Il Papardino, cuore primordiale dell’ospedale a nord della città, starebbe aspettando il rientro del reparto di Ostetricia e Ginecologia dal Presidio Piemonte per trasformarsi nell’unico Punto Nascita dell’Azienda Papardo-Piemonte e le indicazioni dei costi per il suo adeguamento da parte della Direzione generale. Se non fosse accaduto l’intoppo, come da copione al traguardo di una risoluzione. “Com’è possibile che nessuno si sia accorto in questi anni che Malattie infettive e Psichiatria condividono lo stesso edificio di Ostetricia e Ginecologia, a dispetto di ogni normativa sanitaria?”. A chiederselo sbigottito è il manager Michele Vullo che, dallo scorso mercoledì dopo l’incontro del 2 settembre in sede assessoriale, ha avviato una serie di sopralluoghi al plesso per giungere alla conclusione di oggi: “Il delicato stato di mamme e bambini subito dopo il parto – evidenzia – deve essere mantenuto lontano da qualunque agente patogeno e non può essere invece mescolato agli utenti che visitano Malattie infettive o ne richiedono le cure. Presenterò in tempi brevi, anche la settimana entrante, ben due piani di fattibilità per l’eventuale sistemazione del Punto Nascita, esclusivamente al Papardino. E’ assurdo, una vergogna che ci siano un ingresso unico, un ascensore e scale in comune tra queste due unità complesse. Il reparto Malattie Infettive, per legge, deve essere cautelato dal contesto ospedaliero, comunque provvisto di camere particolari. Il suo trasferimento avrebbe un costo superiore alla sua permanenza nell’edificio. Un primo progetto iniziale potrebbe prevedere la realizzazione di un ascensore esterno che colleghi le sale operatorie del piano seminterrato alla degenza del secondo livello. Per il secondo progetto, si dovrebbero trovare e conformare altri locali in un’altra ala del Papardo”.
Ad occuparsi della fase progettuale è sempre il responsabile dell’Ufficio Tecnico del Papardo, l’ingegnere Pernice. I meandri del Papardino, a volte, necessitano di “visite guidate” per capire le “incomprensibili logiche” di distribuzione degli spazi. Lo stabile che è suddiviso in due piani parte da un livello “Zero” dove è allocata l’Unità di Emodialisi e dove insistono altri locali vuoti ed utilizzabili, secondo i nuovi dirigenti, per terapie moderne, quali la preparazione al parto in acqua. In funzione della crescita del numero dei parti annui grazie all’unione dei 2 Punti Nascita (si arriverebbe ad oltre 1300), diventa indispensabile una terza sala chirurgica (come da decreto del 2011) al piano “- 1”, dove si articola il Gruppo operatorio con 2 Sale travaglio e 3 sale Parto. Di queste, solo 2 sono attualmente trasformabili in sale chirurgiche quindi con “lettino chirurgico” e con gas medicali. I posti letto ubicati al secondo livello, al momento, sono 15 ma aumenteranno a 30, sempre nel rispetto del decreto. Al Piemonte, adesso con l’accorpamento, sono infatti 24. In questa area, ci sono anche Pediatria, Neonatologia e il locale predisposto per l’Utin, già messo a norma con gas medicali a soffitto, che dovrà essere riempito dalle apparecchiature del presidio di Viale Europa. Nota dolente resta il primo piano dove sorgono appunto Malattie infettive e, nell’ala opposta, la Psichiatria come servizio dell’Asp. Quando verranno eliminate (“nell’arco di sei mesi” – spera il direttore generale), si potrà parlare di effettivo Punto Nascita.
“La Regione, per la prima volta – continua Vullo -, ci invita a sviscerare gli aspetti organizzativi e strutturali e a quantificare l’impatto economico per sistemare il Punto Nascita al Papardo e spingersi verso un destino d’avanguardia con il Polo Materno-infantile. La politica locale sembra in sintonia con la cittadinanza. Ma c’è chi si domanda giustamente cosa ne sarà dell’ospedale Piemonte. Per questo, coinvolgerò l’Ordine dei Medici, le Società scientifiche e il Policlinico Universitario, con in testa il direttore amministrativo Giuseppe Laganga, con cui ho già lavorato e che ho già contattato. Queste realtà costituiranno una Commissione di valutazione rappresentando la parte tecnica d’esperienza ma ci sarà posto per la parte popolare, interpretata dal Comitato ‘Salvare l’Ospedale Piemonte’ ed altri”.
Ad avanzare è l’ipotesi della struttura di Riabilitazione che materializza il déjà vu dell’ex ospedale “Regina Margherita” con l’interessamento dell’Irccs “Centro Neurolesi Bonino Pulejo” oppure l’ipotesi di una Rsa.
Vullo fa trapelare a sorpresa la notizia di un possibile concorso di primario proprio per l’Unità di Ostetricia e Ginecologia, in attesa di una deroga da parte del Governo siciliano che sblocchi le procedure. Intanto, l’incarico ad interim è stato assegnato, da fine agosto, al già primario di Neonatologia del Piemonte, Nello Aversa.(@MARCELLA RUGGERI)