Ma lo stadio S. Filippo di Messina non risultava essere in condizioni di precarietà assoluta in ogni suo spazio? Sbaglio o poteva ospitare i tifosi solo in alcuni settori? La foresteria non aveva bisogno di essere rimessa a nuovo completamente? Il manto erboso non richiedeva cure costanti per essere considerato campo di calcio?
Giuro di aver letto e sentito parlare di tutte “le malattie” che ad un impianto sportivo possano capitare. Oggi o ieri (fate voi) si scopre che lo stato di indigenza del San Filippo avrebbe colpito solo i tifosi del Messina e mai i fans di Vasco o Jovanotti e se capita di Gigi D’Alessio. Se non è un miracolo questo poco ci manca.
Sappiamo che Renato Free ha i suoi referenti al di là delle cosucce terrene , ma se vuole allargare la schiera dei suoi proseliti ha bisogno di qualcuno che in maniera serena gli spieghi che da lui non ci aspettiamo questo tipo di miracoli. La città a lui affidata non ha bisogno dell’intercessione miracolistica di cantanti , suonatori e ballerine ma di interventi ai limiti della magia in tutti i settori della vita sociale. Non saranno certo le voci e le note musicali di artisti celebrati a regalare a questa citta’ qualche sorriso e qualche pezzo di pane in più. E per quanto da sempre, anche lui, sia stato uno sportivo sul mondo del calcio e sui suoi seguaci ha ricevuto forse informazioni limitate , ritenendolo uno sport come tutti gli altri o considerandolo una malattia domenicale.
Una di quelle che colpisce anche un uomo di calcio affermato e capace come Pietro Lo Monaco che dopo aver sposato con le sue accertate qualità la titanica impresa di rinascita del Messina Calcio dopo anni di saccheggio di truffatori di ogni razza si è concesso un momento di distrazione regalando fiducia al palazzo degli spiriti ,il palazzo della politica.
In quel palazzo, Lo Monaco lo sa, non c’è fra l’altro solo l’Accorinti free ma anche una massa di consiglieri e aspiranti tali senza volto e senza nome che cercano di offrire aiuto e idee al nostro Renatino. Così accade che quando meno te lo aspetti qualcuno con un’operazione di benefica assistenza converta il sindaco all’esercizio del decisionismo accelerato.
E il nostro Renato dalla sera alla mattina dopo tanti anni di melina politico-sociale fa a pugni con i traghettatori, ingabbia i commercianti e udite, udite offre in noleggio persino il campo di calcio, con conseguente aumento della pressione arteriosa di un esperto come Lo Monaco, che minaccia l’abbandono, e di tutti i sostenitori del Messina da lui diretto e sostenuto.
Non sappiamo fra tutte queste scelte quali e quante siano sbagliate. E non vogliamo azzannare Renato Free per questa sua nuova tendenza al decisionismo rapido. Ma ci inquieta il fatto che le decisioni non rispettino il criterio della concertazione e dell’accordo preventivo.
Difatti ci chiediamo come mai, nel caso dell’ESTATE SPRITE, non si sia pensato di interpellare il Messina Calcio prima di concordare con gli agenti degli spettacoli date, luoghi e modalità per lo svolgimento della “MUSICA DA BERE”? Poteva nascere una idea diversa che col dialogo accontentasse le due parti e si sarebbe evitato lo scontro che non giova a nessuno.
A pagare sempre la gente comune vero? Gli appassionati di concerti all’aperto o i tifosi della squadra di calcio.
Così funziona da sempre e ci dispiace che anche con Renato Free da una parte e Paron Pedro dall’altra si debba arrivare ai cazzotti.
Sento dire che a Roma o a Milano o a Verona o a Bolzano fatti di questo genere non accadano. Sarebbe ora di smetterla. Quando ci convinceremo che apparteniamo, nel bene e nel male ad altri mondi ?
Piuttosto che far riferimento a realtà e culture diverse, proviamo a riparare le storture di casa nostra e piuttosto che privilegiare lo scontro fra poveri impariamo ad organizzare la nostra vita quotidiana attraverso l’incontro di idee e proposte che portino beneficio ad una comunità confusa. I colpi di testa e i decisionismi di parte non ci fanno diventare eroi. (@cicciomanzo)