Poco prima delle 13 sale in auto pronto per lasciare la Sicilia in direzione Roma, Renato Accorinti che domani incontrerà il premier Matteo Renzi.
La riunione con il Presidente del Consiglio avrà ad oggetto diversi temi, a partire dagli interventi per i quali l’amministrazione richiede l’accesso ai finanziamenti compresi nel decreto Sblocca Italia, per la realizzazione del secondo Palazzo di Giustizia, e ancora lo slittamento della data ultima per l’approvazione dei piani di riequilibrio finanziario da parte dei consigli comunali per quegli enti in difficoltà finanziaria, introducendo una dicitura ad hoc nel predetto decreto.
Il primo cittadino messinese intende impegnare il leader democrat affinché il Consiglio dei Ministri stabilisca di dirottare gli importi originariamente previsti per le opere compensative parallele alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, impiegandole per rifunzionalizzare aree militari dismesse, completare la costruzione della Piastra Logistica di TREMESTIERI, recuperare la Zona Falcata e realizzare interventi già concordati tra società e amministrazione pro tempore (tra cui il recupero della Real Cittadella, la creazione di impianti di raccolta acque meteoriche lago di Ganzirri e via ex Provinciale Granatari, il Piano particolareggiato Capo Peloro, l’adeguamento e la riqualificazione della Via Panoramica dello Stretto, la realizzazione di una nuova strada Faro Superiore-Tono, il completamento viabilità Torrente Papardo-Faro Superiore).
Tra le diverse tematiche, di certo, quella su cui sono puntati i fari è la faccenda Autorità Portuale che, tra l’altro, lo stesso Consiglio Comunale oggi sta affrontando .
“In vista della prospettiva di riduzione del numero di AP su tutto il territorio nazionale, la città di Messina evidenzia il ruolo fondamentale e strategico svolto dalla sua autorità nel governo del traffico marittimo nazionale e internazionale che transita sullo Stretto di Messina”, é scritto nel promemoria dell’esecutivo, reso noto oggi.
Vengono enunciate le diverse argomentazioni a supporto della tesi (un fatto!) secondo la quale il porto di Messina fa storia a sè, dal volume del traffico passeggeri che sopporta quotidianamente a quello del traffico ro-ro che gli accordano il primato nazionale, allo “sviluppo degli accosti legati al crocerismo” e ancora le “potenzialità del settore diportistico e della portualità commerciale”. Tutti elementi a sostegno di una richiesta che, Accorinti garantisce, esporrà senza mezzi termini: “Messina rivendica la sua autonomia e ritiene che eventuali accorpamenti di Autorità Portuali, qualora inevitabili, debbano comunque seguire una logica di complementarietà funzionale e di potenziamento e sviluppo”. E dunque la prima opzione è quella di lasciare Messina a capo di se stessa, rigettando ogni possibilità di accorpamento tra questa, Catania e Augusta. Alternativa papabile sarebbe quella di un’authority interregionale, della quale già da qualche giorno si discute. Un’Autorità Portuale che includa il porto transhipment di Gioia Tauro e l’Area dello Stretto che, secondo quanto riportato nel promemoria dell’Agenda Messina, “appare offrire le maggiori prospettive di sviluppo delle attività, anche a servizio del potenziamento del trasporto marittimo nazionale, configurando la razionale conformazione di una sede polivalente e specializzata, col primo porto nazionale per traffico merci, per traffico ro-ro e passeggeri, ecc.”
Dalla padella alla brace, sembrerebbe essere una soluzione palliativa che allontana da una reggenza etnea per sottomettere Messina ad una governance calabrese: cambia la matrice ma non la subordinazione.
C’è qualcosa che non torna e a far emergere crepe vere e proprie sono i consiglieri Lo Presti e Adamo che, durante la seduta di consiglio, si soffermano sugli specifici argomenti dell’agenda. “Non capisco perché questo documento arrivi in aula”, esordisce la consigliera di CMdB che si sofferma sul punto 4 (relativo agli interventi per gli enti in difficoltà), asserendo sia un modo per “non affrontare, ancora una volta, il tema del dissesto, impiegando un escamotage. Questo si chiama barare”, tuona perentoria “e non fa che aumentare la responsabilità politica e morale di chi se la sta assumendo adesso”, ossia della giunta.
Profondamente critico anche Piero Adamo che trova assurdo presentare al capo del Governo una “lista della spesa” simile: “Noi dobbiamo sederci a Palazzo Chigi avendo un’idea della città, non dicendo cose a casaccio”. Incoerenza e approssimazione, secondo il consigliere di Siamo Messina, sarebbero evidenti dal documento giunto al consesso.
“Questa lista non mi può bastare anche perché è contraddittoria.
Come faccio a parlare di riqualificazione della zona falcata, ammettendo di spostare l’autorità portuale, di cui è la competenza, a Gioia Tauro, ad esempio?”
Che l’occasione di domani rischi di trasformarsi in un’inutile perdita di tempo se non addirittura in un potente autogol? E che si tratti di una disfatta annunciata ed evitabile? Staremo a vedere. (@eleonoraurzi)