Vincenzo Nibali è nato Messina il 14 novembre del 1984. Il ciclista siciliano è soprannominato “Lo squalo dello Stretto” fin da dilettante, per via del suo modo di correre sempre all’attacco.
GLI ESORDI
Già all’età di 5 anni, mentre il padre partecipa a gare amatoriali, Vincenzo sale in sella ad una bicicletta. A nove anni, il papà Salvatore gli dipinge di rosso un vecchio telaio Pinarello ma non corre le categorie riservate ai Giovanissimi. Disputa la sua prima gara in assoluto al 1° anno da Esordiente, conquistando un inaspettato secondo posto. La prima vittoria arriva subito dopo: un successo netto, con oltre tre minuti di vantaggio sul secondo classificato.
Inizia ad inanellare successi, ben 7, sin dalla categoria Allievi, Dal 2001 al 2002 ottiene ben 19 vittorie nella categoria juniores, conquistando anche una medaglia di bronzo in una gara a cronometro dei campionati del mondo di Zolder nel 2002. Per crescere, Nibali deve andare via dalla sua Messina, volando in Toscana, dove si accaserà alla Mastromarco, nel 2003, l’anno del passaggio alla categoria Under-23. Tra i vari successi, due tappe al Giro d’Austria ed un secondo posto finale. Grazie alla crescita costante, viene chiamato in Nazionale per i campionati d’Europa e del mondo di categoria. Nel 2004, ancora da Under-23, ottiene 12 vittorie, ed è nuovamente convocato per il Campionato europeo. Ai mondiali di Verona, ottiene un quinto posto nella prova in linea ed un bronzo in quella a cronometro.
2005-2007: GLI ANNI IMPORTANTI
Grazie ai tanti successi, Nibali nel 2005 viene ingaggiato dalla Fassa Bortolo di Giancarlo Ferretti, entrando così nel mondo del professionismo. I risultati non tardano ad arrivare: secondo posto nella sesta tappa del Giro di Svizzera, sesto nella Milano-Torino e quarto nella prova a cronometro del campionato italiano. Nel 2006 entra a far parte della Liquigas di Danilo Di Luca. È una stagione positiva per lo Squalo dello Stretto che ottiene una vittoria nel prestigioso Grand Prix de Ouest-France e viene convocato al mondiale nella prova a cronometro, dove però arriverà 16°. Nel 2007 partecipa per la prima volta al Giro d’Italia, nelle vesti di gregario di Danilo Di Luca, arrivando diciannovesimo, ed ottenendo nuovamente la convocazione per il mondiale a cronometro.
2008-2009: LA CRESCITA
Vincenzo partecipa al Giro del 2008, migliorando il 19esimo posto del 2007, concludendo ad un passo dalla top ten, 11esimo. E’ l’occasione giusta per mettersi in luce come discesista. Proprio la discesa risulta uno dei punti forti di Nibali: è lì che spesso fa la differenza. Si ricordano le tappe della Marmolada, dove attacca in discesa andando a riprendere i fuggitivi nella discesa del Falzarego, e quella del Monte Pora, in cui segue nell’attacco Paolo Savoldelli e Danilo Di Luca nell’impegnativa discesa del Vivione. Nello stesso anno partecipa per la prima volta al Tour de France, concludendo al 18esimo posto nella classifica generale e terzo in quella riservata ai giovani. Niente Giro nel 2009: lo Squalo si prepara esclusivamente al Tour dove otterrà un gran settimo posto, dimostrando le sue qualità di scalatore e riuscendo spesso a stare a ruota di Contador, Armstrong e dei fratelli Schleck.
2010: LA SVOLTA
L’anno che rappresenta la svolta per la carriera di Vincenzo Nibali è sicuramente il 2010, che inizia con la partecipazione al Tour de San Luis, dove si aggiudica la vittoria nella quarta tappa, una cronometro individuale, e la vittoria finale della corsa. Nella sua agenda non era prevista la partecipazione al Giro d’Italia, ma a causa dell’esclusione Franco Pellizotti, fermato per valori ematici sospetti, viene chiamato all’ultimo momento a sostituirlo nella “corsa rosa”. Nella quarta tappa, la cronosquadre di Cuneo vinta dalla sua Liquigas-Doimo, è abile a recuperare i 5″ di ritardo dalla maglia rosa Aleksandr Vinokurov (suo futuro compagno di squadra all’Astana) e a sfilargli il simbolo del primato: lo terrà per tre giorni, perdendolo poi a seguito di una caduta ed a favore dello stesso Vinokurov. Vince comunque la 14ª tappa, la Ferrara-Asolo: primo in vetta al Monte Grappa, a 25 chilometri dall’arrivo, stacca i tre compagni di fuga (Evans, Scarponi e Basso) in discesa e si invola verso il traguardo. Nella terzultima tappa (Brescia-Aprica), viene preceduto solo da Scarponi e Basso e risale in terza posizione generale con un ritardo di 2’30” dallo stesso Ivan Basso (che vincerà poi la competizione) Nell’ultima tappa, la cronometro di Verona, precede tuttavia Scarponi, che combatteva con lui per l’ultimo gradino del podio, di 12″ e può così salire sul terzo gradino del podio finale del Giro d’Italia 2010. È peraltro terzo anche nella classifica a punti. Dopo il Giro d’Italia, per prepararsi alla Vuelta de Espana, rinunciando al Tour de France, vince il Giro di Slovenia ed il Trofeo Melinda, in Trentino.
