Non va tanto per il sottile il capogruppo dei Dr all’Ars, Giuseppe Picciolo, che dopo aver chiamato per la prima volta a raccolta tutti i soggetti interessati a dipanare l’ingarbugliata matassa del completamento degli svincoli di Giostra, che insistono sul discusso viadotto Ritiro, è rimasto incredulo dinnanzi al comunicato del Comune di Messina che dava già per bella e pronta la soluzione ad una vicenda che da due anni non trova risposte.
“Come Dr ci siamo adoperati con tutte le nostre forze per mettere allo stesso tavolo soggetti istituzionali che per vari motivi non riuscivano a dialogare o lo facevano con difficoltà – ha precisato Picciolo – e speriamo di aver dato un buon apporto per ritrovare il bandolo di una situazione che rischia seriamente di diventare la tela di Penelope. Parafrasando il presidente del consiglio, Matteo Renzi – ha evidenziato il capogruppo dei Democratici Riformisti – la generazione Telemaco deve certamente assumersi una qualche responsabilità senza attendere il ritorno del padre Ulisse. L’atteggiamento dell’assessore Sergio De Cola – ha continuato – mi è sembrato tanto una fuga in avanti solo per dire che qualcosa si era fatto: tutti possiamo dichiarare di aver trovato le soluzioni per risolvere un problema, ma nell’Italia di oggi sono le risorse per finanziare le idee medesime il vero problema! Dire questa è la soluzione e non indicare la strada per realizzarla fattivamente è solo un atto privo di senso politico e non mi sento di avallare un comportamento che sa tanto di tecnicismo mediatico”.
In conclusione per Picciolo le uniche vere novità per la risoluzione della telenovela viadotto Ritiro si potranno avere solo dalla riunione indetta dalla protezione civile per lunedì a Messina: “In quella sede si capirà se, come e soprattutto quando verrà realizzata la famosa ‘bretella’ che dovrebbe permettere di oltrepassare il viadotto Ritiro, dando così modo al Cas d’intervenire e mettere in sicurezza l’importante arteria autostradale senza bloccare, con le conseguenze immaginabili, il traffico gommato a Villafranca, deviandolo su una strada statale piena di ponti e viadotti realizzati nel dopoguerra dagli alleati”.