Dispute per la proprietà di un terreno agricolo alla base dell’inaudito gesto di violenza commesso ieri a Salina, in località Lingua, dove un residente ha impugnato il fucile contro il vicino di casa, di Busto Arsizio, e nell’isola per il periodo estivo. In manette padre e figlio: Antonino Natoli, 63enne di Salina, agricoltore, accusato di tentato omicidio, resistenza, violenza minaccia e lesioni a pubblico ufficiale; e il figlio Tindaro Natoli 35enne, anch’egli agricoltore, accusato esclusivamente di resistenza, violenza minaccia e lesioni a pubblico ufficiale.
Nel pomeriggio di ieri intorno alle 16, i Carabinieri della Stazione di Santa Marina Salina, agli ordini del Maresciallo Ordinario Gabriele BIANCHI, sono stati allertati da una telefonata da parte di una donna che in lacrime chiedeva aiuto perché qualcuno aveva sparato a suo marito.
I Militari, giunti sul posto in pochi minuti, ovvero in prossimità di un terreno agricolo nella frazione “Lingua”, dopo aver chiamato il 118 e aver prestato i dovuti soccorsi alla persona ferita, un 37enne militare dell’esercito e residente a Busto Arsizio, hanno identificato la persona che aveva sparat, facendo irruzione a casa dei Natoli, confinanti con il terreno dove era stata colpita la vittima.
Vistosi scoperto, Natoli nel tentativo di divincolarsi e di darsi alla fuga ha aggredito i Carabinieri intervenuti colpendoli con calci e pugni. Suo figlio, vista la resistenza opposta dal padre, si è scagliato a sua volta sui Carabinieri aggredendoli. Nel frattempo però sono arrivati i rinforzi, e i due sono stati bloccati, dichiarandoli in arresto in flagranza.
I militari nell’abitazione dei Natoli hanno sequestrato 3 fucili da caccia legalmente detenuti, tra i quali una doppietta dalla quale erano stati esplosi due colpi a pallini da caccia.
Alla base della vicenda ci sarebbero dei dissapori legati alla proprietà di un terreno agricolo. Già nei giorni scorsi, i Carabinieri erano intervenuti su dei litigi tra loro che però sembravano essersi ricomposti in maniera bonaria. Nessuna delle due parti infatti aveva ancora proceduto per vie legali e nessuno poteva immaginare un epilogo del genere. Nella giornata di ieri, invece, all’apice di questi attriti, con modalità che sono ancora in corso di accertamento, Natoli ha imbracciato uno dei sui fucili da caccia e da distanza relativamente breve ha esploso due colpi caricati a pallini all’indirizzo del suo vicino, ferendolo seriamente agli arti inferiori. Resosi conto di ciò che aveva fatto è tornato a casa per cercare di nascondere l’arma, ma l’immediato intervento dei Carabinieri hanno reso vano ogni suo tentativo.
Il ferito è stato trasportato tramite elisoccorso all’ospedale Papardo di Messina dove si trova tutt’ora ricoverato non in pericolo di vita.
I Carabinieri intervenuti, aggrediti dai due arrestati, hanno riportato lievi ferite, escoriazioni e contusioni.
Antonino Natoli su disposizione dell’Autorità giudiziaria è stato tradotto presso il carcere di Messina Gazzi mentre il figlio ristretto presso propria abitazione in regime arresti domiciliari.