Messina è una città che non ha memoria. Non la ha perché non ha rispetto, né per se stessa, né per i morti. Nemmeno quando sono bambini. Come nel caso di Nicholas Green, che a soli 7 anni, nel 1994, fu colpito mortalmente nel corso di un tentativo di furto sulla Salerno – Reggio Calabria mentre era in viaggio con i propri familiari. Si spense il primo ottobre, in ospedale, proprio a Messina.
L’evento sconvolse tutto il mondo e nella città dello Stretto decisero di commemorarlo intitolandogli una scuola. Che da ben 6 anni e totalmente abbandonata. Mario Barresi, consigliere della terza Circoscrizione, non adopera un modo di dire quando afferma che “cade a pezzi”, nella sua nota ai vertici del Comune e alla polizia municipale.
Le foto, fornite dallo stesso esponente del Pd, parlano chiaro. E sono un colpo al cuore di Reginald Green, il papà di Nicholas che il prossimo 23 settembre arriverà qui dagli Stati Uniti, dopo aver visitato alcune località italiane che hanno dedicato al figlio vie o parchi. Certamente, è immaginabile che le autorità cittadine gli terranno nascosto questo scempio. Ma per chi sa, per chi conosce la verità, questo è un oltraggio che spacca l’anima. Perché offende il sacrificio di un innocente. Ammazzato due volte. Prima dai suoi aguzzini, poi da questa barbara città.
Barresi chiede da un anno, con insistenza, che il plesso della Nicholas Green venga posto all’attenzione delle istituzioni competenti: “La scuola è abbandonata da 6 anni, senza aver conosciuto mai il vero motivo della chiusura, e da allora versa nel più totale degrado. L’interno come l’esterno del plesso sembrano resti di un edificio bombardato, tanta è la distruzione che si presenta a chi si reca sul posto. Il sottoscritto ha chiesto più volte il recupero della struttura anche per usi diversi da quello scolastico e la stessa richiesta è stata esitata anche tramite una proposta di delibera del Consiglio della terza Circoscrizione”.
In via preliminare, Barresi ha chiesto agli organi competenti almeno la bonifica della struttura da materiali inerti, anche pericolosi, che mettono a rischio i bimbi e i ragazzi che in quel luogo trovano lo spazio per giocare: “Dal luglio 2013 ad oggi vi è stato solo un innumerevole scambio di carte senza trovare alcuna soluzione. Intanto il degrado a monte di Valle degli Angeli aumenta e il silenzio delle istituzioni è davvero sconcertante. Ancor di più sconcertante è l’unica proposta giunta dal Comune che suggerisce di costruire un muro di cemento armato davanti al cancello della ex scuola Nicholas Green per impedire l’accesso a vandali e a persone male intenzionate”.
L’ultimo pensiero del consigliere va al padre di Nicholas, oltre che al bambino al quale la violenza ottusa e ignorante ha impedito per sempre di diventare adulto accanto ai propri affetti: “A Messina, città dove Nicholas morì, viene offesa la sua memoria, della sua famiglia, la quale autorizzò la donazione dei suoi organi, contribuendo a un aumento notevole di questa pratica, che nel 1994 in Italia non riscuoteva sufficienti riscontri. L’unico ricordo che rimane è un ammasso di macerie. Un po’di vergogna è quanto meno opportuna”.