Una “guerra rosa” quella che si gioca all’Ars sul Piano Giovani. Il Movimento 5 Stelle, e in particolare le due deputate Ciano e Zafarana, chiedono a gran voce le dimissioni di Nelli Scilabra, l’enfant prodige della giunta Crocetta, oggetto di una mozione di censura da parte del gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle.
Il primo atto politico della neo capogruppo Valentina Zafarana è composto da cinque pagine fitte che ripercorrono i fallimenti del giovane esponente del governo Crocetta non solo sul versante del criticatissimo piano giovani, ma anche, e forse soprattutto, nel settore della Formazione professionale, letteralmente smantellato e con molti lavoratori ridotti quasi alla fame.
L’atto, comunicano i pentastellati, sarà “caricato” nel sistema informatico dell’Ars già questa sera.
Critiche dal M5s sono mosse comunque anche all’assessore Bruno, le cui colpe sono giudicate minori solo perché arrivato da poco alla corte di Crocetta.
“Nel penoso campionato di scaricabarile e lancio degli stracci – affermano le deputate Gianina Ciancio e Valentina Zafarana – gli assessori, soprattutto la Scilabra, hanno dimostrato grande talento, non certo nel governo di un settore nevralgico come quello che sovraintende all’occupazione, ai tirocini e alle politiche del lavoro, che in una terra come la nostra non permette errori, specie se questi lasciano cicatrici evidentissime sula pelle dei giovani. Non può finire – continuano le deputate – a tarallucci e vino. Quando si hanno incarichi di un certo tipo non sono permessi sbagli così eclatanti, senza considerare che la Regione è stata pericolosamente esposta ad azioni risarcitorie in parecchie direzioni, che potrebbero pesare non poco sui già asfittici bilanci”.
Da censurare per le deputate Cinquestelle anche il comportamento del presidente della commissione, Marcello Greco (nella foto), messinese come Zafarana, che non ha acconsentito ad aggiornare la seduta tra una settimana, per avere dal governo notizie precise sulla revoca o meno del bando del 18 agosto. “La politica – afferma Zafarana – perde credibilità quando non prende impegni precisi. Qui i deputati sono tutti bravi a censurare l’indirizzo politico e a fare rilievi, quando però c’è da prendere impegni precisi, ecco che il presidente per primo dà corda al governo. Noi non ci stiamo”.