“E’ opportuno che il sindaco prenda una posizione a difesa dell’ospedale Piemonte, fugando ogni dubbio e polemica, scaturiti dalla lettera all’assesore regionale alla Salute da lui stesso inviata, in cui non si evinceva di certo la sua ferma posizione per evitare la chiusura di un nosocomio che è punto di riferimento dell’intera città, proponendo, invece, improbabili alternative”. Questo il commento di Marcello Minasi (nella foto proprio accanto al primo cittadino), presidente del Comitato “Salvare l’Ospedale Piemonte”, a seguito della notizia dell’ordine del giorno, avente come primo firmatario la consigliera comunale Giovanna Crifò e condiviso dalla maggioranza dei consiglieri senza distinzione di gruppi politici.
Il documento impegna Renato Accorinti ad “opporsi a tale evento di chiusura e/o ridimensionamento” e di “indire, con urgenza, una conferenza dei servizi con prefetto, assessore regionale alla Salute, direttore generale dell’assessorato alla Salute, presidente e componenti la VI Commissione regionale, le parti sociali e chiunque ritenga opportuno”.
Il Comitato ritiene che tale richiesta giunge opportuna. “La firma di consiglieri senza distinzione di gruppi politici dimostra finalmente – dichiara Minasi – la trasversalità della battaglia, libera da preclusioni ideologiche o di parti politiche. Una posizione, quella del Consiglio Comunale di Messina – continua il magistrato – chiarificatrice, in quanto è proprio il sindaco, nella sua qualità di massima figura istituzionale di riferimento per la sanità cittadina, a dover convocare tutti le parti coinvolte nella vicenda dell’ospedale Piemonte e non già il direttore generale, Michele Vullo, che ha intrapreso una simile iniziativa, seppur con un appello parziale e non a tutti gli attori, per discutere, peraltro, su quella decisione di smantellare il nosocomio di viale Europa da lui stesso portata avanti sin dalla nomina di Dg dell’Azienda Papardo – Piemonte. Una contraddizione, quella di Vullo – conclude Minasi – che il Comitato chiede di superare, ponendo fine una volta per tutte a un’ingiustificata agonia dell’ospedale del centro cittadino, e concentrare, invece, le forze per dare nuovo impulso alla sua vocazione quale punto di riferimento per l’emergenza – urgenza”.