Il vicepresidente provinciale del Movimento Cristiano Lavoratori, Pippo Previti, scrive una lettera aperta, rivolta al premier, Mattero Renzi, e al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, per rivendicare il ruolo da protagonista del porto di Messina, riaccendendo i riflettori sul progetto governativo di razionalizzazione delle Autorità portuali italiane. Così riceviamo e pubblichiamo.
Sull’altare della “spending review”, del presunto risparmio ( salvo poi verificarne la ricaduta reale e l’effettiva efficienza ed efficacia ) si sta consumando l’ennesimo “scippo” – nonostante sforzi profusi e vane promesse – nei confronti del nostro territorio.
Il provvedimento cosiddetto “Sblocca Italia” mette una ulteriore triste ipoteca sulle prospettive di sviluppo della città che vede nel rilancio del suo porto proprio uno dei fattori più significativi.
Dopo l’accordo con l’Ente Porto e la conseguente cessione delle aree all’Autorità Portuale, si consegna in un piatto d’argento alla nuova “Authority” (Autorità Portuale di Rilevanza Europea ), salvo auspicabili e opportuni cambi di rotta, la gestione di un’area immensa e vitale della città, con una dote di oltre 35 milioni di euro in attivo (per citare solo il bilancio dell’Autorità Messinese).
Sarà Augusta o Catania, per la nostra città non cambia nulla. Sono scelte improvvide ed imposte, non volute, illogiche e di “bassa cucina politica” che ci penalizzano ancor di più rispetto a quello che era – ed è – un progetto di conurbazione e condivisione di un’area che da sola rappresenta il primo porto in Italia per movimento passeggeri e per questo e non solo per la lunga e gloriosa storia passata, ma per quello che lo stretto ha rappresentato e rappresenta, era – ed è – più naturale (ed economicamente più vantaggioso) che, senza usare falsi, fallaci e altisonanti definizioni (Autorità Portuale di Rilevanza Europea) rilanciare l’idea di un’autorità dello stretto comprendente, oltre a Messina e Milazzo, anche Reggio e Villa. Utilizziamo e sfruttiamo – contrariamente a quanto avviene oggi – fino all’ultimo centesimo le risorse che già da tempo la Comunità Europea ci assegna senza che sia necessario – con l’alibi dell’Europa- creare o modificare l’esistente. L’istituzione, poi verificatesi fallimentare degli ATO idrici e degli ATO rifiuti, nati con lo stesso principio, ovvero quello di attrarre nuove e maggiori risorse europee, la dice lunga su questi “esperimenti” platealmente scollati dalle vere esigenze del territorio.
Ci chiediamo chi gestirà le risorse che in atto ha l’Autorità cittadina. Da decenni aspettiamo la riqualificazione dell’area fieristica (di proprietà dell’Autorità Portuale di Messina) Quanti secoli ancora dovremo aspettare?? Abbiamo subito, spesso con la connivenza di politici corrotti, insipienti, ignavi e ascari, “scippi” irreversibili, relegando la politica di sviluppo del meridione all’ultimo posto dell’agenda politica, e il saggio appena uscito del Prof. Soriero “Vent’anni di solitudine” la dice lunga su questo versante. Adesso, dopo la Fiat di Termini Imerese, l’ENI di Gela, l’abbuono dei debiti che lo Stato “aveva” verso la Sicilia (tralasciamo Messina, perché l’elenco sarebbe troppo lungo, citiamo, solo come esempio il Ponte sullo Stretto), solo per riferire degli ultimi casi in ordine temporale, ci fanno fare la classica guerra fra poveri. Noi diciamo NO!! Speriamo e crediamo ancora, contro ogni ragionevole speranza, che questo possa e debba cambiare. Non possiamo essere, ancora una volta, condannati anche dal Suo Governo, ad un’ulteriore agonia.