Hanno compiuto truffe ai danni dell’Unione Europea e dell’Agea, l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura. A mettere fine a questo gioco, bello – almeno per loro – finché è durato, i carabinieri del nucleo investigativo di Messina e della Stazione di Roccalumera, coadiuvati da personale del nucleo operativo di Messina Sud, della Compagnia di Catania Piazza Dante e della Stazione di Lentini (Siracusa). Nelle prime ore di ieri, giovedì 2 ottobre, nelle province di Messina, Catania e Siracusa, i militari hanno dato esecuzione a 4 misure cautelari personali (una in carcere e 3 agli arresti domiciliari) nei confronti di soggetti a vario titolo indagati per truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità ideologica commessa da privato in atti pubblici ed estorsione. Denuncianti altri 11 mentre sono stati sequestrati beni per 200mila euro.
L’indagine, svolta tra l’aprile 2012 e lo scorso settembre dalla Stazione di Roccalumera in collaborazione con il nucleo investigativo del Comando provinciale di Messina, ha consentito di accertare ripetute truffe avvenute nel 2010 e nel 2011 ai danni dell’Unione Europea e dell’Agea, in qualità di organismo pagatore delle erogazioni concesse a sostegno della produzione agricola degli Stati membri. Protagonista di questo piano risulta essere Roberto Scipilliti (foto in alto), 53enne di Roccalumera, il quale sarebbe stato capace di convincere ben 11 persone indigenti a consegnargli la copia dei propri documenti di identità e false attestazioni circa la proprietà di alcuni terreni agricoli in capo a loro stesse.
Successivamente, Scipilliti, parrebbe grazie alla complicità di Giuseppe Attilio Amore, 54enne, impiegato al Centro autorizzato di assistenza agricola (Caa) di Catania, e di Grazia Giudice, 53enne, impiegata al Caa di Lentini, si sarebbe adoperato per dare avvio alle pratiche necessarie a ottenere, da parte dell’Unione Europea, l’erogazione dei contributi in favore dei richiedenti, che in realtà non ne avevano alcun titolo, in quanto non erano né titolari né, quantomeno, conduttori di terreni adibiti a coltivazioni. A completare il quadro, secondo quanto attestano gli inquirenti, l’estorsione, concretizzantesi nel momento in cui Scipilliti avrebbe consentito ai beneficiari delle erogazioni di trattenere solamente una minima parte delle somme percepite, facendosi consegnare mediante minacce di morte quasi tutto il denaro.
Stessa condotta pare sia stata tenuta da Enrico Guerrera, 34enne messinese, in relazione alla richiesta di erogazioni formulata da uno solo dei soggetti istanti, con il quale però la ripartizione delle somme percepite sembra sia stata concordata, anziché estorta.
I Caa – vale la pena precisarlo – sono gli organismi territoriali di cui l’Agea si avvale per lo svolgimento dei propri compiti istituzionali di organismo pagatore dei contributi e premi erogati dall’Unione Europea a beneficio dei produttori agricoli degli Stati membri.
Al termine delle indagini, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Messina, Maria Teresa Arena, su richiesta sostituto procuratore Antonio Carchietti, ha disposto il carcere per Scipilliti e i domiciliari per Amore, Giudice e Guerrera. Inoltre, per ogni singola condotta, ha disposto le misure cautelari reali finalizzate al recupero delle somme indebitamente percepite. Sono andate avanti per tutto il giorno, infatti, le operazioni condotte dal nucleo operativo di Messina Sud e volte all’individuazione dei conti e al sequestro per equivalente di un totale di circa 200mila euro, suddivisi tra i quattro arrestati e gli altri 11 soggetti coinvolti, che hanno senza titolo beneficiato delle erogazioni dell’Agea e che sono stati denunciati in stato di libertà per i reati di truffa aggravata e di falsità ideologica commessa in atti pubblici.