Infinita, questo è l’aggettivo ideale per la seduta odierna del Consiglio comunale. Ordinaria amministrazione, del resto perché a queste assemblee interminabili, il consesso, apparentemente sempre più scollato nelle sue componenti, confusionario e disorganizzato, ha abituato gli “spettatori”. Uno show, sì, di quelli che spesso lasciano con l’amaro in bocca, specie quando interventi di “colore” sono in primo piano rispetto ai contenuti reali e gli scontri e le polemiche sono un rituale d’obbligo più che un’eccezione.
Con l’ormai tradizionale ritardo di un’ora e mezza (per lavori di commissione non ancora terminati alle 10.30), la seduta odierna ha avuto inizio tra i disagi e i malumori. Un sistema elettronico del tutto in tilt: microfoni fuori uso e sistemi di voto e verbalizzazione affidati, per l’occasione, alla vecchia trascrizione manuale, tanto cara agli egizi. Due i tempi in cui la tragicommedia odierna è andata in scena: durante il primo, è stato il regolamento Iuc, l’imposta Unica Comunale, protagonista assoluto che tra dibattiti, interventi ed emendamenti da votare, è stato approvato dalla maggioranza dei 27 presenti, dopo qualche ora di confronti e dichiarazioni. Fine primo tempo: una riunione dei capigruppo per parlare di tariffe Tasi, richiede uno stop di mezzora.
L’approvazione di questi due atti (regolamento Iuc e Tasi) è improrogabile e va risolta entro oggi per evitare il patatrack che determinerebbe la perdita di introiti da milioni di euro, come l’assessore al ramo ha più volte precisato.
Si sa, “il tempo è relativo”, è così i trenta minuti trascorrono senza che l’aula si rianimi e dopo quei trenta ne passano molti altri. Poco prima delle 16,45 i consiglieri tornano ai loro posti (pare dopo scontri al vetriolo in commissione) per affrontare la delibera relativa le tariffe Tasi. Il modo in cui gestire il budget e ripartirlo tra le diverse voci in bilancio non manca di alimentare contrapposizioni. Due gli emendamenti alla proposta della giunta: il primo – che il segretario generale metterà al voto – presentato dal consigliere Claudio Cardile (da oltre un mese alle prese con l’analisi della ripartizione di queste somme) e sottoscritto da Udc, Pd, Forza Italia e Ncd; il secondo, firmato da Megafono, CMdB, Gruppo Misto e Art.4.
Il casus belli di questo contrasto sono i servizi sociali che, secondo molti membri del consesso, non rientrerebbero tra quei servizi indivisibili che la tassa comunale è previsto copra. “Lo stesso dottor Le Donne non ha affatto sostenuto che essi possano essere considerati tali”, ha commentato la capogruppo del Nuovo CentroDestra, Daniela Faranda.
“La democrazia è bella perché ognuno ha le sue opinioni e non giudico quelle dei colleghi perché qualsiasi scelta poteva essere quella giusta”, dichiara Cardile. “Circa un mese fa avevo presentato un emendamento in cui ridimensionavo la spesa destinata ai servizi sociali da 2 milioni a 300mila euro: da allora l’assessore Nino Mantineo non si è mai pronunciato, non c’è stato confronto o altro, diversamente che con altri suoi colleghi. Credo che lo scopo della politica sia saper mediare. Il suo obiettivo deve essere trovare un punto di incontro, ma per far questo ci vuole il confronto”. Il consigliere di Felice per Messina racconta che: “Il dirigente Bruno, durante la sospensione della seduta – si cita testualmente – ci ha confermato che i 2 milioni previsti dall’Amministrazione nascevano da un’esigenza: dall’ insediamento, quest’Amministrazione ha predisposto i bilanci sulla base di quello realizzato dall’allora commissario Croce. Nei mesi del suo mandato, ricorderete, i servizi sociali si sono bloccati e quindi, a conti fatti, sono risultati avere un costo minore, inferiore di 2 milioni di euro. Questi stessi due milioni che mancano in bilancio e che loro – l’Amministrazione – volevano recuperare dalla Tasi”. In ogni caso, quali sarebbero questi servizi sociali da finanziare? “La casa di Vincenzo”, rispondono tutti i consiglieri interpellati e così si legge nel documento d’indirizzo della giunta. “Con tutto il rispetto è un servizio individuale non indivisibile”, conclude Cardile.
“I servizi sociali non funzionano da tempo e l’Amministrazione non ha provveduto, sin qui, a predisporre i bandi necessari; andiamo avanti a proroghe e pure colpevolizziamo il consiglio per non aver ceduto ad una certa pressione psicologica?”, asserisce retorica Faranda. Una pressione che sarebbe avvenuta solo in aula visto che “l’assessore non è mai venuto a riferire circa la destinazione di questo budget che ancora oggi era molto confuso”, sostengono la consigliera del Nuovo CentroDestra e la collega Udc, Mariella Perrone. “I servizi indivisibili sono quelli di cui usufruisce l’intera comunità, questo non dobbiamo ignorarlo”, continua la scudocrociata.
Al termine della seduta, con 15 voti favorevoli (6 contrari e 5 astenuti), il consiglio si è pronunciato in favore del piano tariffario Tasi emendato sulla base della proposta di Cardile e co. che, dunque, redistribuisce i 2 milioni originariamente inseriti al capitolo “servizi sociali” tra quelli considerati “per l’intera comunità, come ad esempio la manutenzione delle strade”, come chiarisce la Perrone che aggiunge: “Chi ha votato oggi questa proposta di delibera ha votato con reale senso di responsabilità; chi ha votato contro non vuole il bene di questa città, mi spiace”. (@eleonoraurzi)