Di fronte all’emergenza sbarchi e al continuo arrivo di migranti e di Misna (Minori non accompagnati) lungo le coste siciliane, Ai.Bi. (Amici dei Bambini) non si tira indietro e continua la sua lotta contro l’abbandono e la promiscuità.
Per questo l’organizzazione non governativa apre la nuova struttura di prima accoglienza “Casa Mosè” a Camaro Superiore .
Nella nuova struttura, allestita in un istituto concesso in comodato d’uso per i prossimi 5 anni all’associazione dalle Suore Figlie di Maria Immacolata, sono stati già accolti 16 Misna (minori stranieri non accompagnati) arrivati tra sabato e domenica con l’ennesimo sbarco nel Canale di Sicilia.
“Abbiamo stipulato con l’assessore comunale alle Attività Sociali Antonino Mantineo un protocollo d’intesa – dice Dinah Caminiti, referente Ai.Bi. Sicilia – in virtù del quale il nostro Centro di Prima Accoglienza offre ai minori stranieri non accompagnati servizi alla persona, corsi di lingua italiana, assistenza sanitaria e unico esempio in tutto il territorio anche assistenza educativa garantita dalla presenza di pedagogisti. Inoltre i nostri operatori distribuiscono a tutti i minori vestiario e un costante sistema di sorveglianza”.
La prima accoglienza è un servizio residenziale in una comunità di pronto intervento per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati che vivono in situazioni di emergenza. L’obiettivo del servizio è di fornire soluzioni immediate ai bisogni urgenti di alloggio, vitto e tutela, derivanti dalla situazione di grave disagio che vivono.
“Ma la cosa più importante – precisa Dinah Caminiti – è che i ragazzi ospitati vengono chiamati per nome e trattati con amore filiale dai nostri operatori. Questo è il primo fondamentale contatto di questi minori con l’Italia”. Ma a Messina come a Lampedusa e in tutti gli altri punti caldi della Sicilia tutto ciò non basta. Non è sufficiente.
Per questo Ai.Bi. rinnova il suo appello a costituire “un tavolo di regia fra le associazioni – sostiene a gran voce l’associazione – enti locali e istituzioni per non disperdere gli sforzi”.
“Dopo quattro anni di sbarchi incessanti, l’emergenza è diventata una preoccupante quotidianità – continua la referente Ai.Bi. – , che acuisce la profondità delle falle di un sistema che da tempo avrebbe dovuto darsi un coordinamento e un’organizzazione. Una situazione in cui i costi non consentono più la sostenibilità degli interventi e che fa ribadire l’appello delle 12 Ong, tra cui Ai.Bi., con il quale si chiede che venga attivato urgentemente dal governo il Fondo nazionale per i Misna”.
Intanto il tempo scorre e tra ritardi burocratici e tavoli tecnici che stentano a decollare, a Messina si vive una situazione difficile, con spreco di energie e risorse.
Nonostante questo Ai.Bi. non si scoraggia, chiede l’aiuto di tutti a sostenere il progetto Bambini in Alto Mare e continua a dare la propria disponibilità a reclutare famiglie alla causa della giusta accoglienza.
Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini, è un’organizzazione non governativa, nata nel 1986 da un movimento di famiglie adottive e affidatarie, che opera affinché sia garantito a ogni bambino abbandonato il diritto di avere una famiglia. Ai.Bi., ente autorizzato per le adozioni internazionali, lavora in Italia con una sede nazionale e 29 uffici tra sedi regionali e punti informativi ed è presente nel mondo in 31 paesi con sedi operative in Europa dell’Est, Americhe, Africa e Asia. L’ente è attivo nell’ambito della sensibilizzazione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza partecipando alle attività del Gruppo CRC (Gruppo di Lavoro sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza) e dell’Osservatorio Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza.