Un pomeriggio movimentato per gli abitanti di Fiumedinisi, dove un bracciante agricolo del posto, è uscito di senno scatenandosi in una serie di reati contro il fratello con cui aveva covato profondi rancori.
Verso le 13.45 di giorno 15 settembre, Catino FRENI, 56 anni, si è presentato davanti a casa del fratello, nel centro del piccolo paese e, in preda alla rabbia, probabilmente a causa di vecchi rancori ingigantiti dal tempo, ha dato alle fiamme l’autovettura del parente.
Subito dopo, si è scagliato contro il furgone parcheggiato a fianco, sempre di proprietà del fratello dell’uomo, sfondando a pugni il parabrezza ed un finestrino laterale, allontanandosi poi precipitosamente. Appena andato via l’aggressore, la vittima del gesto, insieme alla propria famiglia, è uscita dall’abitazione, con l’intento di domare le fiamme prima che avvolgessero l’intera vettura.
In quel frangente, secondo alcuni testimoni, Catino FRENI sarebbe tornato sul posto, effettuando diversi passaggi in macchina con una pistola in pugno, davanti al fratello ed alla sua famiglia, gridando verso i malcapitati frasi esplicitamente minacciose. Successivamente l’uomo si è dileguato, armato, furioso e con le mani ancora insanguinate a causa dei colpi inferti ai vetri del furgone.
Sul posto sono immediatamente giunti i carabinieri della Stazione di Fiumedinisi, le pattuglie delle Stazioni di Alì Terme e Roccalumera ed i militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Messina Sud, i quali hanno subito avviato fattive e frenetiche ricerche per rintracciare l’uomo armato ed evidentemente pericoloso, mettendo in atto anche diversi posti di blocco lungo le possibili vie di fuga dal paese.
Il primo posto dove Catino FRENI è stato cercato è la sua abitazione, poco distante dal luogo del misfatto, ma senza successo. I militari, oltre a piantonare la casa e continuare a battere con le pattuglie l’intero territorio di Fiumedinisi, hanno allora deciso di controllare l’abitazione degli anziani genitori, in Contrada Butali, un abitato isolato a cui si accede percorrendo circa venti minuti di strada accidentata di montagna. Nel cortile della casa degli anziani coniugi è stata subito rinvenuta l’autovettura di Catino FRENI, quella utilizzata durante la scorribanda a casa del fratello.
I Carabinieri hanno allora circondato l’edificio, preparandosi ad un’irruzione e non escludendo la possibilità che l’uomo braccato aprisse il fuoco. Dentro casa, oltre ai genitori, c’era lui, che è uscito spontaneamente e non ha opposto resistenza ai militari operanti. Inevitabili le perquisizioni di macchina ed abitazione, alla ricerca della pistola. Dentro l’auto sono stati trovati degli stracci sporchi di sangue ed una bottiglia di alcool, quella presumibilmente utilizzata per appiccare il fuoco. Ma la pistola non è stata ritrovata, nonostante le minuziose perquisizioni ed il lungo rastrellamento delle campagne adiacenti l’abitazione, ricoperte da una vegetazione molto fitta. L’uomo alternava stati di calma a stati di agitazione, aveva le mani ferite e perdeva molto sangue, per cui è stato portato in caserma, medicato e giudicato guaribile in quattro giorni.
Poteva finire in tragedia ma, a parte queste piccole lesioni alle mani fattisi dall’uomo stesso, nessuno fortunatamente si è fatto male. Escussi tutti i testimoni e ricostruita minuziosamente la vicenda, Catino FRENI è stato tratto in arresto per danneggiamento seguito da incendio, danneggiamento aggravato e minacce gravi. Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria è stato ristretto presso la Casa Circondariale di Messina Gazzi.