Già annunciato nella conferenza stampa di presentazione del cartellone della nuova stagione del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, prenderà il via da ottobre il progetto “Laudamo in Città” della compagnia Daf Teatro dell’Esatta Fantasia, in collaborazione con il Teatro Vittorio Emanuele di Messina, ideato e diretto dagli attori Angelo Campolo e Annibale Pavone.
“Un lavoro sul territorio”, nelle intenzioni di Campolo e Pavone, articolato in un programma di sei “sezioni” per utilizzare la Sala Laudamo come spazio polifunzionale adibito a rassegne, residenze, un festival delle scuole, incontri con le librerie e soprattutto un progetto a lungo termine con il laboratorio teatrale “Nel Paese dei Balocchi”.
Avendo come base di partenza e ispirazione il “Pinocchio” di Collodi, il laboratorio esplorerà alcuni temi del racconto incarnati dai suoi personaggi principali e si articolerà in quattro distinte fasi o “stanze”, con un diverso argomento centrale: “l’Istinto” , ”la Solitudine”, “l’Inganno” ed infine “l’Amore”. Quattro spettacoli che, da ottobre a maggio, accompagneranno il lungo e articolato percorso didattico del gruppo di lavoro, ciascuno guidato da un diverso regista o attore. Oltre a Campolo e Pavone firmeranno le regie degli altri spettacoli Paride Acacia, celebre protagonista del musical Jesus Christ, e il giovane attore Giacomo Ferraù, di recente vincitore del premio in box e da anni attivamente impegnato con la compagnia del regista argentino Cesar Brie. Ad affiancarli nella fase di sviluppo drammaturgico dei testi ci sarà Saverio Tavano, autore e regista di “Patres”, piccolo gioiello teatrale che quest’anno ha raccolto numerosi riconoscimenti in tutta Italia.
Dal 1 settembre sarà disponibile il bando rivolto ad aspiranti attori under 30 per partecipare al laboratorio teatrale che avrà inizio il 1 ottobre. “Nelle intenzioni di tutti noi” dichiarano gli ideatori “sarà un lavoro condotto con passione e impegno, in vista della ripresa dell’attività del Teatro di Messina, per ridare al teatro ciò che è del teatro: la sua funzione sociale di luogo di rappresentazione della comunità nella quale agisce, attraverso il dialogo con la vita, con la politica e con i cittadini”.