Cremazione: una faccenda rimasta tra gli ingranaggi farraginosi di Palazzo Zanca per quasi 14 anni. La Giunta ha proposto il regolamento comunale per la cremazione dei defunti, sottoscritto dall’assessore Daniele Ialacqua ma, come sostenuto in aula da Nino Carreri, l’amministratore si è ritrovato a firmarlo per “puro caso”; di fatto l’iter conclusosi soltanto adesso, si è aperto nell’anno 2000. “Comunque sia è un bene si sia arrivati a chiusura del percorso data la situazione in cui versano i nostri cimiteri. In deposito è stimata la presenza di oltre 450 salme in attesa”, precisa Maria Perrone, presidente della Commissione regolamenti e statuto. “E anzi dapprima si parlava di oltre 700 esuberi. Segno che qualcosa si sta muovendo”.
Ci troveremmo davanti, un “apparato d’eccellenza, all’avanguardia”, secondo la numero uno della IX commissione, “che, inoltre, consente degli introiti. E’ di proprietà del Comune”, chiarisce, “ma la gestione inizialmente -per due anni- verrà affidata ad una ditta esterna (specializzata)”. Un riconoscimento all’ ingegnere Manna da parte dei membri della commissione interessata: “ha chiarito ogni nostra perplessità, specie quelle relative a costi e ricavi, affrontandole con precisione e puntualità. Per la prima volta abbiamo ottenuto il plauso di tutti i commissari e i lavori sono stati molto sereni. Si è dialogato con grande serenità e ne è dimostrazione il fatto che si sia giunti ad un voto unanime favorevole per questo tariffario”, conclude la consigliera Udc.
Così, è stimato, si creeranno nuovi spazi e, eticamente parlando, si offrirà maggior tutela al diritto di scegliere cosa ne sarà delle proprie spoglie una volta passati a miglior vita. Ne sono convinti i consiglieri, compreso Pippo Trischitta che sottolinea la sua personale contrarietà all’impiego della tecnica alternativa: “ma voterò favorevolmente perché ciascuno deve poter disporre del proprio corpo come ritiene più opportuno. La mia posizione è data solo dalla difesa della libera scelta”. Appaiono tutti tendenzialmente concordi nell’approvare l’atto, fatta eccezione per Antonella Russo: “Ammetto di non aver partecipato al dibattito in commissione. Ho letto solo oggi il regolamento e voterò contraria la delibera, non per motivi religiosi che ho ma tengo per me”, chiarisce la consigliera passata al gruppo misto ormai da tempo. “Questa proposta obiettivamente non da al soggetto la possibilità di capire come vuole esprimere la sua volontà”, secondo l’avvocato democrat che fornisce una serie di aspetti che non la convincono.
Delucidazioni vengono richieste anche dal collega Giuseppe Santalco il quale interroga il segretario generale circa la rivalutazione annuale delle tariffe di cremazione approvate con determina dirigenziale (art. 22 ). Il dubbio del capogruppo di Felice per Messina è se si tratti di un potere arbitrariamente conferito al dirigente o se invece non si alluda semplicemente alla rivalutazione Istat. Viene messa a verbale la risposta del segretario generale, Antonio Le Donne, che interpreta l’articolo dell’atto in senso stretto e ad esclusivo riferimento al classico aggiornamento dell’Istituto.
Interessante notare come tra numerosi consiglieri la decisione di votare favorevolmente passi prima attraverso un filtro spirituale, quello del fedele che chiama in causa gli insegnamenti sacri. Lo fa Libero Gioveni che ammette di sentirsi confortato dal “sapere che la Chiesa Cattolica si è aperta a queste nuove pratiche”, specificando che per “nuove”, intende “nuove per la nostra città”. Non manca di far riferimento alla cristianità anche Nicola Cucinotta “del resto Gesù nella Bibbia non ha mai parlato di sepoltura”. In effetti la Chiesa non pone veti in merito alla pratica -accettata dal Vaticano già dagli anni 60′- , semmai alcuni credenti non la considerano come possibilità poiché credono che giungerà il giorno nel quale Dio resusciterà i morti unendo spiriti ai corpi (1 Corinzi 15:35-58, 1 Tessalonicesi 4:16).
