Nelle ultime settimane nel mondo universitario cittadino ha tenuto banco la questione riguardante la riforma dello statuto dell’Ateneo messinese proposta dal Magnifico Rettore, che ha causato non pochi malumori e divergenze tra le diverse realtà accademiche. Non solo gli studenti, ma anche i docenti hanno recentemente manifestato la propria disapprovazione rispetto alcune delle novità previste all’interno del nuovo statuto.
Noi studenti dell’Associazione Atreju, in particolare, intendiamo esprimere il nostro dissenso in merito a ciò che ha causato maggior scalpore tra la compagine studentesca, ovvero la proposta della diminuzione drastica del diritto di voto dei propri rappresentanti (appena il 15% a voto!). Siamo stati sempre indignati per il modo in cui alcuni studenti interpretavano e gestivano le operazioni di voto per l’elezione dei Direttori di Dipartimento (e in particolare del Rettore), ma non è sicuramente questo il modo per fronteggiare la corruzione e la mala-politica, ed è altresì assurdo pensare che essa riguardi solo gli studenti. Dobbiamo essere in grado di eleggere rappresentanti con sani principi, che onorino il mandato conferitogli. La voce degli studenti non si tocca e deve essere garantita in tutti i modi.
Esprimiamo inoltre amarezza nei confronti di chi, dichiarando di considerare gli studenti come il fulcro attorno al quale dovrebbe ruotare il sistema accademico, ne sta al contrario sminuendo inspiegabilmente il ruolo. Sottolineiamo inoltre che già i rappresentanti degli studenti risultano essere il 15% del corpo docente, e dunque il loro voto già incide in minima parte sull’esito elettorale. Non avrebbe dunque alcun senso una ulteriore riduzione del peso elettorale introducendo un voto ponderato pari al 15% per ogni singolo voto espresso, che farebbe sì che il peso del voto di ogni rappresentante degli studenti risulti pari a 2,25% (15 X 0,15) rispetto a quello dei docenti.
Per chiudere, mettendo da parte numeri e ragionamenti contorti, crediamo semplicemente che il voto degli studenti debba essere considerato allo stesso modo in tutte le università italiane, e che sia dunque necessario uniformare su base nazionale il peso della rappresentatività studentesca all’interno di ogni ateneo. Cogliamo dunque l’occasione per appellarci ai nostri rappresentanti in Parlamento, affinché la questione sia affrontata a livello nazionale attraverso una proposta concreta che regolamenti e indirizzi il sistema in modo chiaro e definitivo.
Anche Daniele Travisano, che prima di essere consigliere della IV Circoscrizione del Comune di Messina è uno studente dell’ateneo cittadino, sposa la nostra linea d’azione: <<In un momento in cui vi è una totale disaffezione verso le istituzioni, certe scelte non fanno altro che allontanare i giovani universitari dalla politica, quella autentica e scevra da compromessi di bottega>>.