Cittadinanzattiva Messina, in una nota, annuncia di avere incontrato i rappresentanti dei Forconi per esprimere “il proprio sostegno e la propria solidarietà all’azione che stanno conducendo a tutela dell’agricoltura siciliana, che continua a subire ingenti danni a causa della liberalizzazione degli scambi tra Unione europea e paesi del nord Africa, nel più assordante silenzio del Governo regionale e dell’Ars”.
Si deve anche a loro – sostiene Cittadinanzattiva – “se non esistono misure di salvaguardia dei prodotti della nostra agricoltura”. Le le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: “I pomodorini che nei supermercati vengono etichettati come Pomodorini Pachino, in realtà sono tunisini; gli ortaggi e gli agrumi vengono dal Marocco, ma sono venduti come siciliani, le patate novelle sono di origine magrebina, i carciofi arrivano dall’Egitto”.
Questo determinerebbe in tutta Italia “un dannoso eccesso di offerta senza alcun beneficio economico per l’utente”.
“Se la Sicilia avesse rappresentanti, ai vari livelli, degni di tal nome – conclude il comitato – dovrebbe chiedere e ottenere: a) effettiva e maggiore vigilanza sulla correttezza della concorrenza nei territori degli Stati membri Europei; b) l’istituzione di strumenti comunitari in grado di verificare il rispetto delle concessioni extraeuropee accordate; c) la certificazione della tracciabilità del prodotto estero, che, in atto viene spesso commercializzato come Made in Sicily mentre è di origine africana; d) il controllo sui plafond e sul rispetto delle disposizioni igienico-sanitarie; e) una specifica cabina di regia che coordini tutti gli interventi ispettivi sui prodotti ortofrutticoli in ingresso in Italia anche sotto il profilo del rispetto degli standard qualitativi”.