Una petizione popolare per l’istituzione di un nucleo investigativo speciale regionale. A indirla sono stati i familiari degli scomparsi siciliani. La richiesta è rivolta al Governo regionale. A Messina, la raccolta delle firme si tiene negli uffici elettorali di palazzo Zanca, da lunedì a venerdì, dalle 9 alle 13. Martedì e giovedì anche dalle 15 alle 17.
Dal 1973 ad oggi – si legge nel sito online allestito dai parenti – sono scomparse in Sicilia 2.678 persone (dato aggiornato al giugno 2013). E molte di esse sono diventate, loro malgrado, famose in tutta Italia. Come la piccola Denise Pipitone, letteralmente svanita, ad appena 3 anni, alle 12 del primo settembre 2004, a Mazara del Vallo. Ci sono molti minori tra gli scomparsi siciliani. Si tratta sempre e in ogni caso di vicende strazianti. Come quelle di Tindaro Bisazza, allontanatosi da un centro riabilitativo di Castanea l’8 aprile 2013 e mai tornato. Di Antonino Casola, scomparso da Giardini Naxos in circostanze poco chiare mentre era fuori in barca.
Insieme a loro, in questo limbo insopportabile per coloro che li amano, versano Antonio e Stefano Maiorana (padre e figlio forse rimasti vittima della lupara bianca), Mariella Cimò, Gianluca Bianca, Salvatore Colletta, Mariano Farina, Simona Floridia, Giuseppe Florio, Antonio Franzò, Salvatore Giannone, Vito Grasso, Michele Larreta, Maria Lo Bianco, Andrea Lo Cricchio, Marcello Volpe, Michele Rizzotto, Leda Maria Scollo, Battista Ruggeri, Giuseppe Bruno.
“Il fenomeno – riportano i familiari nel sito – è una realtà sempre in crescita, purtroppo, ma i mezzi legislativi e i protocolli di ricerca risultano spesso insufficienti a risolvere e a prevenire i casi. La Regione Sicilia, essendo a statuto autonomo, può legiferare in tema di sicurezza in maniera indipendente dal Governo italiano”. Per questo le famiglie degli scomparsi siciliani si rivolgono al governatore e al presidente dell’Ars per chiedere l’istituzione di un nucleo investigativo speciale regionale.
Nell’istanza, si chiede a Rosario Crocetta e Giovanni Ardizzone “di attivare tutto ciò che è nel vostro potere istituzionale per porre termine a un dramma, a un’insicurezza che non è solo dei familiari stessi, ma di tutta la cittadinanza”. Gli scriventi invocano un’attuazione parziale, ma immediata dell’articolo 31 dello statuto della Regione, che al primo comma recita: “Al mantenimento dell’ordine pubblico provvede il presidente della Regione a mezzo della Polizia dello Stato, la quale nella regione dipende disciplinarmente, per l’impiego e l’utilizzazione, dal Governo regionale. Il presidente della Regione può chiedere l’intervento delle Forze Armate dello Stato”.
“Noi chiediamo – specificano – che venga costituito un nucleo investigativo speciale regionale per le persone scomparse, dotato di risorse umane e tecniche di prim’ordine, nonché di poteri investigativi che consentano di giungere rapidamente alla determinazione della verità. Chiediamo che venga istituito inoltre un capitolo di spesa per l’acquisto di cani specializzati nella ricerca di persone, georadar e droni. Questo nucleo dovrebbe essere dotato anche di reale autonomia, che consenta allo stesso di non essere soggetto ad indebite pressioni che possano arrivare dall’esterno, posto solo per gli aspetti amministrativi alle dipendenze della presidenza della Regione”.
Tutti i familiari degli scomparsi, uniti tra loro in questa coraggiosa battaglia, chiedono “che la Sicilia su questo tema faccia sentire la sua voce e sia da esempio per tutti. Si può fare con iniziativa di legge parlamentare o con disegno di legge presentato dal Governo della Regione. Per questo indirizziamo la presente petizione ad entrambi i presidenti. I nostri familiari, di cui nulla sappiamo ad oggi – concludono – ce lo chiedono e noi non possiamo lasciare nulla di intentato per avere giustizia. Noi oggi lo possiamo fare! E quindi lo dobbiamo fare!”. (@FabioBonasera)