Tra i 29 provvedimenti penali notificati agli attivisti No Muos a seguito dell’invasione a Niscemi lo scorso 9 agosto, compaiono due giovani messinesi. E’ su di loro, Claudio Risitano e Giulia Zuccotto, che il Comune vuole accendere i riflettori per gridare basta ai finanziamenti alla guerra e alle strutture militari che provocano la morte. Gli Stati Uniti hanno scelto la Sicilia per rinvigorire le potenze aree, navali e terrestri dislocate in tutto il mondo, piazzando a Niscemi il Muos, un sistema di comunicazioni satellitari che è nato 4 anni fa e che è destinato ad “esplodere” in mezzo alle polemiche. L’Amministrazione municipale con in testa il Sindaco Renato Accorinti ha presenziato alla conferenza stampa che è stata indetta questa mattina, nella sala ovale, per appoggiare i militanti di quella famosa spedizione “No Muos” risalente a quasi un anno fa. Tra i sostenitori dell’iniziativa sociale per il diritto alla salute anche i consiglieri di palazzo Zanca, Luigi Sturniolo e Nina Lo Presti di CMdB ed altri movimenti e associazioni come La Casa Rossa e il Partito Comunista. Ad essere segnalate alle forze dell’ordine su 3mila persone soltanto 29 che hanno ricevuto un divieto di dimora a Niscemi, compresi i cittadini messinesi. I No Muos combattono per eliminare quest’area soggiogata dagli Americani e per potere respirare a pieni polmoni il clima e l’aria del Mediterraneo, senza l’incubo di contrarre malattie croniche.
“Il nostro è un attestato di vicinanza spirituale e fisica – afferma il sindacalista della Cgil, Daniele David – Crediamo sia molto importante opporsi alla base militare e alle sue antenne. Nella mobilitazione della scorsa estate, collettivi, associazioni, rappresentanti istituzionali hanno testimoniato il loro dissenso per la gestione americana. Oggi vogliamo chiarire quali saranno le prossime proteste e le azioni nelle eventuali sedi giuridiche”.
“Il sistema No Muos ha centralizzato l’attenzione – rileva Massimo Cammarata del Collettivo Quasivive – sui processi repressivi rivolti ai compagni di Niscemi. Parliamo di perquisizioni fatte in casa in maniera discutibile. Attorno a questo caso globale, ci sono delle imputazioni per invasione di una zona militare non autorizzata e interruzione di pubblico servizio. Quindi bisogna riflettere sulla questione che il coordinamento di attività a carattere bellico per i vertici del settore rientra nel pubblico servizio. Fino al 9 marzo, i nostri esponenti componevano un movimento giovanissimo che è diventato qualcosa da contenere. L’anno scorso a Niscemi, si è scatenata una repressione tanto precisa quanto arbitraria nelle sue forme da un punto di vista psicologico”.
“Siamo stati definiti pericolosi – racconta Zuccotto –. Questa è la nostra terra e la dobbiamo difendere. Non abbiamo intenzione di arretrare né dietro la rabbia di movimenti dominanti né dietro le sbarre. Questo serve a rafforzare la nostra determinazione”.
“Se un bombardamento a Gaza si può decidere tra le mura di casa – esordisce Risitano -, è altrettanto normale che si accetti di morire di cancro a Niscemi. Qui tutti sembrano dei crumiri. Anche il nostro presidente della Regione Crocetta, per i primi mesi del suo mandato, è stato contrario al Muos, poi è riuscito ad escogitare la revoca della revoca. E’ assurdo che il Governatore si permette di perseguire a Gela chi non porta il casco sul motorino ma non manda alcun avviso garanzia alle imprese che provocano tumori e di cui la gente ha ottenuto le prove mediche sulla propria pelle. Sono stato tirato su respirando bene e vorrei respirare con la popolazione di Niscemi. Su 3mila manifestanti ne sono stati intimiditi solo 29 a casaccio. In questi anni, è avvenuto un piccolo miracolo con assemblee organizzate e disobbedienze di messa. Non bisogna arrendersi a un disegno di pedine mosse dall’alto. Messina potrebbe essere la porta accogliente della Sicilia. Bisogna resistere alle bugie dei magistrati”.
A curare la difesa dei due giovani messinesi è l’avvocato Carmelo Picciotto che avverte: “E’ grave che nell’ordinanza di custodia cautelare con divieto di dimora a Niscemi non vengano indicati i reati del singolo ma si fa riferimento sempre ad associazioni e movimenti”.
“Non è un atto giudiziario ma politico – aggiunge la presidente dell’associazione Antimafia Rita Atria, Nadia Furnari – Noi abbiamo una connotazione non violenta eppure siamo stati additati come parte pericolosa della folla. Io personalmente ho ricevuto avviso di garanzia. Mi trovavo in mezzo agli agenti della Digos. Con noi c’erano anche Libera, Legambiente, gli onorevoli. Invito tutti a farsi avanti. Un’associazione antimafia si occupa di No Muos perché c’è un iter legale che va seguito, un dibattito vergognoso in Parlamento. La magistratura dovrà giocarsi le sue ragioni perché la base di Niscemi è una macchina di morte”.
“L’anno scorso, c’ero – riferisce il Sindaco – ma quest’anno non potrò esserci perché sono in Toscana. Io ho fatto dure lotte per Comiso. Sono stato indagato e processato. Questi ragazzi sono un simbolo di pace e hanno tutto il nostro aiuto”.