Prende quindi il via alla Vuelta, con ambizioni di classifica. Fin dalle prime tappe lotta per il vertice della classifica, sfiorando la maglia rossa di leader della generale in diverse occasioni. Nell’undicesima frazione perde una ventina di secondi dal vincitore e nuovo capoclassifica Igor Antón; tre giorni dopo si rifà, piazzandosi secondo alle spalle di Joaquim Rodríguez e, complici la caduta ed il ritiro di Antón, conquista per la prima volta la maglia rossa, anche se con soli 4″ su Rodríguez. La maglia “roja” la perde nella sedicesima tappa, con l’arrivo in salita a Cotobello, a favore dello stesso Rodríguez, che va ad acquisire un vantaggio di 34″, ma già l’indomani, nella cronometro individuale di Peñafiel, riesce, nonostante una foratura, a riguadagnare il simbolo del primato con un vantaggio di 39″ su Ezequiel Mosquera e di 1’58” sul vincitore di tappa Peter Velits, mentre Rodríguez scende a quasi quattro minuti. Nella penultima tappa, quella decisiva con arrivo sulla Bola del Mundo, è piazzato subito alle spalle del rivale Mosquera, vincitore di giornata, mantenendo così il primo posto nella generale, per un successo finale che il giorno dopo a Madrid diventa ufficiale. Dopo 20 anni la vittoria della corsa iberica torna quindi ad un ciclista italiano e per la prima volta nella storia ad un ciclista messinese. Oltre alla maglia rossa Nibali fa sua anche la maglia bianca della classifica combinata, arrivando inoltre terzo nella classifica a punti.
2011, E’ DIFFICILE RIPETERSI
In tutti gli sport, dopo aver ottenuto un successo, la cosa più difficile è riconfermarsi. Nibali partecipa, nel 2011, alla “Corsa Rosa” da capitano della Liquigas-Cannondale con ambizioni di vittoria. Durante le tre settimane di gara, nonostante il terzo posto di tappa sullo Zoncolan e il secondo a Nevegal, non riesce a contrastare il dominio del più quotato Alberto Contador: chiude la corsa sul terzo gradino del podio di Milano, a quasi sette minuti dallo spagnolo e superato in classifica anche da Michele Scarponi. In seguito alla squalifica per doping di Contador il messinese guadagna tuttavia il secondo posto finale alle spalle del solo Scarponi e il successo nella sedicesima tappa, la cronometro di Nevegal. Ottiene così il terzo piazzamento sul podio consecutivo negli ultimi tre grandi Giri cui ha partecipato. Ritorna poi alla Vuelta, dopo la vittoria dell’anno precedente, restando nelle zone alte della classifica fino alla 14ª tappa, nella quale va in crisi. Non riesce a ripetersi chiudendo la corsa spagnola al settimo posto, a 4’31” dal vincitore Juan José Cobo.
2012: PROVE GENERALI PER IL GRANDE SUCCESSO ED IL PASSAGGIO ALL’ASTANA
Nel 2012 decide di non prendere parte al Giro per preparare il Tour de France, che lo vede ai nastri di partenza con ambizioni di classifica. Alla Grande Boucle Nibali ben figura nonostante un percorso poco adatto alle sue caratteristiche, rendendosi protagonista nelle tappe alpine e concludendo la corsa francese al terzo posto finale, diventando il secondo italiano dopo Felice Gimondi ad essere salito sul podio di tutti i tre Grandi Giri. Dopo il Tour viene convocato nella selezione che partecipa alla prova in linea dei Giochi olimpici di Londra, terminando però poco oltre la centesima posizione. Il 3 agosto dello stesso anno viene ufficializzato il suo trasferimento all’Astana a partire dalla stagione ciclistica 2013. Il 6 settembre Nibali torna quindi alla vittoria, dopo quasi sei mesi, imponendosi per distacco nella quarta tappa de Il Padania, conclusa sull’arrivo in salita del Passo della Bocchetta. Il giorno successivo si aggiudica anche la classifica generale della breve corsa a tappe. Nello stesso mese, ai mondiali su strada sulle strade di Valkenburg, il siciliano è il capitano della nazionale azzurra: all’ultimo passaggio sul Cauberg, che decide la corsa, prova l’attacco senza fare la differenza, ma lanciando invece il belga Gilbert che sfruttando lo scatto del siciliano, va a vincere in solitaria; Nibali chiude 29º.
