provvedimenti da approvare in Consiglio all’ultimissimo momento. Come non si può nascondere che, purtroppo, è tipico della politica, quella che ha fatto finire nel baratro l’Italia, la Sicilia, Messina, ricorrere a sotterfugi e a speculazioni. Non si vota per il bene comune ma per il proprio tornanconto. Anche in questo, quindi, Signorino sbaglia. Non è vero che questo Consiglio comunale è diverso dai precedenti. Al contrario, è identico. A riprova che non è cambiato proprio nulla rispetto al passato.