La controffensiva del gruppo Franza, a seguito della reiterazione del provvedimento che, in teoria, vorrebbe interdire Messina ai tir, ha molte modalità. Parrebbe quasi una differenziazione degli investimenti, tanto per essere certi di colpire, in un modo o nell’altro, il bersaglio grosso. L’ultima trovata è di fare pubblicità alla Caronte&Tourist sui media online locali tramite Google AdSense.
Prima di arrivare a questo, tuttavia, sono stati mossi tanti piccoli passi. La prima tecnica utilizzata per scoraggiare le mire di palazzo Zanca è stata quella contrattazione collettiva, ancora lo scorso 24 giugno, quando Pietro Franza scrisse a Renato Accorinti, sollevando la sua spada, e non quella di Damocle, sulla testa di 150 padri di famiglia. Dimostrazione di una pessima propensione all’analisi dei profili caratteriali dei propri avversari.
La seconda è stata quella giudiziaria, già sperimentata contro la prima ordinanza anti tir, diversi mesi fa. Il gruppo Caronte&Tourist, che tra i soci ha anche Francantonio Genovese, ha prima dedotto l’illegittimità dell’ordinanza del 16 luglio scorso per via dell’impugnazione da parte dell’associazione di autotrasportatori Aias. Poi, dopo la reiterazione del divieto di attraversamento della città ai danni dei mezzi pesanti, ha optato per l’impugnazione diretta dinanzi al ministero dei Trasporti.
In questa manovra di accerchiamento non è stata trascurata alcuna strada improntata all’infantilismo. Ne sia prova l’aver negato a tutta la cittadinanza la sponsorizzazione, che stando all’assessore Antonino Perna, nel 2013 ammontava a 14mila euro, della processione della Vara. Della serie: Il pallone è il mio e devo vincere io, altrimenti me lo riporto a casa.
Altro metodo è quello della proliferazione. Che è anche un esercizio a titolo dimostrativo del potere. Prima, sguinzagliando i propri alleati nei posti di comando – Prefettura, Capitaneria di porto e Autorità portuale – per suggerire al sindaco le scelte migliori da effettuare. Successivamente, azionando i propri uomini piazzati nelle organizzazioni sindacali, inducendoli a disseminare la città di proteste senza soluzione di continuità. Tanto per alimentare un altro po’ la tensione.
Non poteva sottrarsi a questa escalation l’alta politica. Con le truppe cammellate presenti in Consiglio comunale pronte a boicottare gli ordini del giorno che tendono ad affrontare la questione dell’attraversamento della città da parte dei mezzi pesanti e a richiedere il ritiro delle relative ordinanze.
Non manca il ricorso allo sfondamento puro. Ovvero, l’operazione grossolana con cui si fanno imbarcare a Salerno quantità di camion superiori ai 40 preannunciati a suo tempo. Questa condotta è un sintomo tangibile di una marcata abitudine alla prepotenza e alla prevaricazione. Oltre che ai dispetti. Per via del suo retroterra subculturale è da ricondursi alla logica del ritiro del finanziamento della processione della Vara.
L’ultima mossa, finora, di questo contropiede manovrato è certamente quella più moderna. L’unica, in un certo senso, al cospetto della quale togliersi il cappello. Attraverso un accordo con Google, la Caronte&Tourist appare in tutti o quasi i giornali online locali, avvalendosi del potere dilagante di AdSense, il servizio di banner pubblicitari che il famigerato motore di ricerca gestisce. Nella foto, il banner che campeggia nelle pagine dei giornali elettronici cittadini ma che può essere visto solo da coloro che, secondo il monitoraggio costante al quale il Grande Fratello di internet sottopone gli utenti della rete, manifestano interesse verso il prodotto o la tematica.
Si tratta di una scelta a dir poco astuta, oltre che supponente. I Franza-Genovese, infatti, non si abbassano a “trattare” con i piccoli editori locali. Tanto più che quasi mai è buona pubblicità quella che viene loro resa sui notiziari. Così, tanto per ricordare la differenza di rango, decidono, tramite l’intesa con un colosso mondiale, di entrarci ugualmente, in maniera sottile, sotterranea, in quei giornali, attraverso uno strumento che direttori, cronisti e reparti commerciali non possono controllare. In maniera da farsi quella pubblicità positiva che di questi tempi scarseggia più che mai. Peccato tanta scienza non sia impiegata a fin di bene.
Se son rose… differenzieranno. (@FabioBonasera)