Certo è che da un consiglio laico (perché tale deve essere l’istituzione) ci si aspetta che gli argomenti siano più pratici e meno ancorati a tradizioni o fedi strettamente personali. E in effetti i presenti si schierano tutti (eccetto un astenuto e il voto contrario della Russo) in sostegno della proposta.
Non mancano però i fuori tema: a mettere in scena il suo one man show, oggi, è il democratico Cucinotta il quale prende la parola per discutere di quanto inappropriato sia stato il blocco dei tir che ha visto, stamani, protagonista il primo cittadino. Il consigliere, dopo una prova microfono che al classico soffio ha preferito un “abbasso Accorinti”, ha esordito con: “Domani tutti al molo Norimberga e aiutiamo i vigili a fare i verbali”. Il consigliere Pd ritiene inappropriato il comportamento dell’Amministratore, colpevole di aver sfruttato la situazione per il proprio tornaconto personale. Inutile negare che la vicenda abbia fruttato al primo cittadino un ottimo ritorno di immagine. “Non credo sia questo l’atteggiamento giusto”, sostiene l’intervenuto. “Siamo davanti ad un’ordinanza che non è per la città ma per l’immagine del sindaco. Per fare un po’ di sciacquazza!”, continua. Ma viene interrotto dalla presidente che lo corregge “si parli in italiano, per favore”. “Sa com’è qui siete tutti sbarruati per questa sciacquazza”, le risponde l’ammonito.
Ci rendiamo conto, il dialogo non è dei più alti. Viene riportato per un fatto essenziale: nella risposta che il consigliere fornisce, c’è una grande provocazione giacché proprio Emilia Barrile disse – e ripeté – il “sono sbarruata” durante i lavori d’Aula, che tanto colpì per la sua poca verve istituzionale.
E tale risposta, oggi, suonava come un piccolo sfottò alla signora del Consiglio.
Voltando pagina, il consesso ha approvato anche l’ordine del giorno di Luigi Sturniolo circa il co-working. “Sostanzialmente credo che la crisi in cui siamo immersi e i bilanci che andiamo ad affrontare siano il frutto di una crisi più generale della semplice cattiva gestione amministrativa. A questa crisi non si puo rispondere riproponendo elementi e dispositivi di sempre”, spiega il proponente, consigliere di Cambiamo Messina dal Basso. “La società in parte già ne fornisce: mettersi insieme e cooperare è una possibilità: questo è il coworking”. Ma come può un’Amministrazione sostenere concretamente iniziative simili?
“Una modalità è mettere insieme tipologie di lavoratori che hanno le stesse esigenze – ad esempio soggetti appartenenti a medesime categorie professionali che condividono materiali e spazi per abbattere i costi – o può mettere a disposizione spazi per manifestazioni specifiche”, conclude.
Ventitrè i voti favorevoli (un contrario e un astenuto). Ma prima di chiudere i lavori, aggiornati a martedì prossimo, un intervento spetta a Ivana Risitano: “Avrei voluto chiedere un minuto di silenzio per il bambino di due anni arrivato morto sulla nostra terra due giorni fa. Avrei voluto chiedere tanti minuti di silenzio per le centinaia e centinaia di morti che hanno fatto del Mediterraneo un cimitero. Già, perché mentre noi facciamo, giustamente, regolamenti per dare onore ai nostri morti, a qualche decina di metri dalle nostre case donne, uomini, bambini muoiono troppo spesso proprio mentre cercano di sfuggire alla morte nelle loro terre”. Spiace dirlo ma, mentre – forse nel momento meno opportuno , la consigliera si sofferma sul dramma umano e civile che di riflesso stiamo vivendo, osservando, conoscendo e sui rischi che un’inadeguata gestione dell’accoglienza può comportare in termini di intolleranza e xenofobia, in Aula, tutto quel che non c’è è proprio il silenzio, quello della decenza, dell’umanità, della sensibilità che manca specie a quel consigliere che entra sbraitando “io me ne vado, ancora che parla? Mezzora di intervento!?”.
Sia chiaro, non diciamo chi è solo perché crediamo con fermezza fosse distratto quando la collega iniziava a parlare, e non avesse compreso la delicatezza del tema, altrimenti cotanto timorato di Dio, siamo convinti che mai avrebbe potuto peccare di assoluta assenza di pietas.