Il comunicato è giunto nella casella di posta elettronica della redazione di Messina Ora alle 13,06 di oggi, a firma di Reset e, in particolare, di colui che se ne proclama rappresentante, Alessandro Tinaglia. E recita testualmente: “La informiamo che la Conferenza Stampa in programma oggi, lunedì 30 giugno 2014 alle ore 10,00 presso il Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, è stata rinviata a sabato 5 luglio alle ore 10 in segno di rispetto e solidarietà per gli ambulanti di Minissale che manifestavano chiedendo risposte urgenti e concrete al Sindaco. Ci auguriamo in tal senso che l’Amministrazione individui celermente le soluzioni più adeguiate ad un problema che evidenzia sempre di più l’emergenza sociale nella quale la Città si trova”.
Va chiarito in premessa che la conferenza stampa rinviata a sabato prossimo riguarda la presentazione di un progetto intitolato “La nuova Atm”. Nel comunicato che annuncia l’evento, sempre Tinaglia scrive: “Oltre ad illustrare delle soluzioni concrete per rilanciare e migliorare la mobilità cittadina lunedì, di fatto, inaugureremo un metodo che vedrà, d’ora innanzi, un confronto continuo e costruttivo con Consiglio, Comunale, Consigli di Quartiere, forze Sociali, Imprenditoriali e professionali della Città. Insomma, la differenza netta tra chi la concertazione ed il confronto lo annunciano e chi lo pratica da quasi tre anni”.
Procedendo a un’analisi assolutamente logica dei due comunicati, due cose emergono in tutta la loro evidenza. La prima è che Tinaglia, in rappresentanza di tutto il movimento denominato Reset, esprime “rispetto e solidarietà per gli ambulanti di Minissale che manifestavano chiedendo risposte urgenti e concrete al Sindaco”. Ergo esprime rispetto e solidarietà per persone che lo scorso giovedì 26 giugno hanno esposto pubblicamente una tavola del cesso recante il nome del sindaco (Accorinti); riversato nella pubblica via (largo La Rosa, a Minissale) di tutto, dal cibo (alla faccia della miseria che piangono un giorno sì e l’altro pure) ai cassonetti dell’immondizia; paralizzato per circa 6 ore il traffico stradale nella zona, impedendo il passaggio di non meno di un’ambulanza, oltre a limitare la libertà personale di chiunque si aggirasse nei paraggi; ignorato le richieste da parte delle autorità di rispettare l’ordine pubblico. E tutto questo per cosa? Per opporsi a dei provvedimenti sacrosanti sotto il profilo giuridico. Ovvero, il sequestro della merce che pretendono di vendere in condizioni di illegalità, facendo concorrenza sleale a chi rispetta le regole, o dei mezzi di trasporto privi di copertura assicurativa.
È come se un bel giorno un manipolo di zelanti personaggi si presentasse al Policlinico, mettendo a ferro e fuoco i reparti, pretendendo di operare a cuore aperto senza aver mai conseguito la laurea in medicina e la relativa specializzazione. O come se si assediasse il tribunale con la pretesa di fare l’avvocato, anche stavolta senza gli adeguati titoli. E magari si insultasse il magistrato, sottoponendolo al pubblico ludibrio, dopo essere stati condannati per esercizio abusivo della professione.
Ecco, senza esprimere giudizi di valore su Tinaglia e il suo movimento, i lettori sappiano che nei confronti di simili persone hanno espresso “rispetto e solidarietà”. Verso il sindaco, vilipeso a dispetto degli sforzi che sta facendo per venire incontro a gente che lo ricambia così, nemmeno una parola di sostegno e comprensione.
Anzi, si stigmatizza senza fare nomi e cognomi chi il confronto e la concertazione si limita ad annunciarli. Addirittura, proponendo un nuovo metodo “che vedrà, d’ora innanzi, un confronto continuo e costruttivo con Consiglio, Comunale, Consigli di Quartiere, forze Sociali, Imprenditoriali e professionali della Città”. Ma a che titolo, Tinaglia, intende esercitare questo confronto continuo e costruttivo? Soprattutto, in rappresentanza di chi? Considerata l’esigua quando non ectoplasmatica percentuale di consensi riscossa alle ultime amministrative.
Che non voglia fare anche lui il chirurgo, l’avvocato, o magari il fruttivendolo, senza averne i requisiti?
Se son rose… solidarizzeranno. (@FabioBonasera)