ISOLA PEDONALE, CITTADINANZATTIVA E GIOVENI: “REFERENDUM”. DAI QUARTIERI: “RIPIOMBATI FUORI DAL TEMPO”

La soluzione dell’ormai amletico conflitto sull’isola pedonale dovrebbe passare attraverso un referendum. Ne sono convinti CittadinanzAttiva e il consigliere comunale Libero Gioveni. Solo così sarà possibile tenere davvero conto della volontà dei messinesi.

“Affrontare un problema nell’ottica partitica o di correnti all’interno di un partito è deprimente – afferma Salvatore Vernaci per conto di CittadinanzAttiva – affrontare un problema tenendo in grande considerazione la volontà dei cittadini è la vera politica. Quello che è avvenuto in città con l’istituzione dell’isola pedonale, senza prima avere ottenuto l’indirizzo e/o l’approvazione consiliare era da condannare. Avere deliberato in Consiglio comunale sulla modifica riduttiva dell’isola pedonale è altrettanto criticabile. Prima di qualsiasi cosa, l’amministrazione, nel contrasto palese dei gruppi consiliari, avrebbe dovuto e dovrebbe interpellare i cittadini, con l’indizione di un referendum, per altro previsto dall’articolo 30 dello statuto comunale”.

Secondo Vernaci dovrebbero essere questi i quesiti da porre nel referendum: “Se i cittadini erano d’accordo per la istituzione permanente dell’isola pedonale di piazza Cairoli o no, così com’era stata ideata; se fossero stati d’accordo per una isola pedonale ridotta, così come deliberato dal Consiglio; se siano d’accordo per l’istituzione dell’isola pedonale dell’area piazza Duomo – chiesa dei Catalani, ecc…”.

Libero Gioveni
Libero Gioveni

Di analogo tenore, e sempre improntata all’articolo 30 dello statuto del Comune di Messina, è la richiesta inoltrata da Gioveni al sindaco, alla presidente del Consiglio comunale e al segretario generale di palazzo Zanca: “Nelle materie di sua competenza, il Consiglio comunale può deliberare a maggioranza assoluta di indire un referendum consultivo”. Può anche essere indetto un referendum propositivo “quando lo richieda il sindaco, su conforme delibera della Giunta, con riguardo a proposte non approvate dal Consiglio comunale e dichiarate, all’atto della presentazione, essenziali per l’attuazione del programma presentato ai sensi della legge regionale 7/92”.

Da un lato, secondo l’esponente dell’Udc, la consultazione popolare rischierebbe di svilire “l’importante ruolo di rappresentanza che la cittadinanza tutta ha voluto affidare democraticamente sia al sindaco che al Consiglio comunale prescelti”. E’ pur vero che si tratta di “uno strumento utile in presenza di importanti provvedimenti per la collettività sotto tutti gli aspetti (economici, viari, sociali, di protezione civile, di vivibilità, di ambiente ecc.)”. Da qui la richiesta di Gioveni, sia a Renato Accorinti che a Emilia Barrile, “per la parte di propria competenza, di indire un referendum consultivo e propositivo sull’eventuale istituzione e relativa individuazione di un’isola pedonale in città”.

Rotonda Zaera
Rotonda Zaera

Lo strumento, a detta del consigliere, è quanto più necessario in vista delle petizioni popolari annunciate da più parti. Petizioni che impongono al civico consesso, alla luce del “comma 7 dell’articolo 30 dello statuto, entro trenta giorni, di deliberare sull’oggetto del referendum. Qualora non vi provveda i promotori possono chiedere la nomina di un commissario ad acta”.

Al dibattito si unisce anche Alessandro Cacciotto, consigliere della terza Circoscrizione: “Cancellata l’isola pedonale dal Consiglio comunale ed istituita di fatto una piazza dalle dimensioni leggermente più grandi, mi chiedo adesso cosa ne sarà di tutto il piano di mobilità costruito in quasi un anno dall’assessore alla Mobilità e Viabilità, Gaetano Cacciola, al quale bisogna riconoscere sicuramente coraggio di scelte ed un netto distacco dall’operato passato”.

Cacciotto ritiene che, con la decisione del Consiglio dell’altro ieri, martedì 29 luglio, Messina sia “ripiombata fuori dal tempo” e che si debba “mettere mano ad alcune cose che inevitabilmente si innestavano ed integravano con la presenza di un’isola pedonale”. Per prima cosa “occorre trasformare il parcheggio Zaera in garage pubblico tale da rendere utile la struttura e soprattutto per garantire a palazzo Zanca dignitosi introiti. Si auspicano anche interventi di repressione delle forze dell’ordine volte a combattere le doppie e triple file… almeno un ricordo, in centro, in questi pochi mesi”.

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