Questa mattina il vicesindaco Guido Signorino si è presentato in prima Commissione per riferire ai suoi membri in merito alla delibera istruita dal dipartimento tributi, avente per oggetto le tariffe per i servizi indivisibili.
Ecco spuntare l’ennesimo acronimo di quelli che fanno paura, di certo, alle tasche dei contribuenti. Si parla di Tasi nell’assise riservata al bilancio e che oggi “perde” il proprio presidente: Franco Mondello, infatti, ha deciso di autosospendersi in virtù dell’inchiesta che ha coinvolto 73 tra dirigenti, consiglieri, funzionari e l’intera amministrazione Buzzanca di cui lo stesso scudocrociato era membro.
Al suo posto, Nina Lo Presti (già vicepresidente della Commissione) la quale, però, non si dice convinta della liceità di questo passaggio di testimone. “Non è prevista sospensione: un membro può dimettersi non rinunciare al suo incarico”, per tanto la consigliera di CMdB si riserva di discuterne con la Presidenza del Consiglio per valutare il da farsi in futuro.
Ma torniamo all’argomento principe perché di tassa sui servizi indivisibili, istituita dalla legge di stabilità 2014, riguarda quei servizi comunali dei quali usufruisce l’intera collettività. Quali? Manutenzione stradale, illuminazione nelle strade municipali, ad esempio.
Non di certo il potenziamento dello sportello ufficio relazioni con il pubblico o il sostegno al settore cultura e spettacoli “siano pure eventi liberi che non prevedono sbigliettamento”, sostiene Daniela Faranda.
Infatti nel documento presentato stamani dall’assessore Signorino relativo alle tariffe della tassa, risultano voci che non sembrano chiare ai membri dell’assemblea. Lo specchietto analitico che specifica i diversi capitoli del complessivo (8.800.000,00 euro il gettito previsto) mostra delle “incongruenze che saranno affrontate nella prossima riunione di lunedì giacché la presidenza non ritiene siano di competenza della Tasi”, spiega la Lo Presti.
Tra le anomalie riscontrate, circa 1 milione di euro che sarebbe destinato all’ implementazione dei servizi Urp. “Per far cosa?”, chiede retorico Claudio Cardile il quale aveva originariamente presentato 21 emendamenti circa il regolamento Iuc ( di cui 6 poi ritirati), molti dei quali relativi proprio alla Tasi.
Due milioni (degli 8.800.000 euro) riguarderebbero i servizi sociali: “Non parliamo di assistenza sociale integrata- che comunque non riguarderebbe la collettività come da norma- ma della casa di Vincenzo”, continua il consigliere del gruppo Felice Per Messina; “questo, quantomeno, è stato l’unico esempio concreto che ci è stato portato. Per non parlare poi dei 100.000 euro per la cultura e gli spettacoli”, che si tradurrebbero in supporti a 2, 3, 30, 40 associazioni; “ e altri 100.000 per i rifiuti speciali”, il cui smaltimento non è chiaro perché dovrebbe essere di competenza di questa imposta. Infatti, precisa la capogruppo del Nuovo CentroDestra, Faranda, “se Ialacqua -che non era presente per eventuali chiarimenti- allude allo smaltimento dell’amianto, ad esempio, dovrebbe sapere che esiste già una normativa regionale con annessa previsione di fondi per questo. Non c’è bisogno di inserirlo tra le voci delle spese”.
Tolti questi aspetti, secondo la gran parte dei consiglieri interpellati, il resto sarebbe assolutamente condivisibile “dalle griglie per far defluire l’acqua piovana alla sicurezza pubblica, per carità”, asserisce Cardile, che continua: “non riesco però a comprendere a cosa possano servire i 2 milioni”, che verrebbero destinati ai servizi sociali. “Del resto, per i servizi socio assistenziali loro hanno varato la 328”, continua la Faranda “che potenzia e sostiene l’attivazione di nuovi servizi. Non credo dobbiamo o possiamo far gravare sui cittadini certe spese in più, specie se parliamo di servizi indivisibili tacciando di essere tali servizi che indivisibili non sono”.
A denti stretti, qualcuno, in giro per i corridoi di Palazzo Zanca, ammette anche di aver “pensato male”: insomma che si stia usando un escamotage in stile 1^ Repubblica per riprendere usanze del passato che alimentano sistemi clientelari degni della “mala politica” italiana.
E se è vero che l’approvazione della Iuc (imposta unica comunale su casa e rifiuti che comprende anche le sigle precedentemente citate) dovrebbe andare di pari passo con il preventivo 2014, slittato al 30 settembre, è vero anche che secondo il dirigente Dell’Acqua, per la Tari si dovrebbe procedere in consiglio già entro la prima decade di agosto “ in modo da poter riferire i dati al Ministero”, chiarisce Nina Lo Presti. Inutile ricordare che oggi è già il 28 luglio e che, a fronte di oltre una ventina di emendamenti già presentati e dell’assenza di un regolamento “che ancora oggi non è stato esitato”, continua la neoPresidente di Commissione -o facente funzioni se si preferisce-, il problema a cui siamo abituati da un anno a questa parte, permane: gli atti arrivano in consiglio giusto in tempo per essere votati a pochi istanti dalla scadenza dei tempi, “sempre sotto la minaccia del danno erariale, del default e del rischio di lasciare la città in mano al disastro”, commenta Faranda.
“E’ vero anche che il Governo alimenta la confusione concedendo continuamente proroghe”, prosegue la Lo Presti che però non manca di segnalare un aspetto relativo al risparmio “presunto”, dice, che Ialacqua sostiene si sia ottenuto relativamente alla Tari. “E’ un finto risparmio: quando la differenza rispetto alla Tares è di 50.000 euro, gli stessi tolti alla manutenzione del verde pubblico che poi però troviamo inseriti in altri capitoli”. La consigliera di Cambiamo Messina dal Basso dichiara che “ hanno avuto un anno per capire perché il servizio di smaltimento dei rifiuti ha questi costi, costi che, ad ora, sono rimasti identici. Si sarebbe dovuto operare un taglio netto e radicale alle spese, prevedere una mobilità tra i dipendenti delle partecipate, ovviare davvero alla situazione”. In buona sostanza, la promozione della differenziata, non solo sarebbe stata un buco nell’acqua (per mancanza di strumenti reali con cui soddisfare il servizio) ma anzi “quel 30% di sconto garantito a quei cittadini che hanno tenuto un comportamento virtuoso adesso andrà in qualche modo applicato e qualcuno dovrà coprirlo”. Insomma a coperta è corta e qualcosa di scoperto resta sempre. Ma vien da tremare al pensiero di quale sia la risposta alla domanda “chi paga?”. (@eleonoraurzi)