Un faldone di 15 pagine e ben 89 allegati depositato alla Procura della Repubblica di Messina e alla Corte dei Conti. Così i lavoratori dell’Efal provinciale della città dello Stretto hanno denunciato l’ente di formazione professionale, facendo registrare l’ennesima pagina nera in un settore ormai in evidente e conclamato stato di crisi.
I lavoratori – come conferma un comunicato stampa – continuano a denunciare la “violazione di fondamentali diritti di cui continuano a pagare le conseguenze nell’indifferenza generale”. “Risultato inutile qualsiasi altro tentativo per fare ordine, la maggioranza dei dipendenti Efal settore Interventi Formativi” ha dato mandato all’avvocato Gianluca Perrone il quale, in due esposti al tribunale e alla magistratura contabile, denuncia “presunte irregolarità nell’assegnamento e nella gestione dei finanziamenti pubblici per lo svolgimento di interventi di formazione professionale”.
Nella documentazione viene evidenziata da una parte la “discutibile gestione dei finanziamenti regionali da parte dell’Efal, che ha accumulato a partire dal 2008, debiti (oltre ai finanziamenti riconosciuti) per circa 620.000 euro (ai quali vanno aggiunti quelli maturati nel periodo agosto 2013 – febbraio 2014) nei confronti dei dipendenti e circa 200mila euro nei confronti dei fornitori”, dall’altra la “cecità degli organi dell’assessorato regionale della Formazione che invece di intervenire e sanzionare l’ente che ha disatteso leggi e circolari, continuano ad assegnargli finanziamenti per la gestione di corsi”.
Pur avendo regolarmente prestato servizio nell’ambito dell’attività formativa conclusa nel luglio 2013, i lavoratori dell’Efal rendono noto “di non percepire lo stipendio dal mese di febbraio 2013; di essere privi di copertura previdenziale dal primo agosto 2013 al 24 febbraio 2014, data di proclamazione dello sciopero da parte del comitato spontaneo che hanno costituito; di essere creditori di ulteriori 9 mensilità e di una quota parte degli arretrati contrattuali per un ammontare complessivo di circa 620mila euro, già accertati con disposizione esecutiva dalla direzione territoriale del Lavoro di Messina”.
A fronte di tutto questo, i dipendenti dell’Efal risultando “paradossalmente occupati (né sospesi, né posti in mobilità)”, non hanno “diritto ad alcuna forma di integrazione e/o sostegno al reddito” e allo stato “non si è rivelata possibile persino l’ipotesi di una loro diversa collocazione (per esempio al Ciapi di Priolo, ente regionale che dovrebbe assorbire tutti i lavoratori rimasti privi di incarico)”. Non bastasse, “gli allievi che hanno partecipato all’attività formativa 2012-2013 non hanno potuto sostenere gli esami finali; coloro che hanno partecipato alle azioni formative realizzate dall’ente dell’Mcl nei periodi 2010-2011, 2011-2012, 2012-2013 non hanno ricevuto il pagamento dell’indennità di frequenza”. “Mai avviati i corsi – si apprende ancora – relativi alle azioni formative finanziate per l’anno 2013-2014”.
I due esposti ripercorrono tutta la vicenda: “L’Efal, già formalmente sottoposto al procedimento di revoca dell’accreditamento avviato nell’aprile 2013, pur non avendo risolto alcuna delle criticità contestate e al contrario aggravando ulteriormente la propria posizione economica ed organizzativa, (personale inutilizzato e senza copertura previdenziale, sede sociale ed operativa di via Pietro Castelli non più disponibile a causa dell’esecuzione dello sfratto per morosità e fine locazione, utenza elettrica e telefonica già interrotte per mancato pagamento) non ha subito alcun provvedimento da parte dell’assessorato per l’Istruzione e per la Formazione Professionale. Anzi, il 14 aprile 2014, malgrado la grave situazione dell’ente sia stata ripetutamente e dettagliatamente denunciata agli organi di controllo, al dirigente generale Anna Rosa Corsello e all’assessore Nelli Scilabra, è stato pubblicato un ulteriore decreto di finanziamento, nell’ambito Formazione Permanente, per complessivi 78.045 euro relativi all’attività formativa 2014 per un totale di 605 ore”.
Attività mai avviata, come testimoniano i dipendenti, “vista l’assenza di una sede accreditata (lo sfratto è stato eseguito il 7 aprile, l’energia elettrica era stata interrotta il 3 marzo e le linee telefoniche e la connessione internet erano inattive da settembre 2013) e la mancanza del personale in sciopero, fatti di cui Palermo era stata tempestivamente informata”.
Ma circostanza ancora più grave, sempre a detta dei lavoratori, sarebbe che l’ente “non ha mai avviato i corsi assegnatigli negli ambiti Formazione Giovani e Formazione Ambiti Speciali, i cui due decreti di finanziamento (1.072.260 euro per un totale di 8.190 ore) sono stati pubblicati il 19 dicembre 2013”.
L’Efal si sarebbe mostrata “impreparata o forse disinteressata ad avviare l’attività formativa entro i 15 giorni dalla pubblicazione dei decreti, così come prescritto dalla vigente normativa ‘a pena di revoca del finanziamento’, lasciando il personale senza incarico e senza contribuzione per poi mettere successivamente in campo il penoso tentativo di dare la colpa ai lavoratori in sciopero, mentre lo stato di agitazione dei dipendenti è iniziato il 24 febbraio 2014, quando i termini per l’avvio dell’attività erano scaduti da oltre un mese”.
A nulla sarebbero servite, tra le altre cose, “la denuncia alla direzione territoriale del lavoro, l’11 dicembre 2013, e l’appello a Rosario Crocetta e all’assessore Scilabra, il 27 e 28 marzo 2014. Da Palermo il silenzio è stato assordante a parte i proclami di riforme e cambiamenti che ancora aspettiamo”.