MENEZ TIENE IN VETTA IL MILAN, TONFO NAPOLI. E AL SASSUOLO NON RESTA CHE…LOTITO

Il successo conseguito stasera dal Verona in rimonta sul Palermo, nel monday night dello stadio Bentegodi, chiude il quadro della seconda giornata di serie A. Immeritata la sconfitta dei rosanero che, dopo essere passati in vantaggio con Franco Vazquez, hanno pagato due clamorose ingenuità: la trattenuta in area di rigore di Andelkovic sull’ex di turno Luca Toni, che ha poi trasformato dal dischetto, e la frittata gialappiana servita da Sorrentino e Pisano in occasione del raddoppio scaligero.

Facendo un passo indietro, i risultati domenicali più roboanti chiamano in causa le due squadre di Milano.

Va subito anticipato che a Giorgio Squinzi non resta che appellarsi al presidente ombra della FIGC Claudio Lotito, malcelato mentore del nuovo effettivo Tavecchio: quando la prossima estate si terrà l’annuale cerimonia di compilazione del calendario, l’onnipresente numero uno della Lazio potrebbe essere chiamato ad intercedere al fine di evitare un ulteriore scontro settembrino tra Sassuolo e Inter. Come sapete, oltre che presidente di Confindustria, Squinzi è anche il patron della malcapitata compagine emiliana che ieri ne ha beccati altri sette dalla banda Mazzarri. Il 22 settembre del 2013 il teatro della grandinata fu il Mapei Stadium, quest’anno il copione è andato in scena a San Siro. Perché allora non chiedere al buon Lotito, che oramai tutto può? Per il deus ex machina del nuovo corso federale un simil magheggio dovrebbe rivelarsi un gioco da ragazzi: il terzo 7-0 sarebbe intollerabile e si sa quanto nel calcio la scaramanzia sia importante.

Nel corso della prima recita casalinga, che ha visto tornare a risuonare dopo due anni la celebre ”Pazza Inter, amala”, tra i nerazzurri hanno brillato – su tutte – le stelle di Maurito Icardi, autore di una tripletta di pregevole fattura, e Mateo Kovacic, in grado di accendere sempre la luce negli ultimi 30 metri.

Attraversando idealmente i Navigli, sta ancora meglio la co-capolista del Milan, impostasi a Parma con un pirotecnico 5-4 da tramandare ai posteri. Inzaghi in panchina esulta in maniera non troppo dissimile da quella che lo contraddistingueva da calciatore, il suo entusiasmo è sempre uno spettacolo e, a giudicare dai fatti, è decisamente contagioso.

Certo, la difesa deve essere assolutamente registrata e gli infortuni occorsi ad Alex e Diego Lopez rallenteranno il processo, in compenso dalla cintola in su i meneghini possono fare ammattire chiunque. Sarà curioso individuare, acciacchi a parte, gli identikit dei due che resteranno fuori tra Honda, El Shaarawy, Fernando Torres, Bonaventura e Jeremy Menez, incostante – al limite dell’indisponente – a Roma e Parigi, stratosferico e decisivo funambolo in queste prime uscite in rossonero da attaccante puro, ruolo cucitogli a sorpresa dal giovane mister. Sembra difficile al momento, alla luce di quanto sopra, la variabile con l’arretramento dell’ex atalantino Jack. Ad ogni modo, beata abbondanza: Balochi ?

In testa alla classifica, a pari merito con i ragazzi di SuperPippo, troviamo le solite Juventus e Roma, vittoriose sabato in anticipo ai danni – rispettivamente – di Udinese ed Empoli. Rendimento speculare quello tenuto sinora dalle favoritissime (2-0 in casa e 1-0 in trasferta) nelle due partite disputate. Vedremo se e quanto inciderà sul loro cammino l’inizio della Champions League, al via domani sera.

Non è riuscito a tenere il passo delle battistrada il Napoli, che pur creando tanto è capitolato clamorosamente al San Paolo al cospetto del Chievo, corsaro grazie ad un diagonale mancino di Maxi Lopez. Più che la singola debacle è la situazione generale a preoccupare i supporters di fede partenopea. Tra un Benitez che va in ferie (sic!) durante la sosta, uno scivolone mediatico dietro l’altro (l’ultimo quello di De Laurentiis junior) e le giuste polemiche per il sostanziale immobilismo sul mercato, costato l’estromissione dalla Champions, la polveriera va riempiendosi. E se Higuain e Callejon non ritrovano la giusta voglia…

Da rimarcare le vittorie interne di Lazio e Samp: i capitolini hanno sbrigato in scioltezza la pratica Cesena, troppo arrendevoli i romagnoli lontano dalle mura amiche; mentre la Doria ha regolato il Torino con il più classico dei risultati, suggellato da un super gol di Stefano Okaka.

L’Atalanta ha infine espugnato il Sant’Elia condannando il Cagliari di Zdenek Zeman al primo, ingiusto, stop stagionale, mentre l’unico segno ics di giornata si è registrato all’Artemio Franchi, dove Fiorentina e Genoa hanno chiuso a reti inviolate.

Jody Colletti      Twitter: @jodycolletti

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