A Messina l’eccellenza europea nella ricerca e nell’assistenza delle persone autistiche. Il centro, realizzato grazie al progetto Area (Abilitazione, ricerca e tecnologie di e-health per l’autismo) del Cnr, sarà ospitato nei locali dell’ex istituto marino di mortelle Adriana Bosurgi Caneva e ospiterà inizialmente 20 famiglie con i rispettivi bambini affetti da autismo. A presentarlo, questa mattina, a palazzo Zanca, Ottavio Zirilli, responsabile dell’area ricerca del Cnr di Pisa; Daniele Malfitana, delegato del presidente del Cnr Italia, Luigi Nicolais; Roberto Cutajar, direttore generale Stella Maris di Pisa; Maurizio D’Arpa, dirigente del servizio Tutele delle fragilità, in rappresentanza dell’assessore regionale alla salute, Lucia Borsellino; Giovanni Pioggia, ingegnere del Cnr di Messina; Liliana Ruta, ricercatrice del Cnr di Messina e neuropsichiatra infantile; Luca Donato, presidente dell’associazione Linea Curva; Nino Mantineo, assessore ai Servizi sociali del Comune di Messina.
Il centro, primo in Sicilia, si svilupperà esclusivamente grazie ai finanziamenti del Cnr – al momento si parla di un range di 500mila euro – e potrà costituire anche una significativa e qualificata opportunità occupazionale. “I locali – rende noto Accorinti – sono stati assegnati con un bando pubblico. Non abbiamo avuto dubbi nel premiare questo progetto. Verranno consegnati subito per aprire entro dicembre”.
Venti le unità impiegate al momento in termini di personale ma si parla di integrarle con un’altra decina nei prossimi mesi, come conferma Ruta, la quale spiega il funzionamento del progetto con la complicità di Pioggia. Partendo dal presupposto che l’autismo colpisce mediamente un bambino ogni 100 nuovi nati, percentuale altissima, e tende a perdurare per tutta la vita, Area mira a limitare gli effetti dei deficit comunicativi, sociali e cognitivi attraverso un modello che coniuga la ricerca e l’assistenza, puntando sulla diagnosi precoce.
“Questo metodo – spiega Pioggia – consente di studiare la patologia e di assistere le famiglie”. Vengono pertanto predisposti dei laboratori, le cosiddette home-lab, che simulano l’ambiente domestico in grado di accogliere la famiglia per il tempo necessario all’individuazione ecologica precoce dei segni comportamentali e fisiologici dell’autismo: “All’interno delle home-lab – prosegue Pioggia – studiamo il rapporto tra genitori e figli, formando i primi come fossero terapisti. E’ questo il parent coaching”.
“Creeremo – fa eco Ruta, formatasi a Cambridge – dei mini appartamenti hi-tech. Il modello proposto viene sviluppato in prospettiva ecologica, evitando esperienze tipiche degli ambienti ospedalieri, ed ecorelazionale, in grado di riprodurre le relazioni tipiche dell’ecosistema familiare”.
Al momento, la superficie dell’istituto interessata si estende per circa 400 metri quadrati. Le 20 famiglie coinvolte in prima battuta fanno parte di un iniziale nucleo di 30 “già inserite in un iniziale progetto di screening, di diagnosi precoce, su bambini che ora hanno 4 o 5 anni”. “Contiamo – afferma decisa Ruta – di realizzare un polo di eccellenza europeo, competitivo anche con quelli presenti negli Stati Uniti”.
Malfitana ricorda che il progetto, in sinergia con Università e Policlinico di Messina, esalta “il ruolo sociale della ricerca che, in questo modo, viene incontro alle esigenze del territorio”.
Zirilli, messinese e punto di riferimento di assoluto prestigio del Consiglio nazionale di ricerca, che a Pisa ha trova la sua più autorevole espressione, fa presente che si tratta di “un progetto che ha già dato i suoi frutti e che adesso deve trovare sbocchi nella realtà esistenziale e industriale”. In esso si applicano “biomedicali innovativi”. Grazie a esso, “i bambini trascorreranno meno tempo nelle strutture di assistenza, con una sensibile riduzione degli oneri economici”.
“Non solo diamo una risposta concreta a un problema concreto – rileva Cutajar – ma lo facciamo più velocemente. L’importante è tenere sempre alta l’attenzione perché questi problemi non si risolvono mai del tutto. E mi sembra che qui a Messina ci sia la necessaria energia”. D’Arpa evidenzia come la Sicilia si sia dotata di linee guida già nel 2007, atte a percorsi guidati per la diagnosi precoce dell’autismo: “Questo progetto rientra nelle in quelle linee guida”.
Significativo il contributo di Donato, in rappresentanza delle famiglie, che ha posto l’accento sugli effetti collaterali della patologia: “Metà delle madri di bambini autistici sono costrette a lasciare il lavoro, con il conseguente impoverimento dei nuclei familiari. Inoltre, in questo ambito si registra il più alto tasso di divorzi, con molti padri che scappano. Per noi questa è una risposta concreta a un problema concreto. Sebbene abbiamo bisogno di molto di più”.
Accorinti, nel rimarcare come l’assegnazione dei locali all’istituto di fisiologia clinica del Cnr sia coerente con la destinazione d’uso che la famiglia Bosurgi, titolare della donazione, aveva a suo tempo inteso indicare per l’area, non si fa sfuggire l’occasione di accendere i riflettori sulla grande occasione che viene data alla città: “La storia dell’istituto marino è di quelle che si trascinano da 20-30 anni. Nominare l’istituto è sempre stato come nominare la Messina – Palermo. Ora la stiamo risolvendo, come abbiamo fatto per tante altre. Qui c’è l’eccellenza. Pisa rappresenta l’eccellenza in Italia. Noi l’abbiamo portata a Messina. Ed è solo l’inizio”. (@FabioBonasera)