Nelle ultime ore quello di Tavecchio è diventato un vero e proprio caso, destinato ad attirare le attenzioni mediatiche di gran parte del mondo del pallone e duro a sgonfiarsi. A far parlare del candidato alla presidenza alla Figc però non sono solo le sue incresciose dichiarazioni relativamente ai calciatori stranieri nel nostro Paese, definiti mangia-banane, che hanno fatto andare su tutte le furie l’Uefa; Carlo Tavecchio infatti è un nome osteggiato da parte di club della Serie A, un blocco di dissidenti che cresce di giorno in giorno e che non individua nel presidente della Lega Dilettanti il nome giusto per applicare quella necessaria svolta della quale ha bisogno il sistema calcio italiano, imploso dopo il fallimento di Brasile 2014 che è costata le teste di Prandelli e Abete e che è stato solo l’ultimo dei motivi per riflettere sui vertici di questo sport.
Abbiamo quindi sentito il parere di Pietro Lo Monaco, ora proprietario dell’Acr Messina, ma anche consigliere di lega di Serie A. Il suo è un giudizio piuttosto duro: “Il Messina non ha bisogno di essere interpellato. Sono stato per 10 anni consigliere di lega e conosco il sistema bacato che governa il calcio. Non siamo pro o contro Tavecchio ma contro il sistema di elezione di vertici che governano il calcio. La frase di Tavecchio serve da strumento a questo sistema ed anche quelli che lo sostengono sanno quanto sia marcio. Solo un golpe potrebbe salvare questo calcio. Una governance che non può sbloccarsi neanche di fronte a una figuraccia come quella dei mondiali, che non si sono persi per motivi tecnici ma proprio per motivi organizzativi, etici, strutturali. Li ha persi la federazione non i calciatori o Prandelli e lo dimostra tutto quello che è successo dopo l’eliminazione. Tutti liberi di fare e dire di tutto”.
Dal patron poi un attacco ai presidenti: “Tutti a convenire poi, sul fatto che il calcio andava subito cambiato dalle radici e invece ecco riproporre le stesse persone di sempre. Sono i presidenti che preso atto della decadenza del calcio Italiano girano attorno al problema aspettando che si risolva da solo. Sarebbero le varie leghe a scegliere Tavecchio per migliorare? Ma quando mai. Sono i presidenti di società che da perfetti italiani fanno i gattopardi. Fingono di voler cambiare. Ma propongono un nome che non può cambiare il sistema e così tutto resta come prima”.
“Tavecchio , per chiudere , non so se debba farsi da parte o meno. Il Problema non è nè lui , certamente sprovveduto, nè la sua dichiarazione incriminata, poco elegante, ma non doveva nemmeno farsi attirare nella rete dell’oscura governance del calcio. Ribadisco che il caso non viene gonfiato dal nome di Tavecchio o Albertini, o Pinco, né dalla inopportuna citazione sui mangia banane, ma da una tendenza logora di governare il calcio”.