2013: IL GIRO DELLO SQUALO
Con il passaggio all’Astana, Nibali ha una squadra più forte al suo fianco. Nel maggio 2013 si presenta come uno dei principali aspiranti alla vittoria del Giro d’Italia, assieme a Bradley Wiggins, Michele Scarponi, Cadel Evans e il vincitore uscente, Ryder Hesjedal. Dopo la cronometro a squadre chiusa al terzo posto e una prima settimana di controllo, al termine dell’ottava tappa, una cronometro di 54,8 km da Gabicce a Saltara, indossa dopo tre anni la maglia rosa. Nella decima tappa, al primo vero arrivo in salita sull’altopiano del Montasio, si classifica terzo dimostrando di controllare con relativa facilità gli avversari per la vittoria finale. Nella diciottesima tappa, la cronoscalata da Mori a Polsa, si aggiudica la vittoria staccando di 2’36” il secondo della generale Cadel Evans. Dopo l’annullamento della diciannovesima tappa per avverse condizioni meteorologiche, si ripete nella ventesima frazione, l’ultima di montagna, con arrivo alle Tre Cime di Lavaredo (cima Coppi del Giro), staccando gli inseguitori e giungendo al traguardo in solitaria. E’ il colpo finale: lo Squalo diventa il primo messinese della storia a trionfare nel Giro d’Italia.
Dopo la vittoria della corsa rosa, Nibali decide di tornare a correre la Vuelta: nella corsa spagnola conquista dopo la seconda tappa la maglia di leader. Dopo aver perso la prima posizione riesce, nella cronometro di Tarzona, a riprenderla a spese dello statunitense Chris Horner. Nella sedicesima tappa però, su un arrivo in salita non particolarmente impegnativo, viene attaccato e va in crisi, perdendo circa 20 secondi dai suoi avversari principali, Rodríguez, Horner e Valverde. Mantiene la maglia rossa, ma solo temporaneamente: nella diciannovesima tappa viene definitivamente superato da Horner, chiudendo la corsa in seconda posizione, a 37″ dal primo posto.
2014: LE ROI, VINCENZO NIBALI
Si arriva così al trionfo odierno, quello che fa entrare definitivamente Vincenzo Nibali nella storia mondiale di questo sport, andando a trionfare al Tour de France, 16 dopo l’ultima vittoria italiana, quella del Pirata, Marco Pantani. Nibali inizia la stagione 2014 pensando esclusivamente alla Grande Boucle e, per arrivare al meglio, partecipa al Tour of Oman ed al Critérium du Dauphiné, durante il quale riceve una lettera di richiamo da parte dei vertici dell’Astana a causa del suo scarso rendimento nella prima parte di stagione. Vincenzo vive molto male questo momento, rimanendo deluso da un rimprovero inaspettato ed immeritato. Lo Squalo si riscatta vincendo il Trofeo Melinda, valido per i Campionati italiani di ciclismo su strada Professionisti, e diventando, per la prima volta in carriera, campione italiano.
Il Tour de France lo vede subito protagonista il 6 luglio, quando conquista la seconda tappa York-Sheffield con uno scatto a 1.800 metri dall’arrivo. Conquista così la maglia gialla con 2 secondi di vantaggio su Froome e Contador, i due favoriti per la vittoria finale. Nella quinta tappa, caratterizzata dalla presenza di numerosi tratti in pavè, Nibali sfoggia un’incredibile prestazione, concludendo terzo e guadagnando un ottimo vantaggio sugli altri contendenti per la vittoria finale della corsa francese, che però inizieranno ad autoeliminarsi. Nella stessa tappa,Chris Froome, vincitore della passata edizione e già caduto nella tappa precedente, è vittima di altre due cadute: si ritira con una frattura al polso. Nell’ottava tappa lo spagnolo Contaodr attacca più volte, ma il siciliano si difende bene, perdendo 3″ soltanto negli ultimi cento metri. Dopo aver indossato per sette giorni la maglia gialla, nella nona tappa, vinta dal tedesco Tony Martin dopo una lunga fuga, perde il simbolo del primato a favore del francese Tony Gallopin, uno dei fuggitivi di giornata. Si riprende la maglia il giorno successivo, nell’arrivo alla Planche des Belles Filles, vincendo dopo aver staccato tutti gli altri big a 2 km dalla fine e ripreso Joaquim Rodríguez. La decima tappa vede, però, anche il ritiro di un altro favorito, Alberto Contador, il quale cade e si frattura una tibia. Ma il successo di Nibali non va di certo giustificato con la sola fortuna, visto che il messinese inizia ad inanellare prestazioni strepitose: nella tappa alpina con arrivo in salita a Chamrousse Nibali fa il vuoto e vince la sua terza frazione al Tour, ipotecando la vittoria finale, che viene poi suggellata nella 18° tappa, che prevede il transito sul Colle del Tourmalet e l’arrivo in salita a Hautacan. Qui Vincenzo trionfa ancora, staccando il gruppo a 10 km dal termine e soprassando il leader della tappa, Thibaut Pinot, conquistando la sua quarta frazione con oltre un minuto di distacco sullo stesso Pinot e quasi due minuti su Alejandro Valverde. Le restanti tappe, sono solo ordinaria amministrazione per lo Squalo, che diventa Le Roi de la Grande Boucle.
A cura della redazione sportiva