Unioni civili croce e delizia di questo scorcio di legislatura. A proporre una soluzione che possa mettere tutti d’accordo è la consigliera comunale del Nuovo centrodestra, Daniela Faranda, che ha presentato ieri una proposta nella quale si richiede al sindaco di emanare “un’ordinanza affinché l’ufficio Anagrafe rilasci ai componenti delle famiglie anagrafiche che ne facciano richiesta, ai sensi dell’articolo 33, comma 2 del Dpr 30 maggio 1989, l’Attestazione di famiglia anagrafica basata su vincoli affettivi (come riconosce l’articolo 4 dello stesso regolamento d’esecuzione), quale pubblica attestazione delle risultanze delle schede di famiglia tenute ai sensi dell’articolo 21 Dpr 30 maggio 1989”.
“Giacché da settimane – afferma Faranda – discutiamo sul da farsi in merito al registro delle unioni civili e ciascuno ha le proprie obiezioni da muovere rispetto ad un indirizzo non chiaro e al quale lo stesso proponente, il primo cittadino, non ha offerto delucidazioni, in linea con l’impegno del consiglio comunale di tutelare la famiglia, come la Costituzione prevede, ma altresì di garantire i diritti civili e sociali dei cittadini che convivono ma per ragioni proprie, di impossibilità o scelta autonoma, non contraggono matrimonio, ho ritenuto di proporre ai colleghi e all’esecutivo un percorso che possa essere alternativo, che non divida ma si limiti a ratificare quanto esistente. Di fatto questa proposta rappresenta, a mio avviso, l’unica via percorribile, ragionevole, per raggiungere il fine sperato, tutto considerato che, ad ora, il legislatore non ha provveduto a normare le unioni civili come parte della società oggi chiede”.
La capogruppo del Ncd allude all’ordinamento vigente il quale già prevede che l’anagrafe della popolazione residente sia tenuta registrando “le posizioni relative alle singole persone, alle famiglie e alle convivenze” e che “agli effetti anagrafici per famiglia si intende un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozioni, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso Comune”. E’ il Regolamento stesso a stabilire che l’ufficiale di anagrafe deve rilasciare certificati anagrafici relativi allo stato di famiglia e che ogni altra posizione desumibile dagli atti anagrafici “può essere attestata o certificata, qualora non vi ostino gravi o particolari esigenze di pubblico interesse, dall’ufficiale di anagrafe d’ordine del sindaco” e che “nei casi di persone coabitanti che non siano legate da rapporti di matrimonio, parentela, affinità adozione o tutela, bensì, esclusivamente da vincoli affettivi, l’ufficio anagrafe può registrare su richiesta dei cittadini la volontà di costituire un unico nucleo familiare e può provvedere al rilascio dell’attestazione di iscrizione all’anagrafe della popolazione residente quale famiglia anagrafica costituita da persone coabitanti legate da vincoli affettivi”.