Una conferenza stampa convocata stamani dal Gruppo Consiliare Udc per denunciare una situazione che, tanto per cambiare, rischia di penalizzare alcune fasce di cittadinanza attiva (imprenditori, proprietari di terreni, investitori) che, a causa di qualche errore dirigenziale, burocrazia caotica e confusioni sulle competenze giurisdizionali, potrebbe subire danni economici non da poco.
L’antefatto: il 24 giugno scorso palazzo Zanca avrebbe chiesto alla Regione Sicilia un parere sull’applicazione della cosiddetta procedura Via per i fabbricati abusivi oggetto di sanatoria edilizia. In agosto sarebbe giunta la risposta del dirigente della Regione Assessorato al Territorio con la quale comunicava che in attesa della Vas ed in attesa del nuovo Prg , “permane il divieto di edificazione in tutte le aree Natura 2000 ricadenti nel territorio comunale”, che nella nostra città, sono estese per il 75% del territorio.
Secondo i consiglieri scudocrociati il Comune di Messina avrebbe dovuto provvedere a richiedere la valutazione ambientale strategica nel 2002, ovvero al momento dell’approvazione della variante generale al Prg: “Lo stesso assessorato tramite il proprio dirigente che ora chiede il divieto di edificazione nei siti Natura 2000, quindi il blocco dell’edilizia in quasi tutto il territorio comunale, con nota del precedente dirigente preposto del 07-03-2007, escludeva la necessità di sottoporre a valutazione ambientale strategica la variante generale al Prg del comune di Messina”, ribadiscono con una nota.
Qualcuno ha sbagliato ma chi? Sono due le ipotesi: o l’errore è stato del precedente dirigente “che nella nota del 07-03-07 non poneva alcun divieto, o si sbaglia l’attuale dirigente che con tale decisione di fatto andrà a bloccare il settore edilizio e il relativo indotto dell’intera città, e non si fa riferimento solo alla realizzazione di complessi immobiliari, per i quali i grossi operatori sono già scoraggiati dal mercato stagnante e dalla richiesta spropositata degli oneri concessori da parte del Comune, ma si fa riferimento ad alloggi ex 167, ad attività turistico-ricettive, ai lidi, agli stabilimenti balneari, a semplici ampliamenti di fabbricati unifamiliari, alla realizzazione di fabbricati rurali, indispensabili per la conduzione di fondi agricoli o ad altri piccoli interventi interessanti per le imprese artigiane e piccoli imprenditori, che andrebbero a alleviare la disoccupazione, che in città ha raggiunto limiti allarmanti”, continuano i consiglieri.
“Messina era già stata danneggiata con una perimetrazione che ha inserito nella Zps, il 75% del territorio, che non ha eguali in nessuna altra città d’Italia, inglobando aree urbanizzate e antropizzate di nessun pregio e dove c’è poco da proteggere, con la motivazione della migrazione degli uccelli, che riguarda solo ed esclusivamente la dorsale Curcuraci – Dinnammare, lasciando esclusi territori che andrebbero difesi per l’habitat naturale di flora e fauna, primi fra tutti Monte Scuderi e tutte le aree collinari dei comuni della zona Nord”.
E’ chiaro che la nota del dirigente regionale ha causato un caos non da poco: un bandolo a cui bisogna trovare capo e coda. E nell’attesa che il tutto si chiarisca la Commissione competente non si riunisce, rimanendo in attesa dei chiarimenti necessari da parte del dipartimento Politiche del Territorio, determinando inevitabilmente grossi danni economici sulla città e su “chi in questa città vuole fare Impresa e che ha pagato l’esoso diritto comunale per l’intervento sottoposto a Via”, scrivono.
“Una domanda sorge spontanea: come mai l’Assessorato Regionale ha comunicato solo ora, spronato da altri quesiti, il divieto di edificazione nei siti Natura 2000? In atto, in città, con regolare permesso di costruire, si stanno realizzando degli immobili in zona Zps, previa approvazione della Via, altri progetti sono in itinere, con regolare certificazione di destinazione urbanistica da parte del Comune, dove viene indicato chiaramente lo standard urbanistico, senza alcuna preclusione alla edificazione”. I consiglieri Udc spiegano che in casi analoghi, se l’amministrazione comunale sospende le edificazioni in corso, o le pratiche in itinere, “certamente incorrerà nella richiesta di danni erariali da parte delle imprese, con un duro colpo per le asfittiche casse comunali; se non sospende quanto è in corso, crea sperequazione con chi non ha più la possibilità di costruire, ritenendo a ragione, che l’attuale Prg non risulta essere stato sospeso da parte del competente Assessorato regionale, per cui deve ritenersi vigente”.
Insomma, tanto per cambiare, una burocrazia troppo farraginosa e poco attenta rischia di penalizzare proprietari terrieri e imprenditori che negli anni hanno sempre mantenuto comportamenti virtuosi e onesti, non derogando i pagamenti dei tributi o il rispetto delle regole imposte. “Siamo convinti che la città non può rimanere ferma in attesa di un nuovo Piano regolatore, che tarda ad arrivare e che sostituisca l’attuale, che per la verità, ha causato notevoli danni alla città, ma che in atto è ancora vigente, per cui rappresenta lo strumento urbanistico a cui gli operatori del settore, devono fare riferimento”, dichiarano, evidenziando come l’Amministrazione Accorinti stia solo illudendo città e imprenditori, annunciando l’avvio di iter per il nuovo Piano e indicendo conferenze stampa su un Pico del quale non si è ancora visto neanche lo scheletro.
“Si sta ancora valutando l’alta figura professionale che dovrebbe coordinare il gruppo di lavoro, ma ancora non è stata fatta alcuna nomina, nel frattempo la città, aspetta e si interroga sul proprio destino, che appare disperato e nebuloso, con un ‘Amministrazione balbuziente e capace di eseguire solo gesti di grande richiamo mediatico, senza aprire alcuno spiraglio a operatori della città o di altre regioni che possano investire sul territorio, per far si che anche la nostra città, dove non si riesce a eseguire una sola infrastruttura e dove le sopraelevate per non fare incrociare i mezzi pesanti con il traffico cittadino sono solo chimere, per cui si deve solo ed esclusivamente vietare e solo vietare, corra al passo di altre città che progrediscono grazie a una buona politica, e dare la possibilità ai nostri figli di non fare e disfare le valigie costretti a migrare per un futuro che in questa città appare negato”.
Il Comune, di fatto, avrebbe la colpa di essere intervenuto male e tardi e a questa situazione, i consiglieri di centro, chiedono si faccia fronte senza indugi. (@eleonoraurzi)