Ricordare Massimo Troisi e, allo stesso tempo, attraverso la poesia di un quadro, di un’installazione naturalistica e di un film ‘poema visivo’ , ripercorrere la sua storia artistica e la sua vita, evidenziando l’unicità interpretativa che lo ha reso celebre in tutto il mondo. E’ questo l’obiettivo della Fondazione Salonia che, nel ventennale della morte di Troisi e della proiezione del film ‘Il Postino’, ha pensato di sviluppare un interessante progetto nell’ambito del ‘Memorial Massimo Troisi’ del Comune di Malfa e di ‘Mare Festival’ organizzato dall’amministrazione di Santa Maria di Salina.
L’evento è stato presentato oggi venerdì 25 luglio alle 10 all’hotel S.Elia a Messina. Erano presenti gli artisti Dimitri Salonia e Lidia Monachino, il regista Eros Salonia, il presidente della Fondazione Salonia Felice Ruggeri e il direttore artistico di ‘Mare Festival’ Massimo Cavaleri.
Per il Mare Festival il 5 agosto alle 18:30 all’Hotel Ravesi di Malfa, Dimitri Salonia, presidente onorario della Fondazione Salonia e pittore noto in ambito internazionale, insieme ad altri artisti della Scuola Coloristica Siciliana, realizzerà una grande quadro con la tecnica dell’Arte a più mani. L’opera, che sarà ideata e ultimata dal vivo in una performance spettacolare si ispirerà al film il Postino e a Troisi. Alla manifestazione sarà presente la critica d’Arte nazionale Federica Pasini che illustrerà l’opera intitolata “Il postino della vita”. Insieme a Salonia imprimeranno il loro stile cromatico nella tela gli altri artisti della Scuola Coloristica Siciliana Lidia Monachino, Carmen Crisafulli, Tania Di Pietro, Cristina Ravalli, Angela Salonia e Felice Ruggeri.
Il 6 agosto invece nell’ambito del ‘Memorial Massimo Troisi’ il Maestro Dimitri Salonia presenterà alle 18:30 alle Balate di Pollara una sua installazione naturalistica ideata e donata al comune di Malfa. Per l’opera Salonia ha utilizzato solo materiale naturale trovato sull’isola, come legno, ferro, sassi, piante e una vecchia barca, in modo da non incidere sull’equilibrio ambientale del territorio.
L’installazione denominata “L’ultimo viaggio in un rifugio ancestrale rubato agli dei“, cercherà di descrivere allo stesso tempo l’anima di Troisi e il suo rapporto con la morte. “L’idea – spiega Salonia – nasce da alcune riflessioni sulla violenza della natura e sugli elementi che rendono magici alcuni luoghi di Salina come la grotta scavata nel tufo dove le barche di legno vengono tirate in secco dopo i pericolosi viaggi in mare. Lì ho realizzato la mia opera proprio utilizzando una barca in legno. E’ come se l’anima dell’imbarcazione si aggrappasse ancora quel rifugio che non l’ha salvata, a quel cancello chiuso che ne ha impedito l’entrata. E ancora rimbalzeranno dentro quei legni ‘rumori’ e suoni della natura che Massimo Troisi ha registrato per sempre. “Lo schianto della barca – dice ancora Salonia – è come la vita dell’uomo perennemente in balia delle soverchianti forze della natura contro le quali nulla possono razionalità, intelletto e progettazione. La stessa vita di Massimo Troisi, in perenne bilico tra slanci, passioni, creatività e destino beffardo sempre in agguato, ne è chiara e paradigmatica rappresentazione. Nel film ‘Il postino’, in una sorta di chiaroscuro sospeso tra razionalità e aleatorietà, si intrecciano le storie e i destini di Troisi – Ruoppolo e Noiret-Neruda, in una di visionaria chiaroveggente raffigurazione. D’altronde – conclude il maestro – nella stessa poetica di Neruda era spesso presente il tema dell’eterna lotta dell’uomo contro il proprio destino”.
Sempre il 6 agosto alle 21, 30 nella piazza di Malfa sarà proiettato il ‘poema visivo’ di Eros Salonia, regista apprezzato in ambito internazionale, dal titolo “Scusate avete visto Massimo?”. Il film che ripercorrerà gli ultimi giorni di Troisi a Salina, fonde lo stile del documentario con la fantasia. Ricorderà difatti Troisi a Salina attraverso le immagini e le testimonianze dei protagonisti della pellicola e di chi ha lavorato nel film. Oltre dallo scenografo, la costumista, gli attori sono state sentite persone dell’isola che hanno conosciuto l’attore. Il poema visivo si spingerà poi a immaginare, con un percorso narrativo originale, il ritorno di Troisi a Salina, nelle sembianze di un bambino che ammirerà un ‘altra volta i colori, i panorami, gli odori e le tradizioni dell’isola e li confronterà con quanto aveva vissuto durante le riprese del film. Questo nuovo modo di raccontare assorbe la sua forza dalle radici della tradizione e la trasforma con punti di vista innovativi che diventino nuova linfa vitale nel linguaggio cinematografico.
“Lo scopo del nostro film-documentario – spiega Eros Salonia – è poi anche quello di valorizzare Salina e Malfa e di mostrare l’umanità di un artista d’eccezione, ‘affondando la telecamera’ nel rapporto tra l’arte, la natura e la morte”. “Ma non si tratta – prosegue il regista – solamente di un documentario che ritraccia, come un omaggio postumo, le tappe delle riprese e gli aneddoti della produzione. Questo film vuole essere, invece, una valorizzazione dell’Isola di Salina, del suo potere di seduzione su chi la visita e vi abita. Ma, soprattutto, il progetto che proponiamo è un percorso “interno” verso l’anima dell’isola, verso il suo potere di sospendere la vita umana in un’estasi calma, nella contemplazione del mistero della creazione. Tra uliveti secolari, vigne arrampicate sul vulcano, cantine di Malvasia, tra pescatori e contadini, passerà la voce di Troisi tornato sulla terra e di quanti lo hanno conosciuto. Su tutto, scorrerà la malinconia della scomparsa di un mondo (il contadino e il marinaio). Questa scomparsa poi farà eco all’ironia di Troisi, quell’ironia di chi, come Massimo sapeva di non avere molto tempo da vivere”. “Ma per fortuna, – conclude il regista – restano i film, come resta la pietra. Quelli che la storia ci consegna come ‘gli ultimi giorni di Massimo Troisi’ mostreranno un percorso mitico verso una forma di immortalità, in una forza viva: quella dell’arte che rivaleggia con la morte. Su tutto, poi, come uccello rapace, Araba Fenice o Chimera, campeggerà, planando su vallate, l’anima del poeta, come il mistero della morte, sospesa, assente, presenza, che si vuole, da parte mia, come sostanza ineffabile del mio racconto”.
Il cortometraggio prodotto da Antonio Barbera sarà magnificato dalla colonna sonora originale di Michele Amoroso, che comporrà musiche coinvolgenti e struggenti. Amoroso pianista, compositore e direttore d’orchestra, è docente al Conservatorio “A. Corelli” di Messina. Svolge attività concertistica presso Istituzioni, Enti e Festivals. Autore, tra l’altro, dell’opera lirica “Colapisci” rappresentata nella sala Scarlatti del Conservatorio “V. Bellini” di Palermo e di musiche per spettacoli multimediali eseguite anche presso l’Università di Tor Vergata in Roma, o ispirate a opere pittoriche come “Suite delle stelle” su dipinto di Van Gogh eseguita alla Basilica Cattedrale di Messina.