COMUNE, CONSUNTIVO BOCCIATO DAI REVISORI: SFORAMENTO DI 39 MILIONI PER PARTECIPATE

“Il parere è assolutamente negativo sul Bilancio consuntivo 2013 di Palazzo Zanca. Noi non vogliamo fare i bacchettatori di turno, non possiamo censurare il comportamento dell’Amministrazione ma analizziamo il dettaglio tecnico. Alcune voci devono essere riviste e ricalcolate. La parte più confusa è quella legata alle spese del personale. 39 milioni di euro è lo sforamento delle sole Società Partecipate in questa materia”. Così interviene oggi il presidente del Collegio dei Revisori dei Conti, Dario Zaccone, a seguito dello stop dato ieri allo staff del Sindaco Accorinti sul tanto tribolato Consuntivo dello scorso anno. I vertici e i dirigenti al ramo del Comune stanno operando le dovute verifiche a meno che non emergano fatti nuovi.
“L’Amministrazione sta cercando di fare leva sul noto parametro deficitario numero 6 – puntualizza Zaccone – che si riferisce all’organico. Per l’esattezza, vorrebbe evitare che il riesame comprendesse l’accorpamento delle Partecipate. Noi abbiamo invece inserito nel 6 anche le spese di queste ricavando quel debito di una quarantina di milioni di euro. Anche noi potremmo imbatterci negli errori ma siamo forniti di una lunga e cospicua documentazione a supporto. Siamo consapevoli che la tematica riguardante i rapporti tra l’Ente e i dipendenti è piuttosto ingarbugliata per cui stiamo ricontrollando e rivalutando circolari che indirizzano a norme e decreti, insomma tutto ciò che occorre per organizzare altri risultati. E’ certo che il parametro 6 è obbligatorio per legge e il Comune appare in pre-dissesto persino in altri: il 2 e il 3 che corrispondono ai residui attivi. Avendo rilevato errori in 3 di questi indici di criticità, per effetto del ricalcolo Palazzo Zanca diventa deficitario. In pratica, il Ministero impone questa scala per analizzare alcuni aspetti della gestione municipale. Se già il Comune di Messina presenta 5 parametri su 10 a rischio default con conseguenze connesse per esempio alle assunzioni, può solo correre ai ripari o dichiarare il fallimento”.

Conf stampa presentazione esperto Tedeschi Ialacqua Accorinti Ciacci  (18)La norma è chiara – ribadisce il presidente dei Revisori – . Se si tocca quota 5 criticità (come stabilito da noi, mentre l’Ente ne sostiene 3), i danni potrebbero assumere connotazioni importanti. Ci interessiamo a verificare la spesa del personale rispetto al valore delle entrante correnti mettendo per esempio a paragone servizi e entrate e ancora l’andamento cassa che se serve ad indirizzare il Comune alla razionalizzazione. La movimentazione del denaro è stata calcolata male. Noi abbiamo corretto il parametro 2 ma non ci occupiamo di riprogrammare tutto. Suggeriamo sicuramente di preparare i contratti di servizio con le Partecipate nel Piano di Riequilibrio e di definire le partite creditorie e debitorie. E’ assurdo osservare una profonda discrasia tra il resoconto offerto dal Palazzo e quello delle Società. Le cifre non corrispondono. Ne derivano scollamenti dalla realtà che va rivisitata attraverso il raffronto di crediti e  debiti con Messinambiente, Ato, Atm e Amam. Persino quest’ultima che è in attivo, ha più del capitale sociale (6 milioni) ma deve girare 20 milioni al Comune in riscossioni arretrate. Noi procediamo nell’accertamento che deve seguire dei principi cardini e non può essere attuato in difformità alla legge”.

Sul parere sfavorevole dei Revisori, anche il Gruppo dei Democratici Riformisti, con a capo il deputato regionale Beppe Picciolo, affonda il colpo sull’Amministrazione.

“Il Gruppo aveva già avanzato, ed in tempi non sospetti – argomenta la nota -, le perplessità sull’operato della Giunta municipale, che si sono appalesate con il documento prodotto dai Revisori”. Picciolo parla di “enorme difficoltà gestionale ed amministrativa sia della macchina amministrativa che di quella burocratica” che si evince dalla mancanza di indicazioni sui bilanci delle partecipate e sui debiti fuori bilancio nella delibera di Giunta dello scorso 27 giugno. I Dr sono pronti a scandagliare le contestazioni mosse alla sintesi economico-contabile stilata dalla Accorinti&Co in una conferenza stampa rivolta alla città. “Abbiamo voluto assecondare il legittimo tentativo del Sindaco – prosegue il monito di Picciolo – di voler scongiurare la dichiarazione di dissesto! ma adesso a cosa servirebbe ostinarsi? O, meglio, a CHI serve? Perché se l’attuale amministrazione volesse a tutti i costi ulteriormente ritardarla, la Città si chiederebbe una motivazione plausibile? verosimilmente accanimento terapeutico!”.
Il Comune di Messina è un “Ente strutturalmente deficitario”. Potrebbe ancora salvarsi ma a che prezzo?
Intanto, i Revisori dei Conti incontreranno domani alle 12 ancora una volta l’Amministrazione per rivedere insieme alcuni correttivi del Consuntivo. Ma ci saranno inevitabili risposte anche sul Piano Pluriennale come conferma Zaccone, per cui era previsto un parere entro agosto, al di là delle bocciature annunciate.(@MARCELLA RUGGERI)

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