Il calcio italiano non finisce mai di stupire quando ci sono da creare riforme ed innovazioni al sistema. Non basta mai toccare il fondo, il barile va raschiato all’infinito.
La disfatta Mundial, la tragicommedia per l’elezione di uno Stra-Vecchio Presidente della FIGC, la tendenza alla fuga dai nostri campionati dei migliori calciatori, l’allungamento del gap col calcio di paesi ormai lontani da noi nella considerazione del mondo del football non sono bastati per evitarci una estate che, orfana quest’anno di una calciopoli qualunque, potesse regalarci un soffio di speranza per una rinascita da tutti richiesta.
Ed in preparazione di una abbuffata stagionale dal cilindro di indefiniti Woody Allen del calcio viene fuori dalla Lega Pro Unica una stranezza senza precedenti nella stesura del calendario degli incontri per il campionato di Lega ProUnica.
Dopo l’eliminazione dei gironi di seconda divisione che mirava ad una opportuna riforma dei tanti campionati era doveroso inventare il modo per rendere tossico da subito il nuovo impianto dei tre gironi di 20 squadre della terza serie.
Così i grandi chef del calcio sono riusciti ad allestire per i clienti-tifosi un menu di prestigio ma indigesto: piatto della casa SPEZZATINO COI RESTI . E qui mi pare che si sia proprio esagerato.
Ma arriviamo al fattaccio fuori cucina. C’è chi ha pensato a spalmare le partite del torneo in questione dal venerdì al lunedì senza spiegare quale logica perversa è stata seguita.
In calendario ci ritroviamo partite a tutte le ore: il venerdì alle 19:30 e alle 20:45. Il sabato: tre partite alle 14:30, tre alle 15:00, tre alle 16:00, tre alle 17, due alle 19:30. La domenica una partita alle 11:00, due alle 12:30, quattro alle 14:30, tre alle 16:00, tre alle 18. Infine il lunedì il posticipo alle 20:45.
A noi più che un torneo spezzatino ci sembra proprio che si tratti di una cena organizzata coi resti dei giorni precedenti, quelli destinati agli animali domestici.
Si è fatto sempre rumore inopportuno per assicurare la presenza serena delle famiglie allo stadio. Vi pare il modo giusto? O è un tentativo per disgregare ancor più i nuclei familiari e promuovere legnate fra partner?
C’è chi giustamente come il Direttore del Messina Pietro Lo Monaco chiama a raccolta i tifosi perché dimostrino il loro affetto per la squadra attraverso un buon numero di abbonamenti. Giusto! Ma ora il buon Pedro ci dovrà anche dire per quali giorni e per quali orari converrà abbonarsi.
Non sembrerà vero agli chef dello spezzatino che qualcuno lavori di questi tempi ma non è così. Gente che lavora esiste ancora e se poteva regalare una domenica di evasione al calcio fino a ieri come deve comportarsi oggi col datore di lavoro, pubblico oprivato che sia, se capita in turno lavorativo in orari in cui al S. Filippo gioca la sua squadra?
Le domande da porre agli chef sarebbero senza numero. Preferiamo indignarci verso di loro e subire in silenzio. Ma sappiano che non è questo il modo di aggiustare il calcio e, cosa più grave, una persona che tiene alla sua squadra non va trattata in questo modo.
Ma per loro c’è il rischio. Constatare un giorno , vicino o lontano che sia, che in uno stadio si vedano 22 giocatori in campo, un paio di arbitri, 30 telecamere o apparecchi di ripresa di ogni tipo, qualche animale che giochicchia sul terreno di gioco a suo piacimento ma se la palla finisce in tribuna o in curva non troverà nessuno a ributtarla in campo.
Proprio bravi!!! (@Ciccio Manzo)