Scarpe da tennis, tradizionale maglia rossa “Free Tibet” e fascia tricolore. Il sindaco Renato Accorinti questa volta ha scelto di seguire la processione della Vara direttamente dalla strada, all’interno del cordone di sicurezza predisposto da forze dell’ordine e volontari della Protezione Civile. Accompagnato dagli assessori Perna, Ialacqua e Cucinotta, il primo cittadino non si è mai distaccato dal carro votivo, vincendo la fatica dovuta al clima rovente. Del resto correre per due ore non è un problema per un uomo da sempre legato alle attività sportive.
Accorinti durante il lungo tragitto verso il Duomo, ha incontrato la sua gente, sempre disponibile al dialogo e alle critiche. In tanti lo fermano, qualcuno chiede una foto, altri solo una stretta di mano. C’è chi invece tira in ballo argomenti meno piacevoli, ma pur sempre legati alla triste situazione cittadina. Una ragazza bergamasca lo trattiene per un braccio: “Renato, anche in Lombardia si parla di lei”.
“Avevo voglia di correre – ci dice Accorinti tra una sosta e l’altra – è una sensazione piacevolissima stare qui in un giorno così importante per l’intera cittadinanza. Se riuscissimo a spendere tutta questa energia dimostrata oggi dalla gente, potremmo davvero cambiare il mondo. C’è qualcosa che non funziona però, la devozione religiosa dev’essere collegata alla vita quotidiana. Non ci si può ricordare del proprio attaccamento alla città e alla fede solo una volta l’anno. Alla processione partecipa l’intera cittadinanza e non è possibile che, trascorse le due ore della manifestazione, si ceda nuovamente a gesti incivili. Il comportamento di ognuno di noi non può che essere legato alla fede religiosa, dovremmo amare la vita in ogni aspetto. Lo spirito religioso si manifesta in ogni attimo”. (A.C.)