Francantonio Genovese torna in carcere. Il Tribunale del Riesame di Messina, accogliendo il ricorso della Procura, ne ha disposto nuovamente la custodia cautelare in carcere. I giudici hanno annullato l’ordinanza del giudice per le indagini preliminari che avevano disposto gli arresti domiciliari per il parlamentare indagato per associazione per delinquere truffa e frode fiscale nell’ambito della inchiesta Corsi d’Oro, sulla formazione professionale in Sicilia, avviata proprio dalla Procura di Messina. L’ordinanza non è esecutiva fino al momento in cui lo diventerà per termini o sentenza della Cassazione.
Genovese Si era costituito nel carcere di Messina lo scorso 15 maggio, subito dopo che la Camera dei deputati aveva votato l’autorizzazione a procedere al suo arresto. Dal successivo 21 maggio si trova ai domiciliari. Dopo l’interrogatorio di garanzia, il Gip di Messina aveva ritenuto che pur permanendo il concreto pericolo di reiterazione di analoghe condotte criminose, allo stesso tempo erano “attenuate le esigenze cautelari”, tenuto conto anche dell’atteggiamento dell’indagato il quale, “pur avendo avuto la concreta possibilità di sottrarsi all’esecuzione della misura, durante l’esame dinanzi alla Camera dei deputati, si era spontaneamente costituito”.
Una decisione che adesso il Tribunale della Libertà, accogliendo il ricorso presentato dalla Procura di Messina, ha ribaltato, disponendo la misura della custodia cautelare in carcere in sostituzione degli arresti domiciliari. I giudici “sospendono l’esecuzione” del provvedimento “sino al momento in cui diventerà definitivo”.
Intanto il 7 agosto scorso la Camera dei deputati aveva detto sì alla concessione delle trascrizioni delle intercettazioni telefoniche a carico di Francantonio Genovese. L’assemblea ha autorizzato soltanto le comunicazioni precedenti all’iscrizione nel registro degli indagati dell’ex sindaco di Messina, avvenuta il 12 dicembre del 2011.