STASERA XII HORCYNUS FESTIVAL: PREMIO A LAMPEDUSA E CONCERTO IN ONORE AI KUNSERTU

Parte oggi la XII edizione dell’Horcynus Festival, che si terrà fino all’8 Agosto a Capo Peloro, avendo per tema il “Mediterraneo in Costituzione”, un focus che guarda in particolare all’aspetto della migrazione che fa del nostro mare oggetto di transito e di passaggio, anche sofferente. Non a caso, infatti, la giornata d’apertura sarà l’occasione per consegnare il premio Horcynus Orca alla comunità di Lampedusa, con la partecipazione, in videoconferenza, del sindaco Giusi Nicolini. Il motivo di tale conferimento è dato non solo per solidarietà nei confronti dell’isola, ma anche perché questa è simbolo di “tutti gli uomini e le donne che vi vivono da millenni, di tutti i migranti che la raggiungono con la speranza di novelli Ulisse in viaggio verso Itaca”, come ha precisato il presidente della Fondazione Horcynus Gaetano Giunta.

La serata prenderà avvio alle ore 20.30 con la proiezione del documentario EU 013, L’ultima frontiera, già noto al pubblico messinese, di Alessio Genovese, che sarà presente al festival, che racconta la realtà dei CIE, mostrando tutti i retroscena del controllo sui migranti.

La serata proseguirà con la striscia letteraria a cura di Caterina Pastura, “TrasBordi”, con un reading che partirà dalle pagine di Stefano D’Arrigo, intellettuale di riferimento per la Fondazione.

Sarà, però, un evento straordinario, diretto da Giacomo Farina, ad impreziosire questa prima giornata, per una prima assoluta. Alle 22.30, i musicisti del progetto “Nemas”, nato nel 2004 grazie a Maurizio “Nello” Mastroeni, eseguirà l’intero repertorio della storica band messinese “Kunsertu”: dall’indimenticabile Mokarta, a Dumà, fino a Ghandura e Fannan. Anche questa scelta musicale non è casuale, particolarmente vicina alla questione palestinese che sta facendo tremare il mondo in questi giorni, grazie soprattutto alla voce del palestinese d’adozione Faisal Taher, il concerto è dedicato anche a chi è costretto da anni a fuggire da luoghi di guerra e persecuzione, “ricordando a tutti lo storico senso di ospitalità che ha sempre caratterizzato la Sicilia”, come ha sottolineato Giacomo Farina.

Parte, dunque, un evento che vuole mantenere il senso più letterale del termine “nostalgia”, quale ritorno a quelle “sacre sponde”, che procurano dolore e nello stesso tempo tanto stupore. (CLARISSA COMUNALE)

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