“Dopo i recenti provvedimenti del Governo, il nostro futuro è a rischio”. E’ questo il grido d’allarme lanciato questa mattina dal Commissario straordinario della Camera di Commercio di Messina, Francesco De Francesco. Nell’incontro tenutosi in mattinata all’interno del palazzo di piazza Cavalotti, si è discusso degli effetti che le norme emanate dal Governo avranno nell’immediato futuro per gli Enti in questione di tutta Italia. A destare maggiore preoccupazione è la riduzione del diritto camerale del 50%, previsto dal decreto legge redatto lo scorso 24 giugno. Il provvedimento governativo prevede, dal 2015, il dimezzamento del bilancio camerale con notevoli ricadute sul piano sociale ed economico.
“Quanto previsto dal Governo – spiega De Francesco (nella foto) – avrà un impatto devastante in Sicilia, a fronte di un esiguo risparmio per le imprese. Attualmente manca un dialogo con i rappresentanti politici, non abbiamo avuto alcun confronto. E’ nostro dovere sensibilizzare l’opinione pubblica, affinché tutti conoscano la situazione che sta venendo a crearsi, un serio danno per i dipendenti della Camera e per tutto l’indotto economico locale”. Una manovra del Governo che in Sicilia avrebbe effetti ancora più devastanti. Ad essere penalizzati dalla riduzione del diritto camerale infatti sarebbero perfino i pensionati. “In Sicilia – precisa De Francesco – le Camere di Commercio assicurano anche i contribuiti previdenziali a circa 650 ex dipendenti che dal prossimo anno potrebbero vedere la propria pensione a rischio. Siamo d’accordo con una riforma strutturata, ma diciamo no all’azzeramento totale delle nostre attività e in questo siamo supportati dalle stesse imprese”.
Tuttavia, lo scenario potrebbe farsi ancora più nero. E’ in discussione infatti un disegno di legge cui all’articolo nove prevede l’abolizione totale del diritto camerale e la privatizzazione delle Camere di Commercio. “Non ci troviamo di fronte a una riforma – spiega Vincenzo Musmeci segretario generale della Camera di Commercio di Messina – ma a dei provvedimenti che mortificano il ruolo stesso degli Enti camerali. Si andrà verso il trasferimento delle competenze di ogni singola Camera di Commercio al Ministero, nonostante la nostra attività sia efficiente”.
Unanime il coro dei sindacati: “Il sistema camerale siciliano vive in uno stato d’angoscia. Se si andrà avanti così dal 2015 le Camere di Commercio non potranno garantire stipendi e pensioni. La Regione si attivi visto che ha competenza esclusiva e non può essere vincolata dai provvedimenti che il governo emana in tema di commercio”.
La prima soluzione per rendere meno amara la decisione del Governo sul diritto camerale potrebbe essere quella di procedere a un accorpamento. “Chiediamo al presidente della Regione – continua Musmeci – di procedere a un’unificazione della Camere di Commercio della Sicilia, costituendo un fondo comune derivante dal patrimonio mobiliare e immobiliare utile a garantire stipendi e pensioni ai lavoratori”.
Il prossimo 23 luglio a Roma si terrà una manifestazione nazionale organizzata da Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl per dire no alla riforma dei tagli e al ridimensionamento delle attività camerali previsti dal Governo. (@AndreaCastorina)