Si è svolto venerdì sera (28 giugno) presso la Multisala Iris il dibattito sul tema dell’immigrazione in seguito alla proiezione di “Eu013 – L’ultima frontiera”, il primo film-documentario girato all’interno dei Cie (Centri di Identificazione e di Espulsione). L’incontro, moderato da Palmira Mancuso, direttore di MessinaOra.it, ha visto come ospiti il regista del documentario, Alessio Genovese, l’avvocato Carmen Cordaro, la professoressa Valentina Prudente ed il collaboratore di MessinaOra.it, Simone Intelisano. La video inchiesta “Eu013”, ha mostrato cosa succede all’interno dei Cie, dove ogni anno 8mila cittadini stranieri vengono trattenuti per non avere un regolare permesso di soggiorno, e ci restano anche fino ad un anno e mezzo, senza aver commesso reati e senza essere stati giudicati da un giudice.
La sofferenza di chi è rinchiuso nei Centri di Identificazione e di Espulsione ha colpito particolarmente l’avvocato Carmen Cordaro, che nonostante sia entrata in un Cie, quello di Milo (frazione di Trapani), ha ammesso che non ci si abitua mai a vedere questi trattamenti. Tanti gli spunti sorti dopo la visione, con la stessa Carmen Cordaro che ha sottolineato l’illogicità dei Cie, poiché i cittadini stranieri vengono reclusi per periodi molto lunghi, senza alcun motivo, se non per aver perso il permesso di soggiorno anche dopo decenni di permanenza in Italia, spesso come conseguenza della perdita del posto di lavoro a causa della crisi. L’avvocato Cordaro ha espresso il suo apprezzamento per l’opera di Alessio Genovese (realizzata con Raffaella Cosentino), il quale ha raccontato cosa ha visto con i suoi occhi all’interno dei Cie, ossia tanti uomini privati del bene più importante, la libertà. Genovese ha sottolineato come la maggior parte dei trattenuti nei Centri, era già presente in Italia da parecchi anni: “sono solo pochi – ha spiegato il regista – i cittadini stranieri portati nei Cie subito dopo l’arrivo nel nostro paese. Molti invece prima di essere rinchiusi lavoravano in Italia e vivevano qui insieme ai loro parenti”. Ha impressionato particolarmente, all’interno del documentario, l’esperienza di un ragazzo tunisino che da ben 28 anni si trova in Italia, dove ha frequentato l’asilo, le scuole elementari e medie, prima di iniziare a lavorare, per poi finire all’interno di un Cie.
La professoressa Valentina Prudente, docente di Diritto regionale e degli enti presso l’ex Facoltà di Scienze Politiche (oggi Dipaartimento di scienze giuridiche e sociali), ha ricordato l’impegno dell’Università di Messina, che ultimamente ha organizzato un corso di formazione sull’immigrazione e sulla condizione giuridica dello straniero. La prof.ssa Prudente ha poi parlato del ruolo che gli enti locali hanno nel trattamento dello straniero ed inoltre ha espresso il suo desiderio di riproporre, insieme ad Alessio Genovese, il documentario direttamente all’Università in un incontro aperto con tutti gli studenti, con lo stesso regista che si è detto disponibile. Non sono mancati poi i riferimenti all’attuale situazione messinese, con la tendopoli presente all’Annunziata e con i recenti sbarchi di profughi in città. Simone Intelisano ha poi raccontato come si è arrivati all’organizzazione di questo dibattito: tutto è nato durante l’ultima edizione del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, quando dopo la proiezione dello stesso documentario, il collaboratore di MessinaOra.it, presente al Festival in qualità di volontario, si è intrattenuto con i due autori di Eu013, chiedendo la disponibilità per una proiezione in riva allo Stretto, accolta subito con entusiasmo. L’incontro rientra nell’ambito della 1^ rassegna cinematografica “Cast Away On The Movie”, organizzata da Umberto Parlagreco, il quale come tema ha scelto il mondo visto attraverso il documentario.
@SimoneIntelisano
In basso l’intervista al regista Alessio Genovese ed a seguire la fotogallery del dibattito.
Riprese e montaggio dell’intervista e fotogallery a cura di Francesco Minnella.