Aperto il dibattito sull’operato dei writer: quando il vandalismo si trasforma in street art e viceversa. I confini che separano le due realtà non sono sempre esattamente identificabili, ma possiamo comunque asserire che un progetto espressivo proteso a diventare cultura, azione, reazione non possa essere paragonato a scarabocchi disorganizzati. Espressione fuori dall’ordinario, nata forse in opposizione all’arte delle gallerie accessibile a pochi, questa manifestazione trova nello spazio comune il proprio medium di riferimento, rivolgendosi così a un pubblico decisamente più vasto.
Dai dibattiti sulla legalità, ai festival in suo onore. Risale al 13 settembre l’inizio della rassegna di street art Re_Acto Fest, tutt’ora in corso e che si protrarrà sino al 12 ottobre. Un evento che porta la street art a L’Aquila con artisti di fama internazionale intenti ad esprimersi mediante una varietà di stili, organizzato e autofinanziato dall’Associazione Re Acto in collaborazione con il Comitato 3e32, patrocinato dal Comune dell’Aquila e dall’Ordine degli Architetti dell’Aquila.
Da Messina, a partecipare lo street artist Kuma che ha dato il suo contributo eseguendo il disegno di furenti sveglie colorate che inveiscono contro triangoli gialli e arancioni: “le sveglie rappresentano gli aquilani che prendono coscienza e cacciano via chi ha speculato sulle loro disgrazie. L’Aquila è una città molto massonica, i triangoli sono quelli degli illuminati”, ci spiega Kuma che in un ulteriore contributo raffigura una donna senza bocca. “La donna è L’Aquila stessa, senza bocca perché non riesce più a parlare, non riesce più a reagire”, ma dal colore, quello dei triangoli che in lei convergono, lentamente si rigenera.
L’opera già da tutti prediletta, tuttavia, è la grande aquila dell’Artista Zed1 nella quale le piccole figure umane rappresentano i cittadini che vanno a ricostruire. Ancora una volta a rivelarcelo è Kuma, emozionatissimo dalla partecipazione a un tale evento.
Il progetto non è il primo del suo genere. L’Aquila aveva già accolto con entusiasmo l’iniziativa proposta dall’organizzazione no profit ArtBridge, consistente nell’apporre pannelli di artisti moderni davanti ai cantieri.
La steet art quale arte dell’immediatezza mira in questo caso alla realizzazione di una vera e propria galleria all’aperto che coinvolge sia il centro storico che alcune strutture periferiche incluse nel progetto Case di Bazzano. Mediante il coinvolgimento del Comune in tali fermenti artistici, l’intento finale dell’amministrazione è quello di rendere colorati e capaci di offrire alla popolazione uno sguardo più positivo quei luoghi che appaiono degradati.
Con un impatto che si prefigura dirompente, l’intervento adotta come filosofia ispiratrice la restituzione di questi spazi alla collettività. Non sarebbe di tale avviso il capogruppo di Forza Italia Guido Quintino Liris che aveva sottolineato come gli inquilini degli alloggi antisismici dipinti non fossero stati interpellati al riguardo.
Rifunzionalizzazione e riqualificazione sono, però, le parole chiave adottate dall’amministrazione. Il nome stesso, ReActo, sarebbe una distorsione street di “reagire”. La rassegna intera, dunque, si offre alla popolazione come strumento per ripensare al luogo pubblico post sisma, articolandosi in eventi di live-painting aperti alla comunità, dj-sets e una selezione di musica dal vivo. (LAURA MANTI)