Armando Di Maria (ex commissario liquidatore), Antonino Miloro (direttore generale), Roberto Lisi e Filippo Marguccio (funzionari del settore Acquisti e Autoparco): questi i quattro indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione di Messinambiente, il cui bilancio era stato bocciato lo scorso 5 febbraio dalla Giunta guidata dal sindaco Renato Accorinti, che proprio alla Procura aveva consegnato un dossier.
Il sostituto procuratore Roberta La Speme che ha ottenuto la proroga delle indagini preliminari, firmando l’avviso di garanzia per i quattro amministratori della società che si occupa del servizio di raccolta rifiuti, formulando le ipotesi di truffa, peculato e falso ideologico.
Un percorso di trasparenza per Messinambiente che prosegue non senza ostacoli. Ricordiamo che lo scorso 25 maggio un grave atto intimidatorio ha coinvolto l’esperto del Comune Leonardo Termini, a cui è stata incendiata l’auto. Mentre ancora si cercano le responsabilità per la morte dell’operaio Antonio Tomasello, avvenuta lo scorso 3 luglio, oggetto di un esposto alla Procura da parte di Cgil che mette in evidenza la mancanza di sicurezza e di manutenzione del mezzo.
Intanto prosegue il lavoro di riorganizzazione aziendale da parte del commissario Ciacci, con il piano trimestrale partito a settembre, in seguito agli accordi sindacali.