Sono ormai passati tre anni dalla frana che il 1 marzo 2011 si è riversata sulla strada statale 113/dir e sull’unica strada comunale che collega Acqualadrone proprio alla statale, da allora tutto è rimasto come prima.
Nonostante le denunce degli abitanti del villaggio e del consigliere della VI circoscrizione, Mario Biancuzzo, nessun provvedimento è stato adottato. Lo storico borgo dei pescatori, un tempo anche meta di turisti, è ormai del tutto abbandonato, pertanto, urge l’intervento dell’amministrazione comunale e dell’Anas per mettere in sicurezza i tratti di strada che continuano a creare disagi agli automobilisti in transito sopratutto nel periodo estivo quando il traffico diventa più intenso e il rischio di incidenti aumenta. Il restringimento della carreggiata ha comportato, inoltre, la soppressione della linea 80 dell’ATM costringendo i residenti a raggiungere il centro cittadino con mezzi alternativi.
Nell’ultimo sopralluogo effettuato dal consigliere della VI circoscrizione è emerso che di tutti gli interventi richiesti ai vari organi soltanto un tratto di muro è stato ristrutturato: “La frana che si presenta subito dopo una curva ad un budello obliquo è ancora più stretta a causa delle erbacce – afferma Biancuzzo – La progettazione, per effettuare tutte le opere necessarie per ripristinare il muro franato è stata affidata dalla Regione agli uffici comunali con un finanziamento di 250.000 mila euro. Questi soldi sono stati stanziati per i lavori di riparazione del muro franato, a tutela della pubblica e privata incolumità, e posa massi a mare, ma ad oggi solo il muro è stato ricostruito grazie all’intervento dell’Ufficio Manutenzione Strade del Comune di Messina. Inoltre – continua il consigliere – l’assessore alle politiche del mare, Filippo Cucinotta, su mie sollecitazioni in una trasmissione televisiva, ha dichiarato circa tre mesi fa, che a breve sarebbero iniziati i lavori ai quali sono stati aggiunti all’importo stanziato dalla Regione Sicilia altri 50.000 mila euro, ma dei suddetti lavori non vi è ancora alcuna traccia”.
Scarsa è anche l’illuminazione pubblica: “Alla fine del villaggio rivierasco è necessario ultimare l’impianto di illuminazione del tutto assente per evitare che il buio sia un ulteriore incentivo ai mali intenzionati di continuare a danneggiare il patrimonio pubblico e le abitazioni private – sottolinea Biancuzzo – In due punti del paese alcuni pali deteriorati sono stati rimossi, perché non funzionanti, mentre, occorrerebbe sostituire il palo ubicato all’ingresso del paese, vicino ai cassonetti adibiti alla raccolta dei rifiuti, abbattuto e sorretto dai cavi dell’energia elettrica”.
Al problema stradale si aggiunge anche un’altra questione importante: la spazzatura. “La raccolta dei rifiuti avviene a singhiozzo e i cassonetti aperti, logorati e sporchi danno il benvenuto a vacanzieri e residenti – ha concluso il consigliere Biancuzzo. Inoltre, la spiaggia ormai in alcuni tratti non esiste più, sempre più deteriorata e colma di erbacce, e il mare minaccia di danneggiare anche la via lungomare. Il problema per questo tratto di costa si è presentato da quando il mare lo ha violentemente aggredito: l’arenile si è ridotto di parecchi metri e per i bagnanti praticamente è rimasto poco spazio”.
Nonostante le diverse richieste di intervento e i finanziamenti stanziati affinché il borgo possa tornare accogliente come un tempo, le varie istituzioni non hanno risposto presente, mentre, i residenti, oltre a pagare le tasse, non sanno più a quale santo rivolgersi. (LETIZIA FRISONE)