Un consiglio -di quelli con la lettera minuscola-: mai essere troppo puntuali!
Lo diciamo a beneficio di chi volesse assistere per la prima volta alle sedute del Consiglio -con la lettera maiuscola- e dovesse pensare di giungere a Palazzo Zanca proprio all’orario indicato. Se la regola impone un massimo di “ritardo tollerato” oltre il quale non si possono aprire le danze, il civico consesso messinese è piuttosto anarchico sotto questo aspetto (e niente c’entra l’”accorintiade” con tale anarchia).
Si sa che la presenza del pubblico in sala è sempre attesa specie quando si profilano dibattiti interminabili su questioni di importanza sociale, si veda la discussione sulla proposta del sindaco in merito al registro delle unioni civili. Certo, questo più che un atto da discutere sembra più una leggenda metropolitana visto che di settimana in settimana se ne sono perse le tracce. E’ vero pure che, bontà sua, inaspettatamente il capogruppo di Forza Italia, Giuseppe Trischitta, ha chiesto oggi alla presidenza di prevedere una sessione dei lavori d’aula dedicata a questo tema, sul quale non mancano già gli attriti.
Sveglie puntate e tutti sull’attenti a mezzogiorno per l’apertura della seduta.
Mezzogiorno e mezza: un po’ di passerella di chi entra e chi esce.
Ore tredici: qualcuno è accomodato tra gli scranni e si guarda attorno ponendosi delle domande retoriche.
Ore tredici e trenta: dal fondo della sala si ode “siamo ancora entro l’ora tradizionale”; gli addetti ai lavori ben conoscono le malsane abitudini di “palazzo”.
Quattordici e dieci: probabilmente resosi conto che la sua presenza potesse essere più produttiva altrove, il Segretario Generale lascia l’Aula.
Per farla breve… i lavori vengono aperti per qualche istante ma immediatamente messi in stand by per una capigruppo che, diciamocelo, poteva e anzi doveva avvenire prima. La stragrande maggioranza dei presenti non ha idea di quale sia l’ordine del giorno “io mi porto sempre dietro questi incartamenti, prima o poi si discuterà questo tema”, afferma qualche consigliera mostrando il contenuto delle sue carpette. “Sì ma non è colpa nostra, ci sono serissimi problemi di comunicazione, spesso è colpa di certi capigruppo che non riportano adeguatamente le informazioni ai colleghi ma altre…”, continua un altro.
Altre?
“Chi deve comunicare l’ordine del giorno?”, domandano retorici i consiglieri tra un confronto sui massimi sistemi e una concretissima conversazione sul mal funzionamento del consiglio comunale.
La risposta è suggerita dalla stessa domanda:“la Presidente!” è quella giusta. E proprio lei non si può dire sia nuova a critiche sul proprio modo di regolare le attività dei 40.
Chiacchierando con capigruppo e non, si riesce anche a svelare l’arcano di un ritardo tale: a quanto pare, la numero uno dell’Aula, avrebbe voluto riferire di un incontro/scontro tra lei e il consigliere Mondello, avvenuto nei giorni scorsi a mezzo epistole.
Casus belli di questi invii sarebbe stata una richiesta inviata da Emilia Barrile a tutti i presidenti delle commissioni consiliari, inerente le valutazioni sul bilancio che ogni commissione avrebbe dovuto eseguire separatamente e poi discutere con presidenza e colleghi. “Una cosa senza senso e buona solo a deresponsabilizzare lei”, sentiamo dichiarare a denti stretti.
Ma c’è chi non ci sta e questo oppositore è proprio il consigliere Udc, in quanto presidente della commissione bilancio e, verosimilmente, anche pensieroso per i vari grattacapi dati da altre letterine, quelle della Procura.
L’inchiesta sui bilanci “falsati”, ad ora, tiene in ansia molti e tra i 73 nomi in “lista”, figura anche quello di Mondello, comprensibilmente intenzionato ad affrontare il tema bilancio sempre e comunque-specie adesso-con la massima chiarezza. Ma monopolizzare un’intera seduta per discutere di questi botta e risposta non è cosa sensata secondo la stragrande maggioranza dei presenti che, a quanto pare, cercano di far cambiare idea-riuscendoci-alla proponente. Tanto più che l’ex assessore scudocrociato, oggi non è neppure presente.
Dopo un simposio al limite dell’assurdo a porte chiuse si ritorna ai posti di partenza per dare il là ad una seduta che conterà un numero di presenze inferiori alle dieci unità e dedicata per lo più ad argomenti lontani dalle urgenze: massimo rispetto per la proposta della Fenech sul cedere il gettone di presenza per sostenere la produzione del birrificio Messinese ma forse, calendario alla mano, si sarebbe dovuta dare priorità a ben altro (e l’allusione non è al bilancio giacchè gli atti relativi al Consiglio non sono ancora arrivati).
Spiace quasi per chi aveva disertato furbescamente l’Assemblea, ond’evitare di trovarsi a dover votare un eventuale bilancio con i pro e i contro che ciò avrebbe significato. Inutile nascondere che ci sono soliti vili che ritengono il proprio incarico di consiglieri, frutto di un’unzione divina utile solo ad evitare file, a chiedere favori come gli fossero dovuti, a tagliare nastri, scattare foto di rito da allegare ad inutili comunicati stampa su temi inconsistenti ma che piuttosto che leggere quattro carte o assumersi una responsabilità concreta sono pronti a giurare di essere a lavoro-quale che sia- h.24. Ah beato stacanovismo! Corrispondesse a verità la metà delle volte che lo si sente ripetere dal messinese tipo, vivremmo in una città efficiente in ogni ambito e settore.
Probabilmente la soglia di presenze obbligate per avere un compenso andrebbe stabilita sulla base della produttività e, in tal caso, c’è da credere che tante commissioni, consigli e sedute “inutili” (citazione testuale di quanto riferito a bassa voce da consiglieri di diversi gruppi, anche oggi), tanti sprechi di tempo e quindi anche di risorse che potrebbero essere impiegate meglio e altrove, non si avrebbero. Non è forse questo un danno erariale?
Morale della favola, comunque, per mancanza del numero legale, il lavori d’aula sono stati aggiornati a domani alle 12.30. Non è forse questo un danno morale?(nell’accezione di etica come ricerca di criteri che consentano all’individuo di gestire adeguatamente la propria libertà nel rispetto degli altri.) (@Eleonora Urzì)