La settimana di Palazzo Zanca si chiude con una seduta del consiglio comunale che, dal rientro dalle ferie, ha visto un intensificarsi dei propri lavori (non sempre con esiti proporzionati alle ore di assemblea, a dire il vero). Rispettato il solito rito del ritardo (imbarazzante di un’ora e 51 minuti) l’assise si è animata con un primo intervento del consigliere Nicola Cucinotta il quale ha richiesto il prelievo di un suo atto di indirizzo, teso ad integrare la delibera circa il piano di riequilibrio votato giorni addietro.
Quella del consigliere democrat nasceva come emendamento presentato e poi ritirato per agevolare i tempi di voto del famigerato piano e, oggi, spunta nuovamente, sotto le vesti di un atto d’indirizzo. “Sembra una cosa complessa, invece è semplicissimo”, esordisce il proponente. Ma evidentemente non devono pensarla tutti così e, allora, a pochissimi istanti dall’apertura dei lavori, diventa necessario richiedere una sospensione utile a quella fase di public relation tra i banchi dell’assise. “La richiesta che faccio riguarda la Stu Tirone”, spiega Cucinotta. “Dopo le numerose audizioni per evitare possibili contenziosi invito i colleghi a sottoscriverlo e a votarlo positivamente”.
Ma cosa propone quest’indirizzo che, secondo il democratico in alcun modo inciderebbe sul piano? Lo spieghiamo con le parole di Piero Adamo, spuntato in sala, dopo l’interruzione, con un faldone di documenti tra le mani.
“Nel piano di riequilibrio compare questo intendimento dell’amministrazione: ridimensionare la Stu. Nel bene o nel male, per la prima volta questa giunta ci dice che cosa vuol fare su varie questioni, in modo ufficiale. E noi possiamo dire staremo a vedere ma non esprimere un no secco a priori”.
Come inciderebbe l’emendamento/atto è più semplice di quanto non sembri, infatti, il proponente chiede proprio che questo ridimensionamento “non s’ha da fare” perché andrebbe a toccare l’aspetto inerente le spese di progettazione che, secondo Cucinotta, potrebbero cagionare un danno erariale per le casse del Comune.
E se il progetto presentato dall’Esecutivo prevede di “ricondurre la Stu ad una struttura per la riqualificazione di una porzione di quartiere, di ridimenzionarne il progetto”, continua Adamo, “viene chiarito anche che in sede di assemblea del CdA, il partner pubblico (il Comune) ha contestato alcune spese per attività di progettazione.
“Scegliere di operare dei tagli, come farlo e dove tagliare è compito di chi governa, non del Consiglio comunale”, prosegue il consigliere di SiAmo Messina. “L’amministrazione si assume il rischio di contenziosi e lo esplicita, forse avranno già contezza di parcelle inevase”, conclude, chiarendo che per coerenza esprimerà voto negativo alla proposta del collega del Pd.
“Scusate ma noi alleghiamo un atto di indirizzo ad un piano pluriennale che va destinato alla Corte dei Conti?”, domanda retorico Luigi Sturniolo, il quale etichetta la partecipata come un “mostro societario senza alcuna ragion d’essere. Il fatto è che tenere in piedi una società senza futuro ma che immagino continui ad avere spese non solo non ha senso ma è un problema E da parte nostra continuare ad alimentare questo meccanismo non è giusto”. (@EleonoraUrzì)