“Anche se dovessimo restare soli, andremo avanti con la nostra battaglia ‘No tir’ producendo la nostra ordinanza che ne vieterà lo sbarco diurno”. Così interviene questo pomeriggio l’assessore comunale all’Urbanistica, Sergio De Cola di cui abbiamo raccolto un commento, dopo il summit tecnico che si è svolto in mattinata, in Prefettura.
I reggenti di Palazzo Zanca e i titolari della Caronte&Tourist sarebbero stati gli ospiti “scomodi” (tanto che non erano in lista) in questo contesto meramente tecnico. Ma l’oggetto del contendere è e resta il Molo Norimberga su cui gravitano competenze e diritti del Demanio marittimo, gli Enti correlati e gli armatori. Su queste parti si impernia il Comune di Messina che vuole a tutti costi creare quella vivibilità in una città che combatte da decenni con l’attraversamento dei mezzi gommati nel centro urbano. In verità, la sensazione trapelata osservando dall’esterno i “personaggi noti invitati” è stata che, attorno a quel tavolo, non ci fossero sedute le singole professionalità (il presidente dell’Authority, Antonino De Simone, il Comandante della Capitaneria di Porto, Antonino Samiani, l’Amministratore delegato di Bluferries, Giuseppe Sciumè e il delegato del Provveditore interregionale alle Opere Pubbliche Sicilia-Calabria, Emanuele Cicivelli) ma i “promotori del commercio sulle acque dello Stretto”. In quest’ottica, nessuno dei presenti sostiene di poter appoggiare un provvedimento sindacale che inibirebbe le tratte di navigazione con arrivo e reimbarco diurno, in particolare, grazie alla nave Cartour delle 10:30.
Ecco dunque il bisogno di ascoltare l’Amministrazione municipale che, attraverso De Cola, si espone con fermezza: “Una città sicura è l’obiettivo che noi perseguiamo. Non ci saranno ‘se e ma’. Le strade invase dai tir rappresentano un rischio per chi le popola. Stiamo formulando anche i cavilli dell’ordinanza trattandosi di un tema giuridico scottante, oltre che di viabilità. Per questo, ci sta lavorando il mio collega Cacciola insieme alla dirigenza di settore”.
L’aspetto più inquietante (interpretato forse come secondario) della riunione odierna riguarda proprio il Cavalcavia su cui, al contrario di quello che spesso si pensa, esiste una competenza mista. A ribadirlo oggi, sono Samiani e la viceprefetto Maria Adele Maio. Per l’esattezza, la parte superiore, comprendente il manto stradale ed i parapetti, è in gestione del Comune; la parte inferiore, il vero impalcato e ciò che detta le condizioni di solidità strutturale, è gestita da Rfi. Se la Società di Stato garantisse la sicurezza, come ha sempre fatto, non si potrebbero sollevare polemiche sulla precarietà di questo collegamento viario dal Molo Norimberga al viale La Farina. Quindi come potrebbe influire la questione sull’ordinanza comunale che tenta di salvaguardare lo stato delle strade? La domanda è stata appunto girata all’assessore con delega all’Urbanistica che ha riferito: “Non ci sono sorprese sul piano della doppia competenza del Cavalcavia. In altre situazioni, il problema è emerso ed è stato discusso in sinergia. Non credo si possano realizzare previsioni così assodate, a fronte di sollecitazioni così imponenti come quelle quotidiane degli autoarticolati. Confermo che la manutenzione dell’arteria sotto esame spetta a noi. Malgrado la risaputa certezza di Rfi, noi dobbiamo tutelare tutta la mappatura urbana (non solo il Cavalcavia) e la vita delle persone”.(@MARCELLA RUGGERI)