Secondo una recente indagine, nella nostra Regione una percentuale tra il 17% e il 23% di giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni farebbe uso di cannabis, ovvero circa un adolescente su quattro. Il dato è senza dubbio preoccupante, soprattutto se si considera che da questa osservazione è emerso anche che i ragazzi spesso utilizzano questa sostanza in combinazione con altre, con l’obiettivo di alimentarne gli effetti psicoattivi. Pare inoltre che i giovani siciliani riescano ad acquistare in rete ogni sorta di farmaco, come gli antidepressivi, e le cosiddette “smart drugs” di origine naturale e/o sintetica, con cui cercano lo sballo ad ogni costo.
L’uso crescente di cannabis che si registra in Italia è una delle più diffuse preoccupazioni dei genitori: la possibilità, avvalorata da alcuni studi scientifici talvolta controversi, che la marijuana possa causare a lungo termine malattie psichiche o danni cerebrali nei giovani consumatori è una delle paure più frequenti.
I dati ad oggi disponibili forniti dalla ricerca scientifica non hanno ancora stabilito se c’è un nesso causa-effetto tra l’insorgenza di disturbi mentali e l’utilizzo di cannabis. Secondo il Dott. Michele Metelli, psicologo, è importante ricordare infatti che alcuni studi hanno invece dimostrato l’importanza dei cannabinoidi nella terapia contro alcune malattie psichiche, come ansia e depressione. Questi risultati sono ancora più interessanti se si considerano però anche le ricerche che hanno invece stabilito una relazione tra la cannabis e alcuni disturbi mentali.
Tutti questi risultati – ancora troppo difformi ed eterogenei – dimostrano come sia importante e necessario approfondire meglio sia le pubblicazioni scientifiche che le situazioni cliniche reali delle persone che hanno incontrato nella loro vita la cannabis, per individuare quali risorse e quali rischi possa rappresentare l’utilizzo di questa sostanza, tenendo conto nel contempo dell’estrema complessità della psiche umana.
Mentre nell’ambito delle scienze psicologiche-psichiatriche la cannabis terapeutica è un tema ancora messo in discussione, la letteratura scientifica medica ha riconosciuto da tempo i benefici della marijuana nella cura di tante patologie come la sclerosi multipla, l’epilessia, o come terapia del dolore, anche se in Italia la cannabis non è ancora particolarmente messa a frutto nel suo utilizzo a scopo palliativo.
La riconsiderazione di questa sostanza in ambito medico e farmaceutico ha però permesso la legalizzazione per uso terapeutico in diversi Paesi del mondo e in alcuni Stati degli USA è addirittura possibile l’utilizzo ricreativo e la coltivazione per uso personale di semenze autofiorenti, per esempio, fino ad un massimo di sei piante, come accade in Colorado e nello Stato di Washington. L’impressione è che qualcosa stia cambiando: particolarmente significativa la posizione del New York Times, il più autorevole giornale americano, che lo scorso 27 luglio ha iniziato una campagna contro il proibizionismo con una serie di sei editoriali sull’argomento.