Mentre la cittadinanza si riversa in viale Europa per protestare (come testimonia la foto), il Consiglio della quarta Circoscrizione va in pressing su Renato Accorinti perché “si opponga, in qualità di responsabile cittadini alla salute, non solo alla chiusura ma anche al drastico ridimensionamento dell’ospedale Piemonte”. Al sindaco di Messina, pure l’esortazione a “garantire e tutelare il centro d’eccellenza neonatale dell’ospedale Papardo, per la fruizione potenziale di tutti i residenti della zona centro-nord della città”.
Il consiglio del Quartiere denominato Centro Storico manifesta il proprio orientamento all’interno di un ordine del giorno, approvato con 8 voti favorevoli e un’astensione, che impegna ancora l’amministrazione comunale a “indire, con urgenza, una conferenza di servizi con prefetto, assessore regionale alla salute, direttore generale dell’assessorato alla salute, presidente e componenti della VI commissione regionale, le parti sociali e chiunque ritenga opportuno, al fine di rassicurare tutti i cittadini che il presidio ospedaliero Piemonte verrà potenziato nella sua mission di ospedale per l’emergenza”.
Tra le altre cose, il Consiglio presieduto da Francesco Palano Quero ricorda che, nel 2013, “il pronto soccorso generale del Piemonte conta circa 32.000 accessi, il pronto soccorso pediatrico circa 5.000 accessi, il punto nascita circa 1.000 parti. “Nell’ipotesi di soppressione del centro neonatale, cosiddetto punto nascite, dell’ospedale Papardo, rimarrebbe scoperta tutta la zona centro-nord della città (oltre 100.000 utenti potenziali)”.
La Circoscrizione ritiene, pertanto, “fondamentale garantire i servizi essenziali e di prima assistenza, nonché favorire un potenziamento delle originarie strutture di emergenza e dei servizi attualmente esistenti del Piemonte e, contestualmente, riattivare il polo materno-infantile dell’ospedale Papardo”. Di contro, rileva come “diverse strutture pubbliche, dislocate in tutto il territorio cittadino, nel recente passato, in ottica di una futura riconversione e riqualificazione, siano invece state lasciate nel più totale degrado e abbandono (ospedale Margherita ad esempio)”.
“Tutte le ipotesi di valorizzazione e rifunzionalizzazione (se concretamente percorribili) – si legge infine nell’ordine del giorno – sono condivisibili purché siano guidate da un ottica di mantenimento in vita della struttura, sia per ciò che rappresenta, sia per l’essenziale servizio che ha offerto fino ad oggi alla cittadinanza, data la posizione strategica di confine tra i due quartieri più popolosi della città”.